Stamattina a Bovalino, in occasione della Giornata mondiale sulla consapevolezza sull’autismo, la Città Metropolitana, rappresentata dal vicesindaco Riccardo Mauro, ha preso parte all’iniziativa “Otto passi avanti” promossa da Angsa Reggio Calabria, in collaborazione con la Fondazione Marino e grazie alla sinergia con l’Istituto comprensivo di Bovalino (sede dell’unico Punto blu autismo della Regione Calabria).
L’iniziativa ha offerto la proiezione del docufilm italo-argentino Otto passi avanti della regista Selene Colombo, presso la sede dell’istituto scolastico bovalinese. Nell’occasione, il presidente dell’Angsa reggina, Vito Crea, ha consegnato la tessera numero 1 dell’associazione al vicesindaco Mauro per “l’impegno costante e duraturo dimostrato nei confronti di un tema tanto delicato com’è quello dell’autismo”.
Il discorso del vicesindaco metropolitano Riccardo Mauro
«Ci sono tanti modi – ha detto il vicesindaco metropolitano Mauro – per affrontare un discorso sui Disturbi dello spettro autistico. Oggi stiamo parlando in una scuola e, per farlo, tenterò un approccio che, ovviamente, non è e non può essere scientifico, ma si basa tutto sulla mia percezione personale; sull’esperienza di chi vive dall’esterno un fenomeno che, inevitabilmente, si ripercuote sulla vita non di una persona sola, ma su quella di intere famiglie. Famiglie stupende che ho avuto modo di conoscere soprattutto negli ultimi tempi, madri e padri che, nonostante le costanti difficoltà, sono totalmente dedite ai loro “bimbi speciali”».
Mauro ha rivolto un discorso intenso ai ragazzi dell’istituto di Bovalino, coinvolgendoli e richiamando la loro sensibilità su un tema troppo spesso male interpretato o, peggio, accantonato. «A voi, ragazzi, – ha detto Riccardo Mauro – rivolgo l’invito a guardarvi negli occhi, solo per un secondo. Domandatevi, adesso, quanto siete pronti e cosa state facendo per cercare di rendere un po’ meno difficile il cammino di chi, vostro amico o compagno di classe, vive in quello che un film stratosferico racconta come “Il favoloso mondo di Amelie”. Già, “favoloso”. Sembra un paradosso, giusto? Io credo di no. Perché le persone affette da un disturbo che rientra nelle varie sfaccettature dell’autismo, sono quelle che hanno sviluppato una sensibilità fin troppo spiccata, vivono isolate, crescono in un mondo tutto loro che da lontano è spesso difficile, difficilissimo, decifrare. È vero: esiste l’impegno straordinario di strutture con professionisti ultra specializzati come anche il grandissimo contributo offerto quotidianamente dagli insegnanti di sostegno, ma poi ci siamo noi. Noi che l’autismo lo guardiamo dalla finestra ed abbiamo difficoltà a conoscerlo e riconoscerlo.
«Noi che alcune volte abbiamo timore ad approcciarci con serena lucidità a qualcuno che – badate bene – non è diverso ma è, più semplicemente, “speciale”. Speciale come l’eccezionalità con la quale Forrest Gump, per esempio, affronta la vita. Ecco, quando sentite parlare di sindrome di Asperger o di autismo in generale, pensate alle imprese di Gump, alla bellezza di un uomo così particolare da conquistare le vette del mondo, della simpatia, dell’amore come fosse una cosa estremamente naturale. Quella di Forrest Gump è un’altra storia raccontata in un altro bellissimo film. Cercatelo e vedetelo se non lo avete ancora fatto. Ed una volta visto, raccontatelo agli altri ed a voi stessi. Se non ci poniamo delle domande è impossibile riuscire ad arrivare a delle risposte. Vi sto parlando dei film che ho visto alla vostra età per cercare di rendere un po’ più semplice il contatto con questo disturbo.
«Spesso, infatti, il cinema è rivelatore. Così come lo sono la musica o l’arte in generale. Sapevate che Andy Warhol, molto probabilmente, fosse anch’egli affetto da Asperger? Per chi non lo sapesse, è stato il più grande artista planetario della Pop Art; un visionario, come visionari sono e sono stati Tim Burton e Stanley Kubrik, altri due incredibili registi minuziosamente concentrati a delineare ogni minimo particolare e dettaglio nelle loro creazioni tanto da lasciare presupporre che anche loro fossero affetti da autismo. Ma l’autismo, nelle forme più gravi, ovviamente merita un approfondimento a parte rispetto al quale io non mi posso minimamente addentrare se non facendo la mia parte, da amministratore di questa città, mettendo le strutture specializzate nella migliore condizione possibile così da poter offrire un sostegno ed un percorso terapeutico altamente qualificato. Proprio per questo, giusto il mese scorso, la Città metropolitana di Reggio Calabria ha firmato un protocollo d’Intesa con la Fondazione Marino, una realtà che, da ormai diversi anni, opera con successo a sostegno delle persone con disabilità mentale ed autismo».
«Con loro, – ha aggiunto Mauro – agiremo in sinergia perché erogano, mirabilmente, trattamenti riabilitativi in regime residenziale ad utenti affetti da patologie gravissime sia per quanto riguarda il disturbo pervasivo dello sviluppo, sia per ciò che attiene il ritardo mentale e il versante psichiatrico. E proprio sul tema dell’autismo, giova ricordare come l’amministrazione comunale stia lavorando per la creazione, in collaborazione con il Cnr, del Centro dell’autismo Mediterraneo.
«Ecco, il nostro impegno è rivolto costantemente ad aiutare il prossimo così come abbiamo fatto quando, insieme alla Fondazione Reggio Children ed Enel Cuore onlus, siamo riusciti a predisporre due aule per studenti speciali nella scuola primaria di Archi nell’ambito del progetto “Fare scuola”. Spesso un amministratore viene percepito come colui che deve “aggiustare” le buche nelle strade o “aggiustare” le perdite idriche. Io – così come il sindaco Falcomatà e le persone che mi accompagnano in questa esperienza di governo – provo a spingermi un po’ oltre.
«Da quando faccio politica, il mio primo obiettivo è sempre stato quello di provare ad “aggiustare” il cuore delle persone. È solo attraverso l’empatia, la costruzione del confronto fra la gente, la rigenerazione del dialogo che possiamo costruire una comunità migliore. Invito sempre i reggini a tendersi una mano l’un l’altro e stringerla per percorrere insieme questo cammino su un piano parallelo. Che sarà pure lungo, tortuoso, pieno di ostacoli. Ma nessuno, stando fianco a fianco, potrà mai restare indietro». (rrc)