È stata inaugurata, a Campo Calabro, nei locali del Centro Polifunzionale “Scopelliti”, la Biblioteca intitolata a Vincenzo Ranieri.
Presenti, il consigliere metropolitano Giuseppe Giordano, il sindaco di Campo Calabro, Rocco Alessandro Repaci e l’assessore Marianna Malara.
«È una gioia essere qui oggi – ha detto il consigliere metropolitano – perché l’amministrazione comunale è riuscita a gettare le basi per un futuro che deve farci prendere coscienza dell’enorme potenziale che giace all’interno delle nostre comunità. Questi sono passaggi cruciali che arrivano in un frangete storico in cui i valori più importanti vengono pervasi dalla forte volatilità del tempo scandito da una pandemia che ha cambiato le nostre abitudini e sta assegnando nuovi paradigmi alla società».
«Una biblioteca, dunque – ha aggiunto – è luogo di consapevolezza, di crescita, di incontro dove far germogliare una nuova responsabilità sociale che deve essere sempre presente e che non deve essere solo delle istituzioni, ma di tutte le componenti della società affinché responsabilità ed educazione accompagnino soprattutto le più giovani generazioni».
La biblioteca, che porta il nome dell’insigne studioso e uomo di cultura Vincenzo Ranieri, anche grazie all’imponente donazione libraia arrivata dalla famiglia del probo uomo delle istituzioni locali, è impreziosita dagli arredi e dagli strumenti informatici che il Comune di Campo Calabro ha ricevuto dopo aver partecipato ad un bando specifico della Città Metropolitana, «a testimonianza – secondo Giuseppe Giordano – di quanto Palazzo Alvaro sia un’istituzione sempre più vicina ai bisogni ed alle esigenze dei territori».
«È una vicinanza – ha detto – non solo formale e amministrativa, ma costante, che ci accompagnerà in tutti quegli obiettivi proiettati alla costruzione di una cittadinanza metropolitana possibile soltanto se esiste la consapevolezza nelle sue energie positive».
Il consigliere metropolitano, nel corso del suo intervento, ha pure sottolineato l’importanza dell’Archivio storico che «è quanto di più prezioso possa avere una comunità perché è custode delle radici e delle ricchezze di un popolo che ha dato i natali a nobilissime figure, esempio vivo e presente per quanti sono impegnati, quotidianamente, al servizio della cosa pubblica e della comunità». (rrc)