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Carmarìa di Antonio Errigo

Carmarìa di Antonio Errigo

Il termine marinaro dialettale “carmarìa” offre il titolo al bel romanzo di Antonio Errigo: una introspezione svelata attraverso un originale carteggio ideale padre-figlio. Al nuovo bambino in arrivo (e poi arrivato) l’autore si rivolge con la palpitazione del padre, ma anche con il disincanto dello scrittore che intende trasmettere emozioni e sentimenti, affinché “nostro figlio aspiri alla libertà, la condizione più elevata di ogni uomo”.

E la libertà, secondo Antonio Errigo (al suo terzo romanzo) si trova e si conquista nel villaggio dei pescatori dove il silenzio “favorisce il riposo” e la carmarìa è “una connaturata imperturbabilità di tutti gli elementi umani e naturali”.

La felicità prima o poi arriva, aggiunge nelle ultime pagine Errigo, che ci regala un intenso racconto con una narrazione che avvince e convince: è una lettura che coinvolge e induce alla riflessione, dove nelle lettere al figlio, in questo scambio continuo tra racconto immaginato e considerazioni realisticamente attuali, si coglie il senso della vita e dell’amore. Non sono consigli di vita quelli destinati al figlio, bensì la trasmissione della testimonianza di una vitale fiducia nel domani. C’è, dunque, un grande senso di ottimismo, pur nel malinconico sviluppo del racconto, che offre lo sprone a ragionare in termini positivi, soprattutto alla luce degli ultimi disperati eventi pandemici.

Quali le cose della vita che meritano di avere posto nel quotidiano? A parte gli inevitabili imprevisti, l’autore suggerisce al figlio i piccoli grandi piaceri di ogni giorno, tipo “bere acqua a garganella direttamente dalla bottiglia, cantare a squarciagola, ridere a crepapelle”: una sorta di decalogo che vale non solo per un bambino che si è appena affacciato al mondo, ma utile a qualunque individuo che avverte di avere smarrito il senso delle cose semplici, però fondamentali. Come a riempire una giornata che inizia benissimo anche soltanto con uno spontaneo, affettuoso abbraccio tra un figlio e una madre, o il rito di una colazione senza fretta o, ancora, il profumo della bella stagione o uno sguardo al cielo per “leggere” le nuvole.

Semplici esercizi di vita quotidiana che l’autore riesce a farci riconsiderare, offrendoci una lettura rilassante e senza compulsione. Quasi che la stessa “carmaria” si sia appropriata dello scrittore e lo spinge a una narrazione pulita, “lenta” (e perciò apprezzabilissima) dove si riscopre il piacere della lettura, in un viaggio della fantasia/realtà permeata dal desiderio di lasciare un messaggio (diretto al bambino in arrivo/appena arrivato) che, in realtà vale per tutti. Considerazioni di vita d’un romanziere di talento, che tradisce l’amore per il mare e l’aria pulita, ma che rivela un entusiastico mestiere di scrivere che conquista il lettore. (s)

 

CARMARÍA
romanzo di Antonio Errigo
Gangemi Editore, ISBN 9788849241181