Confartigianato Imprese Calabria, ha dichiarato che il Decreto anti-frodi, «pur condividendo le finalità di contrastare l’uso distorto degli incentivi del settore casa», «rischia di di bloccare un mercato che stava iniziando a riprendersi e a trainare la ripresa».
«È un provvedimento – viene spiegato – che pone nuovi oneri carico delle imprese, sproporzionati rispetto anche ai piccoli interventi in cui il costo supera il beneficio, con il rischio di bloccare i cantieri, le fatturazioni e l’impossibilità di rendere liquidi crediti già riconosciuti ai clienti con il meccanismo dello sconto in fattura, ma non ancora comunicati all’Agenzia delle Entrate».
È in vigore, infatti, dal 12 novembre il Decreto-legge n. 157/2021 recante “Misure urgenti per il contrasto alle frodi nel settore delle agevolazioni fiscali ed economiche”, contenente una serie di misure volte a vigilare sulle possibili frodi in materia di Superbonus 110% e per le altre agevolazioni fiscali. Il Decreto cosiddetto “anti-frodi” riguarda in particolare il contrasto alle frodi relative alle detrazioni e cessioni di crediti per lavori edilizi.
La norma estende l’obbligo del visto di conformità, previsto ora per la cessione del credito o lo sconto in fattura, anche nel caso in cui il Superbonus 110% venga utilizzato dal beneficiario in detrazione nella propria dichiarazione dei redditi. L’obbligo per il visto di conformità viene poi esteso anche nel caso di cessione del credito o sconto in fattura sulle detrazioni fiscali per lavori edilizi diversi dal superbonus (ovvero quelle oggi al 50%, 65% e 90%).
Infatti, l’Agenzia delle Entrate, ai fini del controllo preventivo, potrà sospendere fino a 30 giorni l’efficacia delle comunicazioni su cessioni del credito o su sconti in fattura che presentano particolari profili di rischio. Il Governo Draghi sceglie misure come l’estensione del documento di conformità per tutti i bonus casa previsti dalla legge di bilancio per prevenire gli abusi e l’uso distorto degli incentivi del settore. Le buone intenzioni sono quelle di tutelare i tanti contribuenti ed imprese che operano con correttezza sul mercato.
«Ma la scelta – si legge in una nota – di utilizzare la forma decreto legge blocca, di fatto, l’utilizzo delle detrazioni e delle cessioni dei crediti per lavori edilizi. Sarebbe stato meglio intervenire con un emendamento in legge di bilancio che avrebbe concesso più respiro a tutti gli attori in campo oltre al fatto che appare incomprensibile il non aver previsto dei limiti di spesa al di sotto del quale non sarebbe stato obbligatorio il visto di conformità e l’asseverazione della congruità della spesa. Il quadro delle misure di accesso non deve essere complicato: bisogna tener conto che il loro impatto compromette inevitabilmente la forza degli incentivi che sinora hanno contribuito in maniera robusta alla ripresa». (rcz)