A Locri con i Lions un modo diverso per celebrare la Giornata della Memoria

di ARISTIDE BAVALa giornata della memoria è stata solennizzata , nella sede del Lions Club di Locri, con un significativo convegno durante il quale l’importante ricorrenza è stata oggetto di una accurata disamina, vista anche da angolazioni diverse e ben delineate con la presenza  di tre docenti universitari che hanno trattato  in maniera decisamente completa il delicato argomento.

Nel convegno anche la testimonianza di Giuseppe Ventra, figlio del  deportato  Rocco Ventra, che, internato a Mathausen, riuscì a salvarsi e sulle sue vicissitudini scrisse anche un piccolo libro. 

L’incontro nato sotto il tema “La Shoah tra storia e memoria – per non dimenticare” è stato  organizzato dai Club Lions di Locri, Roccella, Siderno e Napoli Host con la collaborazione della sezione Fidapa di Siderno, dell’Associazione Italiana di cultura classica della Locride, del Sidus Club e del Centro Socio Culturale senior “La meglio gioventù” di Siderno.

All’incontro in rappresentanza dei Comuni di Siderno e Locri hanno anche partecipato l’assessore alla cultura di Locri, Eleonora Monteleone e l’assessore alla cultura di Siderno Francesca Lopresti, che hanno portato i saluti dei rispettivi sindaci e delle due amministrazioni comunali unitamente a quelli istituzionali di Toni Zuccarini, Gianluca Leonardo, Alfredo Pisapia dei club Lions di Locri Roccella e Siderno, di Silvana Ferraro (Fidapa ), Maria Caterina Aiello (Aicc e Sidus club), Cesira Sorace (Centro Senior).

I lavori sono stati aperti dalla cerimoniera del Lions Club di Locri Maria Luisa Muscoli e introdotti dal presidente di zona, Francesco Ferraro.

Poi è stato Giuseppe Ventra, a raccontare la storia del padre accompagnando la sua relazione anche con un video frutto di una sua visita sui luoghi della prigionia del padre, peraltro raccontata, dopo questa visita per certi versi straziante, in un libro scritto a quattro mani con la sorella Giacoma che lo accompagnò nella visita al Campo di concentramento di Mauthausen “scoprendo” dal vivo luoghi e strutture che fecero da teatro alla prigionia del loro genitore. 

Quindi le qualificate relazioni di Silvio Mastrocola, docente dell’Università S. Orsola Benincasa di Napoli sul tema “Gli Ebrei da Orazio al giardino di G. Bassani”, con un ricordo specifico anche alla nota opera dello scrittore che fece da filo conduttore al film “Il Giardino dei Finzi Contini” uscito in Italia nel 1970 per la regia di Vittorio De Sica e ispirato alla storia vera di Silvio Magrini, presidente della comunità ebraica di Ferrara e della sua famiglia.

Poi la relazione di Gaetano Di Palma, presbitero e  docente della Pontificia Facoltà Teologica S. Tommaso D’Acquino di Napoli sul tema “Cristiani e Giudei nel nuovo testamento”; una relazione di grande impatto che ha messo a fuoco il delicato tema con parecchie considerazioni che hanno polarizzato l’attenzione del folto  pubblico presente. Ed ancora di Francesco Lucrezi, docente dell’ Università di Salerno e del S. Orsola Benincasa di Napoli sul tema “L’odio antico”. Anche in questo caso Lucrezi, noto anche per essere artista (pittore e disegnatore)  di livello internazionale  che è Ordinario Di Diritto romano e di Diritti dell’Antico Oriente Mediterraneo e che  è considerato uno dei massimi esperti italiani ha trattato l’argomento  con dovizia di particolari. 

I lavori sono stati ,poi, conclusi da Vincenzo Mollica, delegato del Governatore Lions del Distretto 108 ya per la Shoah che ha plaudito alla diversità delle relazioni, tutte comunque riconducibili a ricordare che la memoria di quegli anni è cosa preziosa per non dimenticare quello che è successo in quegli anni tremendi ma anche a ribadire che l’obiettivo principale del convegno è stato anche quello di rammentare che il ricordo della Shoah non può, e non deve, essere limitato ad una sola giornata ma deve essere il filo conduttore del nostro vivere civile. (ab)

TAURIANOVA (RC) – Nel Giorno della Memoria gli studenti incontrano Ivana Pezzoli

In occasione della Giornata della Memoria, gli studenti dell’Istituto Comprensivo di Taurianova hanno dialogato con Ivana Pezzoli, responsabile per il Mezzogiorno della Comunità ebraica di Napoli. 

Moderati dal giornalista Antonino Raso, che ha invitato «a diffidare da quella comunicazione che diventa propaganda», gli interventi – stimolati dalle domande degli studenti – hanno affrontato la shoah sia come fatto storico, in occasione dell’80esimo anniversario dell’apertura dei cancelli di Auschwitz, sia come manifestazione di quell’antisemitismo ritornato ad essere tema centrale nel dibattito politico internazionale attuale

«Lo sterminio sistematico degli ebrei – ha detto il sindaco Roy Biasi rivolto agli studenti – va indagato anche come monito per il presente e il futuro contro odio, indifferenza, discriminazione. Non dimenticate mai quello che è successo per provare a costruire insieme un futuro dove guerra e negazione dell’umanità non abbiano più spazio». 

Proprio dalle odierne sottovalutazioni è partita Pezzoli, dopo aver letto il messaggio che nella Giornata è stato diramato dalla presidente delle Comunità ebraiche italiane, Noemi Di Segni, secondo cui «non va bene usare termini come genocidio anche per altri fatti recenti». 

Pezzoli ha poi ricordato come «1.500.000 di bambini su 6 milioni di persone furono uccisi anche con la complicità storica dell’Italia, Paese che aderì nel 1938 al manifesto della razza e con 420 tra leggi e provvedimenti favorì lo sterminio finale degli ebrei». 

Contributi sono venuti sia dal capitano Gaetano Borgese, vertice della Compagnia dei carabinieri di Tarianova – secondo il quale «bisogna scegliere le azioni giuste tutti i giorni» – sia dal dirigente del commissariato cittadino della Polizia di Stato, Raffaele La Bella secondo cui «bisogna riflettete tutti i giorni contro guerra, razzismo e odio verso le minoranze  rispondendo con una adeguata e appassionata formazione alla libertà». 

Dello stesso avviso si è detta la dirigente scolastica Maria Concetta Muscolino, che – dopo aver apprezzato l’iniziativa del Comune – ha garantito l’impegno della scuola «perché solo cultura e conoscenza ci possono salvare dai ricorsi storici nefasti».

Il presidente del consiglio comunale Raffaele Scarfò ha ricordato la figura del nonno, Cipriano Scarfò, fucilato dai tedeschi nel 1943. L’assessore alla Cultura Maria Fedele, oltre a sottolineare la scelta dell’amministrazione comunale di aderire al Giorno della Memoria con una propria iniziativa e coinvolgendo più assessorati – ha invitato gli studenti «a utilizzare anche le occasioni offerte dall’anno in cui la città è capitale del libro, nel cui ambito la manifestazione pure si inserisce, per trovare gli stimoli e sentirsi cittadini esemplari che sanno formarsi una opinione personale libera intorno ai fatti storici che studiano». 

L’iniziativa è stata conclusa dall’assessore alla Pubblica Istruzione, Angela Crea, che – artefice del coinvolgimento e dell’ideazione dell’evento molto partecipato pensato assieme agli assessorati alla Cultura e alla Legalità, guidati rispettivamente da Maria Fedele e Massimo Grimaldi – ha ringraziato per la collaborazione la scuola taurianovese e i docenti che hanno preparato l’incontro con grande spirito costruttivo.              (rrc)

REGGIO – Il Rotary ha donato due scacchiere alla Pineta Zerbi

Il Rotary ha donato alla Città di Reggio Calabria due scacchiere in pietra reggina, che sono state posizionate nella Pineta Zerbi.

Si tratta di due scacchiere regolamentari in pietra di Lazzaro, complete di sedili, realizzate grazie alla collaborazione tra il Rotary Club Reggio Calabria Nord, il Rotary Club Reggio Calabria, il Rotary Club Reggio Calabria Sud Parallelo 38 e il supporto del Distretto Rotary 2102 Calabria.

Per l’Amministrazione comunale erano presenti Massimiliano Merenda, consigliere comunale delegato al Decoro e all’Arredo urbano, ai Parchi e Giardini, che ha sottolineato l’importanza di questo gesto di generosità e il consigliere comunale con delega a Sport e Turismo, Giovanni Latella.

«La nostra Pineta Zerbi si arricchisce di due gioielli realizzati in pietra reggina – ha dichiarato Merenda – queste scacchiere sono un altro dono del Rotary alla nostra città, che dimostra ancora una volta il suo impegno per la comunità. Non lontano da qui, anni fa, il Rotary aveva già donato delle giostrine per diversamente abili».

«Con questa iniziativa – ha proseguito – accogliamo con grande emozione un altro prezioso contributo alla nostra città, un atto che arricchisce una zona sempre più frequentata e amata dalla comunità. Il messaggio più importante che, come Amministrazione guidata dal sindaco Falcomatà stiamo cercando di divulgare, è che se il bene comune viene arricchito e preservato e se i luoghi pubblici sono frequentati e amati, il degrado si allontana».

«In questo modo – ha concluso  la città continua a crescere e a offrire spazi più belli e vivibili per tutti. Un ringraziamento particolare va anche a Corrado Trobetta, che ha curato la progettazione delle scacchiere e alla nostra società in house Castore che ha provveduto all’installazione».

«Queste scacchiere sono un simbolo del nostro affetto per la città – ha spiegato il presidente del Rotary Club Reggio Calabria Nord, Paolo Chirico – vogliamo che diventino un punto di riferimento per chi ama il gioco degli scacchi e per chi vuole avvicinarsi a questo gioco. Il nostro obiettivo è contribuire all’abbellimento di una zona centrale della città, dove sono stati recentemente effettuati interventi di recupero e ammodernamento».

«Con questa iniziativa – ha concluso – vogliamo anche promuovere il gioco degli scacchi all’aperto, come avviene in molte città europee. Ringraziamo l’Amministrazione comunale e, in particolare, il vicesindaco e il consigliere Merenda per il supporto nella realizzazione di queste opere».

Durante l’inaugurazione, l’Associazione scacchistica “Ezio Sgrò” ha organizzato un mini-torneo dimostrativo, dando così un assaggio della vivacità e della passione che caratterizzano il gioco degli scacchi nella città. (rrc)

REGGIO – Al Tribunale la mostra itinerante “Com’eri Vestita”

Dal 27 al 31 gennaio il Tribunale di Reggio Calabria ospiterà la mostra itinerante “Come eri vestita?”, promosso da Uil Calabria  Coordinamento pari opportunità e patrocinato dall’Ufficio della Consigliera di Parità della Città Metropolitana di Reggio Calabria.

L’inaugurazione è prevista per le 12.

Si tratta di una mostra itinerante degli abiti indossati da vittime di violenza nel giorno di verificazione dei tragici fatti.

In particolare il progetto, nato nel 2013 da un’idea di Jean Brockman, Direttrice del centro per la prevenzione e la formazione sessuale di Kansas, è stato diffuso in Italia dall’Associazione Libere Sinergie di Milano e ha l’obiettivo di stigmatizzare e tentare di eliminare i pregiudizi cui sono esposte le donne vittime di stupro.
Grazie anche alla collaborazione del Comitato Pari Opportunità dell’Ordine degli Avvocati di Reggio Calabria che si occuperà dell’installazione dei pannelli espositivi, «la mostra, la cui visione sarà garantita a tutti i cittadini interessati dalle 9 alle 17.15, costituisce – secondo quanto dichiarato dalla Presidente del Tribunale Maria Grazia Arena – unitamente al luogo di esposizione, un simbolo della lotta alla violenza di genere con l’auspicio che possa smontare stereotipi che ancora oggi, purtroppo, resistono nell’immaginario collettivo».

TAURIANOVA – Si presentano i libri di Ruggero Pegna

Domani pomeriggio, a Taurianova, alle 18.30, alla Chiesa degli Artisti in Santa Lucia, saranno presentati i libri La stanza di AdelMiracolo d’amoreIl cacciatore di meduse di Ruggero Pegna.

L’evento rientra tra gli appuntamenti di Taurianova Capitale del Libro.

A dialogare con l’autore sarà lo scrittore Vincenzo Furfaro, segretario e coordinatore degli eventi culturali e delle iniziative editoriali della prestigiosa designazione. L’incontro sarà aperto dai saluti istituzionali dell’Amministrazione Comunale.

«Ringrazio Vincenzo Furfaro, l’organizzazione e il Comune di Taurianova – ha detto Pegna – per l’attenzione data ai temi dei miei romanzi, storie di umanità sempre attuali come quelle dei migranti e degli emarginati, vedi Il cacciatore di meduse, oppure storie di adozione e del mistero stesso della vita, del desiderio di essere genitori, al centro del romanzo La Stanza di Adel, tema salito alle cronache in questi giorni anche per il caso della bimba di Cosenza. Sono argomenti impegnativi, parlarne non è semplice, ma è emozionante. A volte i lettori dei miei libri, soprattutto ragazzi, mi sorprendono per chiavi di lettura inattese e  l’interesse verso questi temi complessi e poco commerciali».

Negli incontri letterari con Ruggero Pegna le storie dei suoi romanzi quasi s’intrecciano tra loro, mettendo insieme fede, realtà, toni a volte fiabeschi e una vena poetica sempre presente.

Dopo aver raccontato in “Miracolo d’Amore” (Rubbettino) la storia della sua improvvisa leucemia e della miracolosa guarigione “grazie al trapianto di midollo di una ragazza americana e alle preghiere di Natuzza Evolo”, Pegna ha toccato il tema della pena di morte in “La penna di Donney” e quelli del razzismo e dell’integrazione nel bellissimo e toccante “Il cacciatore di meduse” (Falco Editore), storia di un piccolo migrante somalo sbarcato con la madre a Lampedusa, consigliato a tutte le scuole perfino dalla World Social Agenda sul tema “Migranti e Diritto al futuro”.

In un momento storico segnato da episodi d’intolleranza e di odio, “Il cacciatore di meduse” parla di sentimenti, di uguaglianza tra uomini di ogni fede, razza e colore, del valore del rispetto di ogni diversità, sottolineando la ricchezza della contaminazione tra diverse culture. Un romanzo che arriva dritto al cuore di lettori di ogni età, una grande storia d’amore incastonata nella cronaca mondiale degli ultimi anni, dall’elezione di Obama, primo Presidente americano di colore, all’appello di Papa Francesco dopo la strage di migranti nel Canale di Sicilia del 18 aprile 2015.

Con “La stanza di Adel” (Santelli editore), ultimo romanzo pubblicato, in cui ancora una volta è la realtà a trasformarsi in romanzo, ha scelto invece di addentrarsi nel delicato tema dell’adozione che s’intreccia a quello dell’essere genitori, della famiglia e dei figli, dell’esistenza stessa. Un’altra storia di particolare attualità, che stride con le cronache di guerra di questi anni, anche perché la protagonista è proprio Adeliya, una bimba russa adottata da genitori italiani.

“L’adozione è un modo naturale come qualsiasi altro per essere genitori e figli, un ritrovarsi meraviglioso voluto dal destino o da Dio, a secondo della propria fede”, afferma Pegna, animato dal desiderio di trasmettere ancora una volta forti emozioni legate a storie vere, seppure trasformate in romanzo dalla sua penna assolutamente originale.

Tutti romanzi da non perdere per chi volesse emozionarsi con avventure umane fantastiche raccontate con sensibilità, delicatezza e poesia. Libri capaci di avvicinare il lettore ai sentimenti più forti e, forse, di contribuire a dipanare ogni dubbio sulla diffidenza con cui si guarda troppo spesso ai temi dei migranti o delle adozioni. Romanzi avvincenti e coinvolgenti, dedicati a tutti i bambini in un momento di grande sofferenza in molti luoghi del mondo, come scrive l’autore nella dedica d’apertura de La Stanza di Adel: “Ai bambini che siamo stati, a quelli che verranno, a quelli abbandonati, vittime innocenti di guerre, violenze o abusi, a quelli indesiderati o mai nati…”. (rrc)

La Locride si prepara al Gran Prix e Grand Tour

di ARISTIDE BAVA Il Gal Terre Locridee ha annunciato con una nota stampa che «La Locride si prepara a vivere un evento straordinario, capace di unire passato e futuro, storia e modernità, cultura e passione». 

Si tratta  del  “Grand Prix – Grand Tour nella Locride 2025” che non è una semplice gara di auto d’epoca ma piuttosto un progetto ambizioso, una sfida collettiva che attraversa l’anima di questa terra e coinvolge tutti i suoi 42 comuni. Promosso dal Gal Terre Locridee e da Officine delle Idee, il Grand Prix si inserisce tra le iniziative di Locride 2025 – “Tutta un’altra storia”, l’ambizioso progetto che si pone con forza e determinazione l’obiettivo di valorizzare un territorio ricco di elementi storici, artistici e culturali da conoscere.

La partenza è fissata per il 1° maggio 2025. Da quel momento, per un mese intero, equipaggi provenienti da tutta Italia e dall’Europa guideranno le loro auto storiche attraverso i 42 comuni della Locride, fermandosi nelle piazze dei paesi per immortalare ogni tappa con una foto, un testo, un video. Un piccolo gesto simbolico che diventerà una grande narrazione collettiva, un mosaico fatto di luoghi, volti e storie. Una collezione di immagini che diventerà, a tutti gli effetti, una narrazione corale della bellezza, dell’identità e della storia del territorio.

Il Grand Prix – Grand Tour, secondo le intenzioni,  non si limita al fascino delle auto storiche. Al centro ci sono le comunità locali, pronte ad accogliere i partecipanti con il calore che solo il Sud sa offrire. Sarà un’occasione per riscoprire la bellezza delle comunità locali, che accoglieranno i partecipanti con il calore tipico di questa terra, offrendo prodotti tipici, sapori antichi e momenti di festa. Ogni borgo sarà un palcoscenico esclusivo.

Il presidente del Gal, Francesco Macrì, dice «Il Grand Prix – Grand Tour nella Locride,  non è solo un evento, è un messaggio.  La Locride può essere una destinazione d’eccellenza, capace di affascinare con il suo mix di cultura, tradizioni e paesaggi unici. Questo tour è pensato per celebrare un territorio capace di incantare e sorprendere, che guarda con entusiasmo al futuro, pronto ad accogliere i visitatori con un’offerta turistica di qualità».

Gli fa eco Guido Mignolli, direttore del Gal: «è un progetto che unisce la bellezza del nostro paesaggio alla vitalità delle comunità locali, dimostrando che la Locride può essere protagonista di un turismo esperienziale unico. Ogni sosta lungo il percorso racconta una storia: dai siti archeologici che parlano di antiche civiltà ai borghi che sembrano sospesi nel tempo, fino ai sapori e ai profumi della gastronomia locale» .

Da parte sua Antonio Blandi, Project manager di Officina delle idee, aggiunge: «questo evento rappresenta la sintesi perfetta del nostro impegno per il territorio: coniugare tradizione e innovazione per promuovere la Locride come luogo di identità, accoglienza e futuro».

Le modalità di iscrizione e il regolamento saranno presentati nel corso di una conferenza stampa nei prossimi mesi. Il Grand Prix Grand Tour nella Locride 2025, dunque, secondo le intenzioni, sarà un evento che punta dritto al cuore: quello degli appassionati di auto d’epoca, quello di chi ama il viaggio lento, quello di chi crede che valorizzare un territorio significhi coinvolgerlo, viverlo, raccontarlo.

Molto più di un evento: è un manifesto di identità, un modo per dimostrare che il territorio può e deve essere valorizzato partendo dalle sue radici, dalle sue eccellenze, dalla sua gente. Perché il futuro della Locride passa anche da qui, da una nuova narrazione. (ab)

 

REGGIO – S’inaugurano le scacchiere in pietra donate dal Rotary

Domani mattina, a Reggio, alla Pineta Zerbi, saranno inaugurate delle scacchiere in pietra donate alla città dal Rotary.

Si tratta di un inedito elemento di arredo urbano consistente in due scacchiere regolamentari in pietra di Lazzaro, con annessi sedili.
Con questa realizzazione il R.C. Reggio Calabria Nord, in collaborazione con Il R.C. Reggio Calabria, il R.C. Reggio Calabria Sud Parallelo 38 e con il supporto del Distretto Rotary 2102 Calabria, ha inteso contribuire all’abbellimento di una zona centrale della nostra città oggetto di recenti interventi di recupero ed ammodernamento, favorendo nel contempo il gioco degli scacchi all’aperto, come avviene in moltissime città europee.
Per l’occasione l’Associazione scacchistica “Ezio Sgrò” ha organizzato lo svolgimento di un mini-torneo dimostrativo.
Le scacchiere sono state realizzate nell’anno di presidenza del dott. Paolo Chirico e finalmente, sabato saranno collocate nell’area scelta. (rrc)

REGGIO – Sabato tornano le Arance della Salute

sabato 25 gennaio, a Piazza Camagna di Reggio, dalle 16 alle 20, e nella frazione di Cardeto, tornano le arance della Salute della Fondazione Airc.

Questa manifestazione di piazza inaugura il 60esimo anniversario di Airc, fondata nel 1965, oggi il principale polo privato di finanziamento della ricerca oncologica indipendente in Italia.

Nel corso della giornata i volontari accoglieranno i sostenitori distribuendo i prodotti solidali di Fondazione AIRC: reticelle di arance rosse (donazione minima 13 euro), vasetti di marmellata di arance rosse di Sicilia IGP (donazione minima 8 euro) e vasetti di miele di fiori d’arancio (donazione minima 10 euro). Simbolo di sana alimentazione, le arance rosse contengono gli antociani, pigmenti naturali con poteri antiossidanti, e sono ricche di vitamina C: con una sola arancia si copre più di due terzi del fabbisogno giornaliero di questa importante vitamina.

Insieme ai prodotti sarà consegnata una pubblicazione dedicata alle azioni quotidiane che ognuno di noi può fare per aiutarsi a rimanere in salute, che include anche alcune speciali ricette a base di arance firmate da Davide Campagna e Chiara Maci.

L’iniziativa si svolgerà anche nelle scuole, con studenti e insegnanti, per diffondere la consapevolezza sull’importanza della prevenzione e raccogliere fondi per dare continuità al lavoro di circa 5.400 ricercatori e avviare nuovi progetti. (rrc)

A Reggio si presenta la mostra della Uil “Com’eri vestita?”

Venerdì 24 gennaio, a Reggio, alle 10.30, nella Galleria di Palazzo San Giorgio, sarà presentata la “Come eri vestita?”, la mostra itinerante contro gli stereotipi che colpevolizzano le vittime di stupro di Uil Calabria in collaborazione con il Coordinamento Pari Opportunità della Uil Calabria e il patrocinio della consigliera di Parità della Metrocity RC.

L’iniziativa sarà presentata da: Mariaelena Senese, Segretaria generale della Uil Calabria; Anna Comi, Responsabile del Coordinamento Pari opportunità della Uil Calabria e Paola Carbone, Consigliera di Parità della Città Metropolitana di Reggio Calabria.

“Come eri vestita?” non è solo una mostra, ma un’esperienza che invita a rompere il silenzio, a riflettere sulle narrazioni tossiche legate alla violenza e a promuovere un cambiamento culturale necessario. L’evento rappresenta un’occasione di incontro, dialogo e riflessione sul tema della violenza contro le donne, attraverso un’esperienza visiva e narrativa intensa e coinvolgente.

Per gli organizzatori la mostra rappresenta un’opportunità di riflessione su una tematica cruciale: il contrasto alla violenza contro le donne e il superamento dei pregiudizi che spesso colpevolizzano le vittime. (rrc)

Il sindaco di Reggio Falcomatà: Ben 140 i beni acquisiti al nostro patrimonio comunale

«Con orgoglio di sindaco e di cittadino, mi piace ricordare che sono oltre 140 i beni acquisiti al patrimonio disponibile del Comune, frutto di richieste di acquisizioni in sinergia con l’Agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati». È quanto ha detto il sindaco di Reggio, Giuseppe Falcomatà, intervenendo al Corso nazionale di perfezionamento in materia di Gestione e destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità, promosso dal Consiglio nazionale dei dottori commercialisti, svoltosi oggi all’aula magna ‘Quaroni’ dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria.

«Siamo lieti di ospitare nella nostra città – ha detto Falcomatà – un corso formativo di grande rilevanza nazionale, un gesto di attenzione importante da parte del Consiglio nazionale e provinciale dei dottori commercialisti che ringrazio. Si tratta di un evento che è perfettamente in linea con il percorso che la nostra città sta portando avanti rispetto all’idea che i beni confiscati, soprattutto nelle nostre città del Sud Italia, devono consentire di arrivare ad un riutilizzo».

«Noi, come Enti assegnatari – ha aggiunto Falcomatà – abbiamo l’obbligo di un completamento di un’azione già portata avanti dalle forze dell’ordine, dalla magistratura partita con il sequestro e successivamente con la confisca dei patrimoni conseguiti illecitamente».

«Quindi proviamo – ha detto ancora – a completare questo percorso, nell’idea della piena realizzazione e dell’intuizione della legge ispirata da Pio La Torre, che era quella che i beni non vanno solo sequestrati ai mafiosi ma devono essere pienamente restituiti alla collettività”. “In questi anni, grazie all’istituzione dell’Ufficio beni confiscati, partecipiamo con impegno a questa attività».

«Solo nell’ultimo anno – ha ricordato il primo cittadino reggino – sono stati utilizzati locali confiscati per destinazioni quali: la Casa delle donne vittime di violenza, l’Agenzia sociale per la casa e il Centro di aggregazione giovanile. Per noi è importante che in questi luoghi di respiri aria di legalità. Cosi come sono importanti dei simboli di legalità, come il patrimonio artistico di quadri ed opere d’arte confiscati che ha dato vita alla collezione del Palazzo della Cultura della Città Metropolitana, un contesto di straordinario valore che ci inorgoglisce molto e che sarà protagonista, da qui a qualche giorno, di una mostra dal titolo SalvArti che abbiamo organizzato in sinergia con i Ministeri dell’Interno e della Cultura, con il Comune di Milano e l’Agenzia nazionale per i Beni Sequestrati e Confiscati».

«Tornando al settore commerciale invece – ha aggiunto Falcomatà – ci tengo a sottolineare anche i tanti amministratori giudiziari subentrati in aziende sotto sequestro, con i quali non è mai mancato il confronto e che hanno portato avanti le attività evitando la chiusura.

«In ambito di ulteriori sinergie – ha concluso – stiamo per firmare insieme alla nostra università, dipartimento di Architettura, un protocollo volto alla valorizzazione dei beni confiscati. Sui beni finalizzati ad attività lucrative, invece, siamo in fase di approvazione un regolamento specifico, per dare maggiore operatività a questa parte di beni». (rrc)