Tis: ok Giunta Regione a incremento risorse e a riconoscimenti economici per i 60enni

Un incremento di risorse e riconoscimenti economici per i 60 anni. Sono i due provvedimenti che la Giunta regionale, guidata dal presidente Roberto Occhiuto, ha deliberato per affrontare, in maniera incisiva, l’annosa vicenda dei tirocinanti di inclusione sociale calabresi.

Il primo, su proposta dell’assessore al Bilancio Marcello Minenna, riguarda l’incremento della dotazione finanziaria per far fronte alle esigenze finanziarie in seguito al provvedimento normativo nazionale che ha disposto la proroga, di altri 12 mesi, del termine per la realizzazione di Tirocini di inclusione sociale.

Nello specifico, è stata approvata la variazione del vigente piano finanziario del Poc 2014-2020 articolato per linee di azione, approvato precedentemente dall’Esecutivo. La proposta di incremento, per l’importo complessivo di euro 8.258.800 riguarda la dotazione della linea di azione 8.5.1. sulle misure di politica attiva, con particolare attenzione ai settori di maggiori prospettive di crescita come, ad esempio, la green e la blue economy, i servizi alla persona, i servizi socio-sanitari, la valorizzazione del patrimonio culturale e ambientale.

Su proposta dell’assessore al Lavoro, Giovanni Calabrese, la Giunta ha stabilito di dare ulteriori indirizzi al Dipartimento Lavoro per l’individuazione di misure di accompagnamento per la chiusura dei percorsi di tirocinio. Nello specifico, le indicazioni approvate dall’atto deliberativo riguardano la definizione di una misura che preveda il riconoscimento di un sostegno economico da destinare ai soggetti che hanno compiuto il sessantesimo anno di età e che non hanno diritto alla misura nazionale dell’Assegno di inclusione (Adi).

Per gli under 60, si stabilisce, inoltre, di definire misure di politica attiva del lavoro per l’inserimento lavorativo attraverso la ricognizione presso i Comuni della disponibilità ad assumere, nonché attraverso la definizione di un progetto pilota che preveda la possibilità di utilizzare di tali soggetti per l’attuazione di percorsi di sostegno e accompagnamento finalizzati al supporto a persone con bisogni di cure sanitarie. 

Inoltre, su proposta del vicepresidente e assessore all’Organizzazione, Risorse umane e Valorizzazione dei beni confiscati alla criminalità, Filippo Pietropaolo, ha approvato le modifiche del regolamento regionale n. 12/2022 sull’assetto generale della struttura organizzativa.

L’obiettivo di questo nuovo modello organizzativo è di creare una struttura più agile in grado di rispondere, in maniera più efficiente a rapida, attraverso l’adozione di processi snelli e duttili, alle sfide di un contesto esterno sempre più complesso ed in rapida evoluzione. E anche di eliminare settori che hanno competenze analoghe e di valorizzare la collaborazione tra essi, garantendo unitarietà di azione su materie comuni, al fine di semplificare i processi attuativi.

Sempre in materia di valorizzazione di beni confiscati alla criminalità organizzata, sempre su indicazione del vicepresidente Pietropaolo, è stato anche approvato il Piano di settore per l’attuazione del Programma regionale Fesr Fse 2021/2027 e dell’accordo di coesione Fsc 21/27. Il Piano di settore, che è anche la mappa del fabbisogno espressa dal territorio, è stato elaborato sulla base della ricognizione delle progettualità dei Comuni propedeutica ad avviare la coprogettazione con il Terzo settore per arrivare al vero e proprio Piano di azione dettagliato.

Per l’utilizzo dell’enorme patrimonio confiscato alla criminalità organizzata, la mappa è stata costruita attraverso una rigorosa analisi di contesto, col supporto dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria e del Forum del Terso settore, con un focus sui beni confiscati di proprietà regionale. Le risultanze sono state, altresì, condivise con le cinque Prefetture calabresi e con l’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (Anbsc).

Su proposta dell’assessore ai lavori pubblici, Maria Stefania Caracciolo, si è stabilito di dare indirizzo al dipartimento Infrastrutture e Lavori pubblici per l’assegnazione ai Comuni delle risorse, frutto di trasferimenti statali di cui alla Legge 30/12/2018, n. 145, art. 1 commi 134 e 135 e s.m.i.
La norma prevede il finanziamento di interventi per la messa in sicurezza del territorio a rischio idrogeologico, per la messa in sicurezza di strade, di edifici anche scolastici e di altre strutture di proprietà comunale, per la messa in sicurezza e lo sviluppo di sistemi di trasporto pubblico, per progetti di rigenerazione urbana, riconversione energetica e utilizzo fonti rinnovabili, infrastrutture sociali, bonifiche ambientali dei siti inquinati, l’acquisto di impianti, macchinari, attrezzature tecnico-scientifiche, mezzi di trasporto e altri beni mobili a utilizzo pluriennale.
Nello specifico, le risorse da assegnare si riferiscono all’anno 2025 e ammontano ad Euro 5.552.700,00, più una quota parte delle risorse complessive di Euro 11.573.700,00 per l’anno 2026. Le istanze ammissibili presentate verranno finanziate con priorità per i Comuni aventi una più modesta densità di popolazione residente sulla base del censimento relativo all’anno 2021, tenuto conto della maggiore difficoltà a disporre di finanziamenti per affrontare le problematiche presenti nel territorio. Le rimanenti istanze ammissibili saranno finanziate successivamente, con quota parte delle risorse relative al 2026. (rcz)

Antonino Flachi, il prof. calabro-giapponese

di GREGORIO CORIGLIANOSul treno, di qualsivoglia natura sia, si fanno sempre incontri d’interesse. Sfido chiunque a dire che non ha mai fatto conoscenze.

Questa volta non ho incontrato la suora di 27 anni che andava da Reggio al convento di Lamezia e che aveva lasciato la vita giovanile, compreso il fidanzato perché le era venuta la vocazione. Stavolta ho incontrato una coppia particolare, nel senso che dava nell’occhio. Lui, dall’aspetto di quarantenne del Sud, lei, aspetto di trentenne, ma asiatica, tra il giapponese ed il cinese – non sempre si azzecca –specie se il viaggio è da Reggio a Cosenza. Mi incuriosiscono nei pressi di Rosarno. Faccio la faccia tosta e chiedo «sembrate essere marito e moglie, ma forse sbaglio. Lei ha la faccia calabrese, mentre lei è giapponese, mi pare».

Prontamente risponde l’uomo, senza essere scortese. Anzi. «Bravo, ha azzeccato. Io sono nato a Cosenza 45 anni fa, sono dottore in fisica. I miei genitori, padre bancario, madre fisioterapista all’Aias». «E la signora che le è accanto?». «Si chiama Midori, è giapponese ed è mia moglie, ha la stessa mia età. Non sembra glielo dico sinceramente, ne dimostra al massimo 30».

Lui, contento, mi dice le generalità. Si chiama Antonino Flachi, si è laureato in fisica a Cosenza ed ha fatto il dottorato a Newcastle e così di questo passo si sbottona, avendo compreso bene che sono giornalista. Essendo, come vedremo, un uomo di mondo, aggiunge che ha partecipato ad un concorso per ricercatore universitario a Barcellona, in Spagna. Lo vince e lascia la Calabria. Dopo due anni, altro concorso per l’Università di Kyoto, con la quale collaborava da Barcellona. E qui sta sei anni, per poi spostarsi a Dallas, in Texas.

Ulteriore concorso, stavolta  come professore a Lisbona e da qui il grande salto per una delle università di Kyoto, come docente di fisica, con l’obbligo di proseguire la ricerca. Il professor Flachi, cognome tipico della jonica reggina, parla, oltre al dialetto reggino, lo spagnolo, l’inglese e l’italiano, mentre studia tuttora il giapponese, nonostante siano passati molti anni ed abbia una moglie giapponese con la quale parla in inglese, prevalentemente.

Accanto a loro l’unico figlio di sei anni che si chiama Francesco. Midori, la moglie, l’ha conosciuta a Lisbona. La festa per il matrimonio, naturalmente, anche se non si direbbe, l’hanno fatta a Cosenza. All’epoca vivevano in Calabria le sue sorelle, che si sono trasferite una a Rimini, l‘altra a Manchester. Una è bancaria, l‘altra è medico. La moglie, invece, è avvocato di aziende farmaceutiche.

Vivono, udite udite a Tokyo, la città di origine della signora Midori che non parla l’italiano, pur essendo sposata con un italiano, da undici anni. Le parole di uso più comune, sì, comprese le parolacce. Come lui, col giapponese. Il professore ha duecento alunni, tutti giapponesi, qualche italiano che è lì per interscambi culturali. Si capiscono bene, con l’inglese, giapponesi ed italiani.

La signora Flachi, che a stento sa pronunciare il cognome acquisito, di fatto è una cittadina europea. Vivere a Tokyo è come vivere a Roma. Senza esitazioni, il professore Antonino mi dice che i giapponesi hanno spiccato senso di comunità, hanno un senso di rispetto maggiore per gli altri. Il professore ad un certo punto si ferma, parla con la moglie, un misto di inglese e giapponese, la lingua di casa. Come passa il tempo.

Sempre all’università che è la prima fondata in Giappone, si occupa di ricerca avanzata. Cioè studia, per esempio, tanto per capire di onde elettromagnetiche. «Passiamo al tu! Torneresti in Italia?». «Non lo so, anche se non escludo. Vengo una due volte all’anno, per andare a Rimini dalle mie sorelle e a Melito Porto salvo, dove vivono tutti i miei parenti».

«Cosa ti ha colpito del popolo giapponese? Ti sei ambientato?».

«Certo, la caratteristica loro è la modestia, non è stato difficile ambientarmi. Andiamo a ballare, a cena con gli amici, gite a Osaka, Yokohama, Kyoto».

«Si sente solo?».

«Certo che no, ci sono un migliaio di italiani divisi tra ristoratori di altissimo livello e costo (tanto per gradire!) docenti, ricercatori, istituti specialistici, cliniche».

Ha nostalgia della Calabria. Non lo nasconde anche se il viaggio, dodici ore di aereo, costa tantissimo -1.800 euro a persona il Tokyo-Roma- e non è sempre possibile.

Cosa ti manca? «La famiglia ed il nostro mare che non ha eguali. Altro che Oceano Pacifico!». (gc)

Un ponte tra l’Unical ed alcune Università francesi per un rapporto di collaborazione in campo di formazione e ricerca innovativa

di FRANCO BARTUCCIDa un accordo internazionale, firmato a Napoli tra l’Unical con le Università di Napoli-Parthenope e di Palermo, nonché con le Università francesi di Artois, Picardie-Jules Verne e Littoral Cote d’Opale, è nato un ponte tra Italia e Francia per una collaborazione nel settore della formazione e della ricerca innovativa.

A seguito di tale accordo si è svolto all’Università della Calabria un primo incontro operativo con i tre rettori francesi, concordando per la prossima primavera l’organizzazione proprio nel Campus di Arcavacata la promozione di un importante simposio sulla ricerca scientifica. Gli atenei collaboreranno con azioni congiunte per la mobilità di ricercatori e docenti, lo scambio di materiale scientifico, la costruzione sinergica di progetti di ricerca o di formazione e la sottoscrizione di accordi Erasmus+ per la mobilità e lo scambio degli studenti.

L’Università della Calabria si è già mossa attivamente, all’indomani della firma dell’accordo sottoscritto a Napoli, avviando una serie di incontri operativi per definire le prime azioni concrete di collaborazione. Il Rettore Nicola Leone, accompagnato dal delegato per il Coordinamento delle azioni di internazionalizzazione per l’Europa Luigi Boccia, tra l’altro responsabile UniCal dell’alleanza europea interateneo Europeace, ha accolto nel campus i colleghi francesi Mohammed Benlahsen, rettore dell’Université de Picardie-Jules Verne, Hassane Sadok, Rettore dell’Université Littoral Cote d’Opale e Pasquale Mammone, rettore dell’Université d’Artois, presentando loro le infrastrutture di ricerca dell’ateneo e l’incubatore di impresa Technest con gli spin-off che vi lavorano, ben illustrate nel giro dalla prof.ssa Donatella Armentano, docente di chimica, che ne ha coordinato la visita.

Tre linee di ricerca per un futuro sostenibile

Le università francesi hanno proposto tre linee di ricerca strategiche: bioeconomia, mare, intelligenza artificiale e medicina. Per ciascuna di queste aree, saranno costituiti tavoli di lavoro, composti da esperti dei diversi atenei partner, con l’obiettivo di definire progetti di ricerca congiunti e programmi di scambio. Non è stato un caso che all’incontro ha pure partecipato il dott. Giampiero Barbuto, dirigente dell’area rapporti internazionali della stessa Università.

Ad illustrare ai Rettori ospiti lo stato della ricerca in corso di svolgimento nell’Università della Calabria c’erano il prof. Paolo Zimmaro, rappresentante del Dipartimento di Ingegneria per l’ambiente e il territorio, che li ha portati a visitare il laboratorio Cessma, diretto dal prof. Mendicino, del Diam in tecnologie del mare e della navigazione, coordinato dal prof. Mario Maiolo, dove hanno potuto interagire con studenti e studentesse che stanno svolgendo il loro lavoro di tesi su temi inerenti i cambiamenti climatici e apprezzato gli strumenti di previsione del tempo e di difesa da inondazioni e incendi; mentre i professori Marcello Maggiolini e Vincenzo Pezzi hanno illustrato loro lo stato dell’avvio dei corsi di laurea in Medicina Chirurgia e Tecnologia Digitale, nonché Scienze Infermieristiche, nei quali si utilizza molto la robotica, come avviene pure presso l’Università Picardie Jules Verne di Amiens.

Un’opportunità per i giovani ricercatori

Per favorire la partecipazione attiva dei giovani ricercatori, è stata proposta l’organizzazione di un evento dedicato ai dottorandi del terzo anno delle sei università dell’alleanza. Questo incontro, previsto per la prossima primavera, offrirà ai dottorandi l’opportunità di presentare i loro progetti di ricerca e di instaurare preziose collaborazioni scientifiche. Per questo l’Unical è stata scelta come sede la sede per ospitare il simposio.

Obiettivi dell’accordo

 La cooperazione prevede la mobilità di ricercatori e docenti; lo sviluppo di progetti di ricerca e formazione; la sottoscrizione di accordi “Erasmus+” per promuovere l’internazionalizzazione attraverso la mobilità individuale degli studenti (in corso, post-laurea o di dottorato) e del personale nei Paesi partner; il coordinamento di proposte finalizzate all’ottenimento di fondi comunitari per la realizzazione di progetti di ricerca e formazione e delle relative strutture a servizio.

Soddisfatto il rettore Nicola Leone per l’accordo internazionale raggiunto dichiarando: «Dopo l’avvio dell’Alleanza EUPeace, finanziata dalla Commissione Europea nella call “European Universities”, che abbraccia 9 università di 8 Paesi europei, questa nuova alleanza italo-francese testimonia il ruolo sempre più centrale dell’Unical nel panorama accademico europeo».

«Questa alleanza strategica – ha concluso – rappresenta un’opportunità importante per rafforzare la nostra offerta formativa, attrarre nuovi talenti e promuovere la ricerca d’eccellenza in settori chiave per il futuro sostenibile dell’Europa. L’Unical si conferma un’università dinamica e aperta all’innovazione, che desta l’interesse internazionale ed è capace di stringere alleanze e creare sinergie positive». (fb)   

Unical, dal 28 al 31 ottobre l’ultima possibilità per iscriversi

Dal 28 al 31 ottobre sarà ancora possibile iscriversi all’Università della Calabria. Si tratta di una finestra d’immatricolazione “diretta” e immediata sui posti ancora disponibili nei corsi di studio per il 2024/25, che va incontro a quanti non hanno sfruttato le precedenti fasi d’iscrizione.

L’iscrizione è aperta a tutti, dagli studenti che non hanno mai fatto domanda, a quelli che non sono stati ammessi nelle fasi precedenti ma che sono desiderosi d’iniziare il loro percorso di studio universitario nel più grande campus d’Italia, assicurandosi una formazione di alta qualità senza ricorrere a costose migrazioni verso altri atenei del Paese. Grazie all’ampliamento dei posti a bando, effettuata dalla Governance dell’ateneo dopo il boom di iscrizioni dello scorso anno, agli studenti è offerta l’opportunità di iscriversi a diversi corsi di studio, anche in questa fase finale.

Le fasi della procedura

Alle 11.00 del 28 ottobre sarà aggiornata la sezione dedicata e verrà pubblicata la tabella contenente il numero di posti ancora disponibili nei singoli corsi di laurea, mentre alle 12 del 28 ottobre inizierà la fase di immatricolazione diretta.

Per immatricolarsi bisogna: registrarsi su unical.esse3.cineca.it (guida); elezionare dal Menu di Esse3 -> segreteria -> immatricolazione; scegliere il corso di laurea d’interesse tra quelli disponibili seguendo la procedura indicata nella sezione dedicata; pagare subito la tassa di immatricolazione (16,50 €) e comunque non oltre la mezzanotte dello stesso giorno (pena la decadenza), confermando così l’iscrizione che diventa immediatamente effettiva.

Alle 23 del 31 ottobre si chiuderà la finestra di immatricolazione. In quest’ultima fase, dunque, chi prima arriva potrà acquisire il posto disponibile, confermandolo  con il pagamento della tassa (16,50 €) entro la mezzanotte della stessa giornata. In caso di mancato pagamento, decade il diritto all’iscrizione ed il giorno successivo il posto viene reso nuovamente disponibile.

La procedura deve essere svolta online, ma chi avesse bisogno di assistenza, dal 28 al 31 ottobre potrà rivolgersi al personale dell’Area Servizi Didattici presso gli sportelli attivati al primo piano del Centro Residenziale (dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 17). (rcs)

 

PILLOLE DI PREVIDENZA / Ugo Bianco: Le tre deroghe Amato e l’accesso alla pensione di vecchiaia

di UGO BIANCO  – Il sistema pensionistico italiano, noto per la sua complessità e per le numerose modifiche intervenute negli ultimi decenni, prevede una pensione di vecchiaia per coloro che non hanno raggiunto i venti anni di contribuzione.

Prima di esaminare i requisiti minimi per questa tipologia di assicurati, è utile ricordare l’articolo 24 comma 6 del Decreto Legge n. 201/2011 (Riforma Fornero), che in via ordinaria per il 2024, fissa l’età pensionabile a 67 anni, con almeno 20 anni di contribuzione. Tuttavia, esistono alcune alternative, al raggiungimento della medesima età, per chi ha accumulato almeno 15 anni di contributi (780 settimane).

Lo prevede l’articolo 2 co. 3 del D.lgs n. 503/1992 (c.d. Deroghe Amato), che preserva tre eccezioni per lasciare l’attività lavorativa. Beneficiano della prima deroga, chi ha almeno 15 anni di contributi antecedenti al 31 dicembre 1992. Sono validi i versamenti obbligatori, volontari, figurativi e da riscatto. Gli oneri da riscatto possono essere effettuati anche dopo il 1992, l’importante che si riferiscono a periodi precedenti del medesimo periodo. Rientrano in questa categoria: gli iscritti al fondo pensione lavoratori dipendenti (FPLD), alle gestioni speciali del lavoro autonomo, gli ex Enpals e gli ex Inpdap.

La seconda deroga riguarda chi ha almeno 15 anni di contribuzione, collocata anche dopo il 31 dicembre 1992, ed essere titolare di autorizzazione ai versamenti volontari, entro la medesima data, anche senza aver provveduto a nessun pagamento. Non rientra in questa casistica il settore pubblico. Tant’è che per i regimi ex Inpdap, ex FS ed ex Ipost, l’istituto dei contributi volontari è stato introdotto a partire dal 12 luglio 1997.

Infine, la terza deroga, un po’ più complessa, prevede il diritto alla pensione di vecchiaia alle seguenti condizioni: 1) un’anzianità assicurativa di 25 anni (il primo contributo deve essere versato 25 anni prima della decorrenza); 2) 15 anni di contribuzione nel fondo pensione lavoratori dipendenti, in un fondo sostitutivo o esonerativo; 3) almeno 10 anni lavorativi e discontinui, coperti da meno di 52 settimane di contribuzione per anno. (ub)

[Ugo Bianco è presidente dell’Associazione Nazionale Sociologi]



Da Camigliatello una risposta all’allarme sulle intossicazioni da funghi

di BRUNELLA GIACOBBESi è tenuto a Camigliatello Silano (CS), presso la sede dell’Arsac – Centro Sperimentale Dimostrativo “Molarotta” l’incontro dedicato alla prevenzione delle intossicazioni da funghi secondo il programma “Le malattie trasmesse da alimenti” del Piano Regionale della Prevenzione ed è stato dunque un’iniziativa promossa dall’Asp di Cosenza, in collaborazione con il Dipartimento Agricoltura, Risorse agroalimentari e Forestazione della Regione Calabria, il Dipartimento Salute e Welfare della Regione Calabria e l’Arsac, l’Azienda Regionale per lo Sviluppo dell’Agricoltura Calabrese.

Ha aperto con i saluti istituzionali, facendo gli onori di casa, la dott.ssa Fulvia Caligiuri, commissario straordinario di Arsac, seguitata dal dott. Martino Maria Rizzo, direttore sanitario Asp Cosenza e dal dott. Tommaso Calabrò, direttore generale del Dipartimento Salute e Welfare della Regione Calabria.

Sono intervenuti i micologi dott. Dario Macchioni per il Dipartimento Salute e Welfare che si è occupato di moderare l’incontro e il dott. Ernesto Marra, responsabile dell’Ispettorato Micologico dell’ASP di Cosenza, che da anni sensibilizzano sull’argomento e che hanno elaborato insieme diverse guide gratuite al servizio dei cittadini e reperibili anche gratuitamente online, oltre a un manuale dedicato alla formazione dei raccoglitori e degli Operatori del Settore Alimentare per l’Asp di Cosenza. È intervenuta inoltre la nuova direttrice dell’Uoc Sian Asp di Cosenza, dott.ssa Maria Teresa Pagliuso.

Il rischio di intossicazione per gli avventori senza esperienza è altissimo perché accanto ai funghi commestibili convivono funghi dall’aspetto ingannevole, che richiamano le caratteristiche dei funghi adatti al consumo alimentare ma che, in realtà, sono altamente tossici. L’unico metodo sicuro per verificare la commestibilità di un fungo è la consulenza di un micologo.

L’invito a consultare i micologi esperti prima di procedere al consumo di un fungo è stato più volte ribadito durante il convegno e si è voluto illustrare nuovamente al pubblico ruolo e funzioni di queste importanti figure del tutto gratuite per il cittadino. In ogni Azienda Sanitaria Provinciale della Regione Calabria è difatti presente un Ispettorato Micologico che fa capo al Servizio Igiene degli Alimenti e della Nutrizione (Sian), all’interno dei Dipartimenti di Prevenzione. Gli Ispettorati sono organizzati in uno o più Centri di Controllo Micologico territoriale, presso i quali è possibile sottoporre i funghi raccolti dai privati a controllo di commestibilità per il proprio consumo.Il servizio è offerto gratuitamente presso le sedi indicate, negli orari prestabiliti o su appuntamento telefonico.

Compiti degli ispettori: Interventi di educazione e sensibilizzazione: rivolti a gruppi di popolazione per la prevenzione delle intossicazioni da funghi; Organizzazione di corsi ed esami: preparazione per il conseguimento dell’attestato di idoneità all’identificazione delle specie fungine; Rilascio della certificazione di commestibilità: per i funghi destinati al commercio; Consulenza gratuita: sulla commestibilità dei funghi raccolti dai privati cittadini per il consumo diretto; Vigilanza e controllo: su funghi in ogni fase, dalla raccolta alla commercializzazione, vendita al dettaglio, lavorazione e somministrazione nei pubblici esercizi; Consulenza mico-tossicologica: supporto per strutture ospedaliere pubbliche e private e per i Medici di Medicina Generale in caso di sospetta intossicazione; Supervisione dei corsi e degli esami: per il rilascio dell’attestato e della tessera professionale.


I micologi hanno approfondito le buone pratiche per prevenire il rischio di intossicazione, perché, sebbene molte persone raccolgano e consumino funghi senza avere conoscenze specifiche, la naturalezza di questi “prodotti del bosco” non garantisce sempre la loro sicurezza alimentare. Raccogliere dati completi sui casi di intossicazione da funghi in Italia è complesso, poiché non tutti i casi vengono adeguatamente segnalati.
Le informazioni più dettagliate attualmente disponibili provengono dai Centri Antiveleni (Cav), che offrono un servizio di consulenza tossicologica telefonica agli ospedali e al pubblico.

Sul finire dell’incontro il dott. Marra ha presentato diverse slide ritraenti funghi tossici ed esponendo le loro caratteristiche, anche lui ribadendo comunque in conclusione l’importanza della valutazione di un esperto e le regolo d’oro per un consumo in sicurezza.

 

Le otto regole d’oro per il consumo sicuro dei funghi: Acquistare solo funghi spontanei che abbiano sul contenitore la certificazione di commestibilità rilasciata dal micologo dell’Ispettorato Micologico; Sottoporre l’intera raccolta di funghi spontanei al controllo del micologo dell’Ispettorato; Non regalare né accettare funghi che non siano stati controllati; Non raccogliere funghi in prossimità di strade trafficate, giardini o parchi pubblici; Non fidarsi di consigli sulla commestibilità dati da presunti “esperti” o conoscitori; Non consumare funghi “incerti” basandosi solo su confronti con foto o descrizioni trovate su riviste, libri o internet, poiché potrebbero essere mal interpretate dai non esperti; Evitare il consumo di funghi per bambini, donne in gravidanza, persone defedate, convalescenti o con storia di intolleranza alimentare; Consumare tutti i funghi ben cotti. Sono stati segnalati episodi di intossicazione probabilmente legati a intolleranza individuale; pertanto, è sconsigliato il consumo di funghi crudi.

Inoltre bisogna prestare attenzione ad alcune false credenze: alcuni funghi devono essere prebolliti prima del consumo, ma altri funghi tossici, tra cui i più pericolosi, rimangono tossici anche dopo una prolungata cottura; il presunto cambio di colore dell’aglio o dell’argento in presenza di funghi velenosi come garanzia di commestibilità rappresenta un test ad alta pericolosità di intossicazione.

Non esiste alcun metodo per identificare in autonomia se un fungo è commestibile o tossico, per questo l’invito espresso più volte all’incontro e anche in questa sede è sempre quello di rivolgersi ad un micologo.

Ogni anno in Italia si stima che si verifichino migliaia di casi di intossicazione da funghi. In Calabria, dal 2012 al 2023, sono stati registrati 31 casi gravi di avvelenamento, dei quali 7 dovuti al consumo di Amanita verna, 13 causati da Amanita phalloides e 11 da Lepiota brunneoincarnata. Questi episodi hanno portato a 5 decessi e 2 trapianti d’organo. Sono dati allarmanti, che richiedono una continua riflessione sui rischi reali associati al consumo di funghi spontanei non controllati, e confermano la necessità di mantenere attivo un percorso di prevenzione. (bg)

 

L’APPELLO / Pietro Molinaro: Mantenere la scorta a Bentivoglio

di PIETRO MOLINARO – È un episodio che fa gelare il sangue, la nuova ed ennesima intimidazione al testimone di giustizia Tiberio Bentivoglio a Reggio Calabria.

L’incendio sicuramente doloso avvenuto nel suo frutteto ha distrutto un capannone e macchinari. Bentivoglio non può certamente lottare da solo dopo i ripetuti attentati anche alla sua incolumità che hanno messo in pericolo la sua famiglia. L’imprenditore nel corso degli anni, denunciando, ha dimostrato e testimoniato una volontà ferrea.

Certamente quando si ha questo coraggio, si provocano crude sensazioni nella consapevolezza di essere nel mirino di un clan  ‘ndranghetista. Oltre alla scontata solidarietà, faccio appello al sig. Prefetto di Reggio Calabria affinchè la scorta, che in questo caso non è sicuramente uno status symbol, che è stata revocata a livello nazionale possa essere mantenuta in Calabria dopo una valutazione dei rischi fatta dalle forze di polizia implementati da ulteriori elementi a disposizione del sig. Bentivoglio.

Le mafie come si è visto in questo caso non dimenticano e la protezione non può avere una scadenza, non può essere un foglio di carta con un timbro. (pm)

[Pietro Molinaro è consigliere regionale]

La lettera / Angelo Sposato: Otto anni intensi, pieni e impegnativi come segretario della Cgil Calabria

di ANGELO SPOSATO – È giunto a termine il mio mandato da Segretario generale della Cgil Calabria. Vorrei cogliere l’occasione per ringraziare tutte e tutti coloro che in questi anni ci hanno dato la forza, gli stimoli, il coraggio per affrontare vertenze e sfide complicate, in una regione difficile e inquieta.

Sono stati otto anni intensi, pieni, impegnativi.

Ci siamo dovuti confrontare con un quadro socioeconomico e istituzionale molto compromesso, con situazioni e vertenze storiche aperte che ci hanno portato a mobilitazioni che in alcuni casi hanno paralizzato la nostra Regione, con migliaia di lavoratori precari da stabilizzare e numerose vertenze territoriali. In questi otto anni in Calabria si sono succeduti tre presidenti di regione, un facente funzioni, quattro commissari alla sanità, la pandemia, interi settori commissariati che hanno determinato rallentamenti e cambiamenti nelle relazioni e confronti istituzionali, nei tavoli di programmazione e nei risultati.

Abbiamo cercato, tutti insieme e con scelte coraggiose, di avviare un processo di riforma della nostra organizzazione in Calabria, alla luce dei cambiamenti della società e del mondo del lavoro, secondo le regole e i nostri dettati congressuali.
Ciò non sarebbe stato possibile senza la vicinanza delle lavoratrici e dei lavoratori, delle pensionate e dei pensionati, dei tanti giovani che si sono avvicinati alla Cgil. A loro sarò sempre grato per avermi manifestato, quotidianamente, attraverso i diversi canali il loro sostegno e con la partecipazione alle tante iniziative e mobilitazione fatte in Calabria e a livello nazionale.
Un ringraziamento alla segreteria regionale, all’assemblea generale della Cgil Calabria, alle categorie e Camere del lavoro, alle associazioni con le quali abbiamo intrapreso iniziative e percorsi di legalità attraverso le costituzioni di parte civile in importanti processi contro la Ndrangheta e per aver condotto insieme la campagna per la raccolta firme per i referendum contro l’autonomia differenziata e la precarietà del lavoro. Un ringraziamento alla Cgil Nazionale, a tutte le strutture confederali e categoriali nazionali, regionali e territoriali per la vicinanza data in momenti tragici per la nostra regione, in particolare per la manifestazione di Steccato di Cutro.
Un grazie agli amici e compagni di Cisl e Uil Calabria (come non ricordare la manifestazione nazionale unitaria a Reggio Calabria nel luglio 2019 dopo 50 anni) a tutte le associazioni, alle forze politiche, alle rappresentanze parlamentari, regionali, alle istituzioni, ai Sindaci, a tutta la stampa e i media della Calabria per le attenzioni alle questioni sociali e per il lavoro fatto insieme.
Grazie a tutte le compagne ed i compagni, ai volontari, pensionate e pensionati di tutte le strutture della Cgil in Calabria che sono la nostra spina dorsale.
Lunedì 28 ottobre l’assemblea generale della Cgil Calabria eleggerà, su proposta della Cgil Nazionale, il nuovo Segretario generale.
Un grazie a tutte/i coloro che ho incrociato in questi anni e che mi hanno dato la loro amicizia e stima e donato la possibilità di conoscere, di sapere, di crescere, di confrontarci.
Un grazie particolare alla mia famiglia, a mia moglie e mia figlia per avermi sempre capito e sostenuto.
Un grazie di cuore alla Calabria che ha bisogno delle cure e del sostegno di tutti noi, da qualunque ruolo e funzione.
Noi dobbiamo continuare ad essere costruttori di futuro, di lavoro, di pace e di speranza. Grazie per avermi dato l’onore di servire una causa giusta. (as)
[Angelo Sposato è segretario generale uscente Cgil Calabria]

La giornalista Francesca Lagatta vince il premio Sanofi per la narrativa

di PINO NANOLa location è solenne, il salone delle feste dell’Ambasciata di Francia a Roma. Il Primo Premio Nazionale per la Narrativa, andato alla giornalista calabrese Francesca Lagatta (dall’agosto del 2018 corrispondente dal Tirreno cosentino per LaC News24) per “Vite di cristallo-La storia di forza e coraggio di Anna e di suo figlio Emanuele, affetto da adrenoleucodistrofia” (Rubettino Editore), non è solo un capolavoro del linguaggio giornalistico moderno, ma è soprattutto un vero e proprio inno alla vita.

Questo romanzo, davvero bellissimo, è la storia vera di Anna Cervati, che è una donna fragile nel corpo e forte nell’anima. Una donna che combatte per tutta la vita contro il destino avverso. Una donna che ha un’infanzia drammatica, segnata dal rapporto freddo e distaccato con la madre, e che vive un’adolescenza turbolenta a causa di un amore costellato di delusioni e tradimenti. Quando poi, finalmente, sposa l’uomo della sua vita, ancora giovanissima, rinunciando anche al sogno di diventare una modella, spera di poter vivere quella felicità inseguita da tempo e mai assaporata. Crede di averla raggiunta quando diventa madre di due bambini, voluti con tutte le sue forze.

Il suo tempo scorre sereno in un piccolo paesino della provincia cosentina, mentre il chiasso dei pargoli che giocano nel salotto di casa riempie le sue vene di gioia. Fino a quando, un giorno, il primogenito sembra andare in trance per qualche secondo. Anna non lo sa, ma quello è il punto preciso in cui andrà all’inferno con un biglietto di sola andata. Emanuele, questo è il suo nome, si scopre malato di adrenoleucodistrofia e i medici, quando ha solo 8 anni, dicono ai suoi genitori che vivrà ancora per poco, tra atroci sofferenze. Ma Anna si oppone alla diagnosi con tutta la rabbia che ha in corpo. Da quel momento in poi spenderà ogni secondo della sua esistenza per strappare il figlio dalle grinfie della morte. Il loro diventerà un legame unico, simbiotico, che anima le pagine di questo libro e trascina i lettori nel loro mondo, intriso di solitudine, dolore, ma anche di amore sconfinato, che disintegra i muri del tempo e dello spazio. 

Tradisce la commozione il Presidente della giuria, Gianni Letta, quando consegna a questa straordinaria donna e mamma calabrese il premio che le spetta. 

«La narrazione, dunque, come strumento terapeutico e di sensibilizzazione sociale, alla luce delle esperienze personali di pazienti e caregiver nella gestione della malattia». Era questo il tema del Premio Letterario Angelo Zanibelli Edizione 2024, “La Parola che cura”, e che ogni anno vuole dare voce a chi affronta sfide complesse, valorizzando la resilienza e il coraggio di coloro che trasformano le proprie esperienze in un potente racconto di vita, un messaggio da poter condividere. Per Marcello Cattani, Presidente e Ad di Sanofi Italia e Malta, il Premio è molto più di un semplice concorso letterario.

«È un esempio concreto e tangibile del nostro impegno costante e continuo al fianco dei pazienti, di chi li sostiene e di chi ne rappresenta le istanze». 

Quest’anno, la giuria presieduta da Gianni Letta ha premiato: “Vite di cristallo” di Francesca Lagatta (Narrativa); “Lezioni di amore per un figlio” di Stefano Rossi (Saggistica), “Il mostro che vive dentro la mamma” di Nicolò Muggianu (Illustrati), l’inedito “La memoria del cuore” di Marilù S.Manzini (che sarà pubblicato da Piemme).

Il Premio “La Parola che cura” è andato invece al progetto PortrAIts di Aism, serie di 12 immagini e ritratti in mostra, realizzate grazie a un programma di Intelligenza Artificiale che, insieme a professionisti della comunicazione, ha rielaborato il racconto e le parole di persone con sclerosi multipla. (pn)

A Reggio si consegnano i Premi Internazionali Rhegium Julii

Emanuele Trevi,  Umberto Galimberti, Renè CoronaLuca Addante, sono i vincitori della 56esima edizione dei Premi Internazionali Rhegium Julii, promossi dal Circolo Culturale Rhegium Julii, guidato da Pino Bova, che saranno consegnati domani sera, alle 21, al Teatro “Francesco Cilea”.

I due premi speciali sono stati assegnati a Sandro Gros-Pietro  per il romanzo L’abbaglio del comandante (Genesi), destinatario del Premio per il centenario della nascita di Saverio Strati, e a  Giuseppe Gangemi per la ricerca storica,  autore del libro Senza tocco di campana (Magenes,)  che vince il Premio intitolato a Pasquino Crupi.

Il Premio Internazionale “Città dello Stretto” sarà conferito, invece, al prof. Andrea Riccardi, già Ministro della integrazione del governo MontiPremio internazionale Carlo Magno per la pace, fondatore della Comunità di Sant’Egidio, Presidente della Società dante Alighieri.

Sono questi i nomi dei vincitori designati dalla giuria, presieduta da Corrado Calabròe composta daBenedetta BorrataGiuseppe Caridi, Gioacchino Criaco, Nadia Crucitti, Mimmo Gangemi, Dante Maffia, Annarosa Macrì, Domenico Nunnari e Giuseppe Smorto.

Nello specifico, Emanuele Trevi, premio Corrado Alvaro per la narrativa con il volume La casa del mago (Ponte alle grazie); Umberto Galimberti, premio Leonida Repaci per la saggistica con il volume L‘etica del viandante (Feltrinelli), Renè Corona, premio Lorenzo Calogero per la poesia con la raccolta I bucaneve dell’altrove (Book); Luca Addante, premio Gaetano Cingari per gli studi meridionalistici con il volume Le colonne della Democrazia. Giacobinismo e società segrete alle radici del Risorgimento (Laterza), sono i vincitori della cinquantaquattresima edizione dei Premi Rhegium Julii edizione 2022. Sono stati assegnati, inoltre,  due Premi speciali a: Sandro Gros-Pietro  per il romanzo L’abbaglio del comandante (Genesi), destinatario del Premio per il centenario della nascita di Saverio Strati, e a  Giuseppe Gangemi per la ricerca storica,  autore del libro Senza tocco di campana (Magenes,)  che vince il Premio intitolato a Pasquino Crupi.

Per quanto riguarda Andrea Riccardi, figura di primo piano del nostro paese, è «grande protagonista della vita culturale italiana, saggista di spessore internazionale, prestigioso accademico, profondo conoscitore delle radici cristiane, ha contribuito in modo decisivo al dialogo interconfessionale, sostenendo la causa degli emarginati e lavorando per la giusta causa della pace e della riconciliazione», si legge nella motivazione del Circolo.

«Andrea Riccardi è il fondatore e l’animatore della Comunità di Sant’Egidio. Nata nel 1968 per iniziativa di Riccardi in un liceo romano, la Comunità di Sant’Egidio ha avuto uno sviluppo che ha del prodigioso», scrive Corrado Calabrò. «L’attività della Comunità in favore degli emarginati, cominciata nella periferia romana, si è poi estesa a molte altre città italiane e si quindi diffusa all’estero, in 73 Paesi: sono 29 le comunità in Africa, 7 in Asia, 23 in Europa, 8 in Nordamerica, 5 in Sudamerica. Molteplici le iniziative di assistenza alle persone svantaggiate: scuole per immigrati e per bambini, compresi quelli non registrati all’anagrafe, cura e assistenza degli handicappati, degli anziani, dei malati cronici (compresi i malati di AIDS), dei malati psichici, di persone senza fissa dimora, di anziani non autosufficienti, di profughi a causa di guerre o di calamità naturali».

«Importante è l’attività svolta dalla Comunità di Sant’Egidio – continua la motivazione – in favore della pace e della cooperazione tra i popoli, con affermazione del valore della vita senza eccezioni, tanto che quella di Sant’Egidio è stata chiamata “diplomazia parallela” o, affettuosamente, “Onu di Trastevere. Un’azione che ha registrato significativi successi come quello degli Accordi di pace di Roma per la guerra in Mozambico, l’Accordo di pace per il Guatemala e quello di garanzia per l’Albania. In ogni caso, anche quando le trattative non hanno avuto successo, l’azione di Sant’Egidio è stata considerata un’importante mediazione e un punto di riferimento da vari Governi, tra cui, oltre il Governo italiano, quello francese che ha fatto perno su Sant’Egidio per un importante incontro multilaterale a Parigi nello scorso settembre».

«Profondamente e appassionatamente cattolica pur nella sua laicità – ha continuato – la Comunità organizza annualmente un incontro internazionale tra i leader delle diverse religioni per favorire con il dialogo religioso il  superamento dell’odio tra i popoli. Sono numerosi i riconoscimenti nazionali e internazionali attribuiti alla Comunità di Sant’Egidio. Tra questi ultimi il Premio Balzan, il Premio Chirac, il Premio Carlo Magno assegnato per essa a Andrea Riccardi, al quale sono pure state conferite 10 lauree honoris causa per i suoi saggi storici sulla pace, sull’accoglienza, sul rapporto Stato/Chiesa, sulla rigenerazione del futuro».

«La storia del Rhegium, del resto, non ha mai avuto connotazioni effimere e consumistiche – si legge in una nota – ma ha offerto sempre qualcosa di più: un cielo aperto sulla vita ricco di idee, di passione civile, di spinte all’edificazione culturale alimentata dai contributi di pensiero dei fondatori e l’entusiasmo dei nuovi talenti».

«Il Rhegium Julii in 56 anni di vita – continua la nota – grazie alla spinta ed alla generosità dei tanti volontari, ha saputo coinvolgere straordinarie  personalità calabresi  come Gilda Trisolini, Emilio Argiroffi, Pasquino Crupi, Ernesto Puzzanghera, Francesco Fiumara, esaltare prima le presenze importanti di Leonida Repaci, Fortunato Seminara, Saverio Strati, Mario La Cava, Antonio Piromalli, Antonio Altomonte, Lorenzo Calogero e oggi degli scrittori Mimmo Gangemi, Gioacchino Criaco, Mimmo Nunnari, Annarosa Macrì, Benedetta Borrata, Nadia Crucitti, lo storico Giuseppe Caridi, i poeti Corrado Calabrò e Dante Maffia che hanno trascinato tutti con la forza di un fiume in piena».

«Ed è dal desiderio di accrescere ulteriormente il confronto oltre ogni barriera culturale, ideologica e di pensiero – viene spiegato – che nacquero i Premi nazionali e internazionali Rhegium Julii che hanno registrato la presenza dei più grandi intellettuali del nostro Paese e del mondo».

«Oggi l’Associazione – si legge ancora – sembra non fermarsi in più. Ha rafforzato la fede nella cultura, nella creatività, nell’antico sogno che ha fatto nascere la Polis prima, un Paese democratico poi».

«C’è la coscienza di un servizio non ancora concluso – si legge ancora – di una missione da compiere. Sotto i nostri occhi il mondo è sofferente per guerre interminabili, diseguaglianze, disumanità e a tutti appare essenziale lottare con convinzione per la promozione e la salvaguardia della bellezza, della pace, che restano obiettivi fondamentali per la qualità della nostra vita».

«Il Rhegium Julii – ha concluso – è consapevole di essere solo uno strumento di crescita di questo territorio e del nostro Paese, e, come sempre, continuerà a rispondere presente all’appello dei giovani per un futuro migliore. Il Rhegium Julii ci sarà». (rrc)