Successo, a Cariati, per il primo incontro sul tema Incontri sinodali la Chiesa in ascolto dei pescatori, promossi dall’Ufficio Apostolato del Mare.
Il Parroco di Cristo Re, Don George Viju, dopo un breve saluto ha augurato buon lavoro ai presenti, mentre il Cappellano dell’Apostolato del Mare Don Giuseppe Ruffo, dopo aver salutato e ringraziato i pescatori presenti, ha illustrato l’istituzione nel 2012 dell’Ufficio Nazionale per l’apostolato in esecuzione alle indicazioni contenute nel Motu proprio Stella Maris e a quelle relative al Sinodo, nato con intuizione del Concilio Vaticano II, sottolineando l’opera rivoluzionaria di Papa Francesco che ha voluto dare ascolto ai figli che lavorano in mare. L’invito è stato accolto da diverse famiglie di pescatori.
Alle domande rivolte dal Cappellano i pescatori hanno risposto in maniera entusiasta, felici che la Chiesa si ponesse in ascolto dei loro problemi, evidenziando che solo con la passione è possibile svolgere questo lavoro che riduce il tempo da dedicare ai propri affetti in considerazione degli orari estenuanti, uscendo in mare con le imbarcazioni in piena notte e rientrando nel pomeriggio successivo. Le problematiche esposte dai marittimi hanno messo in luce una legislazione generalizzata che non tutela i pescherecci di tipo familiare, perché ormai tutto si basa sui grandi numeri. La stessa Comunità Europea ha ridotto la pesca a strascico, limitando anche le uscite dei pescherecci da cinque a tre volte la settimana, vietando le reti con ampiezza della maglia da 28 mm e alzandola a 50 mm.
I pescatori hanno insistito sulla pericolosità della loro attività, affermando che è il secondo lavoro più pericoloso al mondo, dopo quello dei muratori. Tanti sono i problemi emersi quali: la riduzione dei posti loro assegnati per le imbarcazioni a causa dell’aumentare di quelli per il porto turistico di Cariati; la necessità di far emergere tutte le problematiche dovute alla pandemia, periodo nel quale hanno vissuto l’aumento spropositato e insostenibile del gasolio, che ha determinato l’impossibilità di andare a lavorare, fino ad arrivare al grande problema dell’insabbiamento dell’ingresso del porto.
Il mondo della pesca è allo stremo e molti pensano di abbandonare il settore. Servono interventi urgenti, in particolare per i piccoli pescatori che, vittime dei costi elevati, devono fare i conti con la riduzione del guadagno. In questo contesto è emerso come i pescatori sentano la presenza della Chiesa vicina, come lo è stata, nel periodo della pandemia, ricevendo da essa sostegno e supporto. Ora attraverso essa chiedono di dare voce a tutti i pesatori. Il prossimo incontro si terrà il 24 maggio alle ore 17:00 a Schiavonea. (rcs)