STRIDENTE ASSENZA DEI RAPPRESENTANTI CALABRESI AI FUNERALI: MALEDUCAZIONE E MANCANZA DI STILE;
Funerali Gianni Morgante

Commosso addio al Presidente della Gazzetta. Ma dove erano le istituzioni della Calabria?

di SANTO STRATI – La cattedrale di Messina stracolma di gente, autorità e personalità, ma anche tanti cittadini comuni che hanno voluto onorare la memoria di Gianni Morgante, un giornalista-manager che lascia un segno indelebile per la Sicilia e la Calabria nel campo della comunicazione. Una stridente assenza: ai funerali del presidente della Gazzetta del Sud non c’era nessun rappresentante istituzionale della Calabria, né il sindaco di Reggio Giuseppe Falcomatà, né il presidente del Consiglio regionale Nicola Irto, né il governatore Mario Oliverio, né loro eventuali delegati, né uno solo dei deputati o senatori calabresi (che non avevano neanche la scusante della convocazione a Roma, che è di oggi). Uno sgarbo, un gesto di maleducazione istituzionale che la dice lunga su come sono (siamo) rappresentati i calabresi. Ci sono regole che i nostri amministratori devono imparare a rispettare: non semplicemente per gli obblighi del cerimoniale, ma per buona educazione e senso di rappresentatività della propria comunità. Dispiace doverlo notare, ma è un’assenza imperdonabile, che nessun “precedente impegno istituzionale” del caso può giustificare. La Calabria ha il pieno diritto e vuole essere “rappresentata” e di esprimere partecipazione, sia nelle belle iniziative ma anche nell’onore alla memoria di chi l’ha servita e onorata con la sua attività.

Questa “sicilianizzazione” dell’addio a Gianni Morgante, per colpa di amministratori distratti, va stigmatizzata e non deve andar giù ai tantissimi calabresi che sono cresciuti con la Gazzetta in mano. Perché la Calabria deve moltissimo a Gianni Morgante che ha saputo, insieme col direttore Nino Calarco, portare a compimento il sogno visionario (ma mica tanto) di Uberto Bonino che voleva creare un “ponte” di comunicazione tra Sicilia e Calabria con la fondazione (1952) della Gazzetta del Sud. Un giornale, diffusissimo in Calabria, e che – piacendo o no – rappresenta (e forma) l’opinione pubblica della nostra terra, oggi ancor di più quando la disinformazione e la cattiva informazione di presunti blog “giornalistici” distribuiscono ad ogni dove fake news e precarie cronache di attualità locale.

C’era il sindaco di Messina, in prima fila, Cateno De Luca, e c’era – non in prima fila per scelta, per stare accanto al nipote di Morgante, Giovanni – il governatore della Sicilia Nello Musumeci, che è rimasto fino alla fine, anche davanti al furgone funebre, a testimoniare la presenza della Sicilia. Per la Calabria non c’era nessuno a confermare la vicinanza e il ringraziamento della nostra terra a uno degli artefici del suo tentativo di riscatto e di crescita. Alla commossa testimonianza di Margherita Leto (del CDA della Gazzetta) che ha ricordato soprattutto l’uomo e le doti personali del manager-giornalista Morgante «capace di saper coniugare professionalità e umanità» e di quella di don Luigi Cannizzo («rimane la sua grande lezione di vita») è seguito l’incisivo ricordo di Alessandro Notarstefano, direttore responsabile della Gazzetta: «rigore e fermezza, ma anche tranquillità e tenerezza con la capacità di vedere non solo l’oggi ma il tempo futuro, non da visionario, ma da testimone e osservatore». Nessuno, però, ha portato il dovuto saluto della Calabria a uno dei suoi figli migliori (il nonno era di Palmi).

La Gazzetta del Sud, con molta eleganza, ha glissato sull’assenza di personalità calabresi (presente l’ex presidente della Reggina Mimmo Praticò), ma riteniamo opportuno segnalare questa vistosa gaffe istituzionale. Al giornalista e manager di talento Gianni Morgante non sono mancati il giusto tributo, dovuto anche per le sue straordinarie qualità umane, anche da parte di numerosi calabresi che hanno voluto esprimere vicinanza al direttore Lino Morgante e alla famiglia, (e alla famiglia della Gazzetta), ma dove erano le istituzioni della Calabria? (s)