Grande successo, a Musmi di Catanzaro, per la presentazione del libro Il lavoro del lettore. Perché leggere ti cambia la vita di Piero Dorfles. Una vera e propria festa, dove il giornalista e critico letterario ha trascinato il pubblico della Ubik in una vera e propria festa per chi ama la lettura.
«Leggere – ha affermato Dorfles – non è una cosa naturale, bisogna imparare a farlo, come un lavoro. Tutti i lavori producono qualcosa e così anche la lettura. La televisione e il cinema ci proiettano qualcosa di finito; il libro, invece, ci dà degli spunti, una traccia ma siamo poi noi a dover immaginare tutto. Non ci si butta naturalmente in un libro. Chi non sa leggere si trova un po’ nella condizione di chi non sa nuotare. Non ha la possibilità di fare un’esperienza unica, che non assomiglia a nessun’altra. Ognuno, poi, fa una lettura personale e i club di lettura sono belli perché offrono l’occasione di confrontarsi e dallo scambio di idee, dallo stesso volume, possono uscir fuori tanti libri».
L’evento, organizzato dalla libreria Ubik di Catanzaro e condotto da Nunzio Belcaro, ha visto, infatti, il coinvolgimento del gruppo di lettori Club Fahrenheit.
Tanti gli spunti di riflessione offerti dallo scrittore: «I libri possono aiutarci ad analizzare il fenomeno della guerra da diversi punti di vista, ci consentono di guardare oltre la superficie. La letteratura ha fornito, per fortuna, la possibilità di dar voce anche a chi ha un pensiero diverso. Se qualcuno avesse letto di più, credo che molte guerre non sarebbero proprio iniziate».
«I libri, la lettura – ha aggiunto Dorfles – non portano certezze, ma dubbi. Non felicità, ma conoscenza. Non spiegano il perché della vita, ma stimolano a porre domande e a essere consapevoli di sé. Non possono superare la difficoltà di trovare un senso al nostro essere, ma ci permettono di allontanare il rischio di perderci nel nulla e ci impongono di mettere al centro di tutto la vita. Leggere rende liberi e consente di sviluppare la propria coscienza critica. Buona lettura consapevole a tutti!». (rcz)