Le modifiche promosse dalla Società Stretto di Messina per il Ponte sullo Stretto non vanno bene, per le Associazioni ambientaliste. Per questo nei giorni scorsi hanno presentato un documento di 600 pagine, redatto da una commissione di 600 esperti, al Mase, indicando le varie criticità riscontrate.
Faglie sismiche, aree protette, l’analisi dei costi/benefici, la biodiversità a rischio e la crisi idrica sono i punti su cui si sono concentrate le Associazioni Italia Nostra, Kyoto Club, Legambiente, Lipu, Man e Wwf Italia, insieme alla “Società dei Territorialisti” ai “Medici per l’Ambiente – Isde” e ai Comitati «Invece del Ponte» e “No Ponte – Capo Peloro”.
Queste 600 pagine «rafforzano» la tesi secondo cui il Ponte sullo Stretto di Messina «rimane un progetto dall’impatto ambientale gravissimo e irreversibile, non compensabile né mitigabile», si legge nel documento fornito dal Consiglio Regionale di Italia Nostra Sicilia.
Nel testo si sottolinea che il lavoro di analisi prodotto dalla Stretto di Messina contiene un “errore eccezionalmente» grave, ovvero, «la totale assenza di una valutazione della somma che i vari impatti connessi alla realizzazione dell’opera producono». L’assenza del cosiddetto «effetto cumulo» rappresenta «una palese violazione della normativa vigente, sia comunitaria che nazionale».
Inoltre, essendo il Ponte un «progetto ideologico», voluto politicamente, indipendentemente dalla sua utilità e realizzabilità, l’altra «palese violazione» è relativa alla cosiddetta «opzione zero» che non viene analizzata correttamente, in particolare nel rapporto costi (non solo economici, ma anche ambientali) e benefici tra fare o non fare l’opera, spiegano ancora le Associazioni, specificando che dal punto di vista economico, rappresenta «un buco nero nei bilanci pubblici».
Le Osservazioni documentano, poi, la presenza di «faglie sismiche attive e capaci nell’area interessata dall’opera», aggiungono le Associazioni, evidenziando che sarebbe «pesantissimo l’impatto sulla ricchissima biodiversità dell’area, in special modo sull’avifauna». Le Associazioni ambientaliste e i Comitati ritengono pertanto che la Commissione non potrà che chiudere il procedimento Via in corso «con parere negativo».
Molti i rilievi sugli aspetti di cantiere dell’opera e su quelli strutturali. «Rumori e vibrazioni – spiegano le associazioni – sono oggetto di puntuali controdeduzioni rispetto alle sottovalutazioni contenute nelle integrazioni dei progettisti che per le polveri hanno addirittura considerato aree di disturbo vicino ai cantieri per soli 50 metri. Si è poi ribadito come non ci potranno essere risposte rispetto alla tenuta dei cavi finché non si faranno i test che lo stesso progettista indica e come le risposte fornite in merito alle oscillazioni del Ponte non appaiono convincenti (in particolare in relazione all’attraversamento ferroviario)».
«Manca, poi – hanno rilevato – una approfondita e completa valutazione di impatto sulla salute pubblica». Pesantissimo, poi, viene considerato dalle Associazioni l’impatto sulla ricchissima biodiversità dell’area, «in special modo sull’avifauna: nelle integrazioni prodotte dal proponente viene addirittura ignorata la presenza di alcune specie, di altre si sottostima la consistenza o si descrivono rotte e traiettorie sulla base di rilievi condotti con un radar limitato nella sua portata e mal posizionato».
Specifiche considerazioni, anche per gli aspetti paesaggistici e archeologici, sia sotto il profilo formale che sostanziale.
«Formale – si legge – perché si è illustrato come progetto e interventi connessi, compresi alcuni di quelli definiti “compensativi», siano incompatibili con la pianificazione paesaggistica (e i vincoli a questa relativi) delle Regioni Sicilia e Calabria; sostanziale perché si è contestato l’impatto visivo da rendering da agenzia immobiliare con giardini verdi, campi giochi e servizi a cornice di un’opera mastodontica».
«Ancora una volta l’approccio teso a minimizzare i problemi confligge con la realtà delle cose – affermano le associazioni –. Il Ponte continua ad essere un’opera non «trasparente» che inutilmente si cerca di far apparire «leggera», ben inserita nel paesaggio (come i fotomontaggi presentati vorrebbero far credere): un tentativo risibile a fronte del rapporto tra il dimensionamento dell’opera e quella dei luoghi in cui si vorrebbe realizzarla».
Le Associazioni ambientaliste e i Comitati «ritengono, pertanto, che la Commissione non potrà che chiudere il procedimento Via in corso con parere negativo. Le conclusioni delle Osservazioni prodotte, che per altro contengono un lungo elenco (sebbene parziale) delle «incongruenze» riscontrabili nelle integrazioni presentate dalla Stretto di Messina Spa, escludono persino la possibilità di un’approvazione con prescrizioni: qualsiasi prescrizione si volesse ipotizzare, infatti, non potrebbe mai superare l’enorme mole di problemi rilevati che andrebbero comunque risolti in via propedeutica e preventiva rispetto a qualsivoglia autorizzazione». (rrm)