Fino a tarda sera ancora nessuna notizia da Palazzo Chigi sulla nomina del nuovo commissario ad acta della sanità calabrese. L’ultima voce riguarda il dott. Agostino Miozzo attuale coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico antiCovid e la domanda che tutti si pongono è perché, in questa fase di emergenza, togliere da una struttura dove sta lavorando in maniera egregia un professionista come Miozzo? Possibile che il Consiglio dei ministri si sia incartato su una questione così semplice?
Lo stesso procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri, martedì sera ospite di Giovanni Floris, ha ribadito che ci sono ottimi professionisti in Calabria e diverse eccellenze in campo medico-scientifico in grado di supportare adeguatamente l’azione di un commissario alla sanità.
Lo abbiamo scritto più volte ed è opinione diffusa che non serve un medico, ma un manager che abbia competenze specifiche, purché supportato da una squadra di specialisti (locali, o comunque con buona conoscenza del territorio) in modo di attuare un programma non solo di risanamento di tutto il comparto sanitario calabrese, ma anche di rilancio e crescita del settore. Ci sono grandi scienziati, ottimi specialisti, ma i calabresi sono costretti a fare “turismo sanitario” per potersi curare, con un costo per la Regione stimato in oltre 300 milioni l’anno. È da qui che si deve ripartire: serve volontà politica di risolvere il problema della sanità calabrese, azzerando o quantomeno congelando il debito per ripartire.
Intanto è già trascorsa una settimana dall’incontro di giovedì scorso dei sindaci calabresi con il presidente Conte. L’Anci Calabria, per voce del vicepresidente vicario Francesco Candia, segnala che si avvertono «gravi sensi di sconforto e di sfiducia» nei sindaci e in gran parte dei cittadini. L’Associazione dei Comuni calabresi conferma «lo stato di allerta e vigilanza dei sindaci della regione che, nel perdurare di tale situazione, si dichiarano in stato di permanente agitazione e formulano un ennesimo sollecito al Presidente del Consiglio dei ministri affinché si provveda alle attese nomine per assicurare l’indispensabile operatività dei vertici sanitari in Calabria nel mentre incombe l’emergenza epidemica».
L’Anci Calabria preannuncia «una imminente ulteriore iniziativa di lotta con picchettamento di uno o più Palazzi di Governo nella Regione e ciò a oltranza, sino al verificarsi di effettivi e concreti efficaci sviluppi sulle problematiche pendenti le cui iniziali soluzioni sembrano inspiegabilmente e irresponsabilmente sospese». (rrm)