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L'OPINIONE / Emilio Errigo: L'incoerenza non aiuta ad accellerare gli interventi di bonifica da parte di Eni

Arpacal: prosegue il commissariamento guidato dal gen. Emilio Errigo

di SANTO STRATI – Appena pochi giorni fa, il gen. Emilio Errigo aveva salutato l’efficientissima squadra dell’Arpacal di cui era commissario formalmente fino al 30 settembre. Ma il suo incarico rimane in piedi, visto che il Presidente Occhiuto ha revocato l’annunciata nomina del suo successore (Carlo Maria Medaglia, finito ieri agli arresti con l’imputazione di truffa alla Stato). Una buona notizia per la Calabria, che continua a poter contare su una personalità di altissimo profilo e di assoluto senso dello Stato (ha lavorato anche con il giudice Falcone) che nei mesi del suo commissariamento ha saputo ridare entusiasmo e voglia di operare a un gruppo di lavoro efficace, ma utilizzato in precedenza poco e male.

I risultati del commissariamento di Emilio Errigo sono sotto gli occhi di tutti  e non si capisce la scelta del Presidente Occhiuto di nominare un successore dopo la nomina dello stesso Errigo a commissario ministeriale per il risanamento dei siti inquinati di Crotone, Cassano allo Ionio e Cerchiara di Calabria, incarico che aveva accettato a titolo gratuito e per niente in conflitto con la guida commissariale dell’Arpacal.

Il Presidente Occhiuto, grazie al lavoro del generale della Guardia di Finanza (a.r) Emilio Errigo, può vantare ottimi risultati nella lotta all’inquinamento marino e terrestre, con un controllo serrato degli scarichi a mare e la qualità delle acque. La squadra di Arpacal ha mostrato capacità e messo grande impegno per ottenere i lusinghieri risultati ottenuti nella protezione ambientale della regione.

A sorpresa, giusto un paio di giorni fa, Occhiuto aveva annunciato la nomina del successore, il docente universitario Carlo Maria Medaglia, della Link University, di Roma, ma ieri mattina è arrivata la notizia del suo arresto con una grave imputazione che riguarda finanziamenti e crediti d’imposta “irregolari” a un Consorzio di cui faceva parte.

La revoca del provvedimento (peraltro non ancora protocollato) è stata, ovviamente, immediata e il gen Errigo si è trovato a continuare a guidare il commissariamento fino alla nuova nomina del suo (eventuale) successore.

La domanda che viene lecito farsi è: chi è che suggerisce le nomine al Presidente Occhiuto (che ha portato obiettivamente una ventata di aria fresca nella gestione regionale)?  Perché è evidente la predilezione (che non gli appartiene) per persone e personaggi che vivono fuori della Calabria, come se l’essere nati nella regione o essere figli di questa terra fosse un elemento discriminante.

Guardiamo bene le ultime nomine: alla Sacal è arrivato Marco Franchini, un manager pugliese di aeroporti – era a capo dello scalo di Catania; alla Zes Calabria ha chiamato un ottimo avvocato, Giose Romano, (partenopeo) che però è a mezzo servizio con la Zes Campania – con gli immaginabili e inevitabili conflitti d’interesse tra le due regioni –, poi Marcello Minenna, chiacchierato capo delle Dogane,  nominato assessore all’Ambiente (che un provvedimento della magistratura penale ha stoppato nell’incarico) e ora il prof. Medaglia (romano) con alle spalle pesanti accuse che ci auguriamo si rivelino inconsistenti in giudizio – che, per la verità non si è mai occupato di ambiente.

Ma in Calabria non ci sono manager e professionisti in grado di offrire capacità e competenze alla propria terra? Ce ne sono, ce ne sono. Anzi, ce ne sono tanti che se li contendono le regioni del Nord, facendo trionfare in pieno la regola del nemo propheta in patria.

Allora, Presidente, non vogliamo sapere chi è che le suggerisce nomi “chiacchierati” che le fanno fare brutte figure e gaffes imperdonabili (vista la buona due diligence che ha imposto alla Regione), ma ci permettiamo di suggerirle una maggiore accortezza nella scelta delle future nomine. Soprattutto per quelle che dovrà assegnare (ci sono deleghe pesanti che ha trattenuto per sé e, obiettivamente, non può seguire visti gli innumerevoli impegni da Presidente). Per una volta si dimentichi di scelte esterne alla regione e affidi a calabresi – in presenza di competenza e capacità – gli incarichi che servono a far ripartire la Calabria. È un peccato sottovalutare le capacità presenti in Regione (abbiamo tre Atenei che sfiorano l’eccellenza) e personalità calabresi che vivono altrove ma sarebbero pronte a tornare per servire la propria terra.

La sua intelligenza – crediamo – è in grado di bypassare la logica correntizia e delle “cambialette” post elettorali da “onorare”: scelga basandosi sul merito e riacquisterà pieno consenso, quello che viene continuamente minacciato da scivoloni in cui la fanno finire cattivi consiglieri.  (s)