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Ruggero Pegna

Bando Grandi Eventi, Pegna e Gimigliano a Spirlì: scarsa e inadeguata attenzione al settore

Ruggero Pegna, promoter e ideatore di Fatti di Musica, ha scritto con Sergio Gimigliano (Peperoncino Jazz), anche in rappresentanza delle maggiori associazioni nazionali del settore della produzione e organizzazione di grandi eventi culturali e di spettacolo dal vivo, una lettera al presidente f.f. della Regione Calabria, Nino Spirlì, constatando la scarsa attenzione «da lei riservata al nostro settore o, se pensa di averne data, assolutamente inadeguata al livello della capacità espressa da chi ha costruito anche in Calabria un’autentica industria culturale, basata su Festival e Grandi Eventi, indiscutibilmente storicizzata e riconosciuta in ambito nazionale ma, soprattutto, dai calabresi».

«La preghiamo – si legge nella lettera – di dare attenzione a questi dati: nel 2015 sono stati assegnati dalla Regione Calabria con bando pubblico 3.358.000 euro per 44 Eventi Culturali. Nel 2016, 5.480.000 euro per 80 Eventi Culturali. Nel triennio 2017/2019, la Regione ha sostenuto: 13 grandi Festival di valenza internazionale per 7.095.000 euro (fascia 1, con 200mila euro annuali a festival), 86 eventi storicizzati di richiamo nazionale per 17.825.025 euro (70 dei quali triennali, fascia 2, con 110mila euro a festival), 104 eventi di carattere regionale per 2.814.803 euro e 197 eventi innovativi per 3.628.341 euro (altre fasce). Cioè, ben 99 Festival/Eventi Storicizzati (di cui 13 di fascia 1) e 301 festival/eventi regionali, senza aggiungere le centinaia di iniziative sostenute con la Legge 13, da voi abolita per la parte di promozione mediante spettacoli, e altri milioni di euro per mostre, teatro, bande, orchestre, cinema, ecc.».

«In pratica – continua la lettera – solo 24.275.264 euro in 3 anni, pari ad oltre 8 milioni di euro all’anno per Festival/Grandi Eventi Storicizzati, incrementando un’Industria della Cultura e dello Spettacolo dal Vivo in Calabria di primissimo livello nazionale e internazionale, con migliaia di occupati, un indotto di centinaia di aziende di forniture e servizi, una ricaduta con valenze economiche, culturali, d’immagine, di promozione e molto altro! Un autentico investimento in “Produzione Culturale”!».

«Con la sua Amministrazione Regionale, invece – viene spiegato nella lettera – sono stati spesi circa 2 milioni di euro per 4 minuti di spot ancora non utilizzato (affidato senza alcun bando e, addirittura, con altri vari milioni da spendere qualora andasse in onda), cioè più o meno lo stesso importo messo a disposizione dal bando Grandi Eventi 2020, assegnato solo il 28 maggio 2021 e trasformato in una gigantesca farsa, oggetto di ricorsi al Tar e denunce in Procura, a causa di gravissime irregolarità e comportamenti fraudolenti, con graduatorie annullate e sparite, commissioni sciolte e, infine, composte da incompetenti di dipartimenti legati a protezione civile, ambiente, dissesti idrogeologici, ecc.».

«Mentre ancora lei non ha risposto a tutte le accuse mosse ai fatti accaduti – si legge ancora – peraltro alcuni riassunti anche in verbali della Commissione di Disciplina interna all’Ente, ha annunciato solennemente il finanziamento di Grandi Festival 2021 con 1.300.000 euro, per un massimo di 210.000 euro a Festival, ancora una volta senza aver dialogato con le realtà regionali e, come abbiamo percepito dal bando “lampo” pubblicato ieri (dopo solo 2 giorni di preinformazione), dimostrando ancora una volta scarsa conoscenza del settore e rispetto per i professionisti calabresi che vi operano. Con questo avviso, infatti, certificate da soli il fallimento della vostra politica rivolta a questo comparto, praticamente smontando completamente l’impalcatura di quello dello scorso anno».

«Il fatto che abbiate compreso – si legge ancora – che fosse frutto di grave ignoranza in materia non vi assolve, però, dall’aver concepito un nuovo Avviso altrettanto frutto di scarsa competenza e sensibilità verso una delle poche realtà calabresi davvero competitive in ambito nazionale, quale quella dei Festival e dello Spettacolo dal Vivo. Già nello scorso 2020, dando per buona la graduatoria infine pubblicata, da 99 festival calabresi storicizzati, sostenuti nelle fasce 1 e 2, si è scesi a soli 7, leggasi sette! Con questo nuovo Avviso, affidato nuovamente ad un architetto del Dipartimento Infrastrutture e Lavori Pubblici, il numero è destinaro ancora a ridursi. Sono numerosi, tra l’altro, i punti poco comprensibili, primo fra tutti l’abolizione tout court della storicità, distruggendo la storia stessa del settore, con una reiterata e mal celata volontà di offendere e attaccare i professionisti del comparto e il frutto di anni di sacrifici e lavoro».

«Poi – continua la nota – l’aver innalzato la quota di cofinanziamento non tiene per nulla conto della realtà calabrese, dove gli sponsor non esistono (elemosine a parte) e i biglietti si vendono in numero ridottissimo rispetto a qualsiasi altra regione. Addirittura, portando la quota di cofinanziamento per eventi a biglietti al 60% non si tiene neppure conto delle capienze al momento ridotte dalle misure anti Covid. Se per prendere i 210.000 euro di contributo bisogna rendicontare 525.000 euro di costi, come si possono vendere 315.000 euro di biglietti con capienze massime di 500 persone in un teatro o di 1000 all’aperto? Peraltro, l’aumentare di casi di variante del virus non lasciano immaginare ulteriori aperture dopo l’estate. Tra ciò che lascia perplessi c’è perfino l’apertura ad aziende nazionali e internazionali, con riferimento particolare a Paesi fuori dal campo euro, quindi Stati Uniti probabilmente, che, senza aver mai fatto qualcosa per la Calabria, potranno tranquillamente sottrarre fondi ai grandi Festival/Eventi calabresi, destinati ad una ulteriore riduzione. Ultima considerazione riguarda ancora la parte economica, con modalità e tempi per pagamenti surreali, fissati al 31 dicembre 2021, come quelli per la realizzazione degli eventi».

«Come può – viene chiesto nella lettera – un organizzatore saldare tutto in pochi giorni, magari avendo effettuato l’ultimo evento il 30 dicembre, con solo il 20% sul totale dei costi ricevuto in acconto dalla Regione (max 50% del contributo)? Concludiamo con una domanda finale, quella che riassume la politica culturale Sua e di chi l’ha preceduta, completamente esterofila e priva di rispetto per i calabresi che sono rimasti a produrre qui, per la Calabria, combattendo contro ostacoli e difficoltà di ogni tipo».

«Perché distruggere la più grande Impresa calabrese – conclude la lettera – capace di produrre i beni più necessari a questa regione: cultura, occupazione, divertimento, immagine e turismo, offendendo innanzitutto i professionisti che, in oltre trent’anni, hanno costruito la storia dello Spettacolo dal Vivo e dei Grandi Eventi culturali in Calabria?». (rrm)