Serve un confronto approfondito per un utilizzo più proficuo e concertato dei fondi del Recovery Fund. È quanto ha sollecitato Confartigianato Imprese Calabria, che ha ribadito che gli oltre 200 miliardi di euro sono «una straordinaria occasione per costruire il futuro del Mezzogiorno “se sapremo però progettare e realizzare un piano di investimenti uniti alle imprese e soprattutto se sapremo essere veloci”».
Ciò è emerso nel partecipato webinar organizzato dall’Ente calabrese, guidato dal presidente Roberto Matragrano, affiancato dal segretario regionale Silvano Barbalace che ha moderato un incontro ricco di spunti ed interventi qualificati. I lavori, conclusi dal sottosegretario al Ministero dell’Economia e delle Finanze, Pier Paolo Baretta, sono stati arricchiti dai contributi di Consuelo Nava, dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria; Nicola Irto, vice presidente Consiglio Regionale della Calabria; Enza Bruno Bossio, deputata; Roberto Occhiuto, deputato; Filippo Ribisi, vicepresidente Confartigianato Imprese.
Il segretario Silvano Barbalace, infatti, suggerisce di partire «dall’analisi dei punti di debolezza di forza che la pandemia di questi mesi ha messo in evidenza».
«Per poter sfruttare questa mole di risorse – ha detto Barbalace – dobbiamo progettare ed avere la capacità di gestire un grande piano di investimenti che punti su grandi infrastrutture, piccole opere immediatamente cantierabili, digitalizzazione, innovazione tecnologica, qualità ed efficienza della Pubblica amministrazione, ma anche rilancio del nostro sistema imprenditoriale di cui la piccola impresa diffusa di territorio è punto di forza».
Consuelo Nava si è occupata del dettaglio tecnico e programmatico del Recovery fund, illustrando i punti cardine di una sfida «basata sui pilastri della prevenzione e della trasformazione», in particolare presentando queste risorse come «resilienza trasformativa e sostenibilità delle azioni in un tempo di transizione per la Calabria, una sfida tra mission e strategia che passa da un programma di progettazione di rilancio. La politica deve garantire un chiaro e stabile indirizzo strategico di medio e lungo termine, la coerenza delle scelte, promuovendo percorsi di condivisioni».
C’è tanto da fare, insomma e Confartigianato Imprese Calabria è pronta a fare la propria parte per “costruire” risposte condivide al calo dell’economia calabrese durante il primo lockdown, registrata ancora una volta dal rapporto congiunturale della Banca D’Italia, presentato qualche giorno fa.
Di certo, come ha sottolineato Nicola Irto, «la crisi del sistema sanitario e le difficoltà dell’accesso al credito complicano una sfida che si vince cambiando il modo di agire rispetto alle forze aggiuntive che in Calabria sono arrivate negli anni».
Per il vicepresidente del consiglio regionale c’è il tema è quello delle «risorse non spese: serve una spinta forte, nuove misure, tenendo conto anche dei fondi strutturali. Per questo bisogna contenere la burocrazia e rendere davvero protagoniste le associazioni di categorie e le imprese nel progetto di programmazione». Basta «alla burocrazia come alibi della politica, i territori devono essere protagonisti del cambiamento». Davanti a questa mole mai vista di investimenti, insomma, rischio da non correre è l’assenza di proposta, insomma.
Roberto Occhiuto ha voluto sottolineare l’assenza propositiva, in questa fase delle Regioni del Mezzogiorno.
«Non hanno capito – ha detto Occhiuto – la partita decisiva del Recovery fund, di come sul tavolo ci siano risorse vere e che bisogna far leva sul cofinanziamento pubblico». Bisogna uscire dalla crisi e bisogna fare in fretta, per questo sarebbe opportunità creare un percorso aperto e condiviso al di là delle appartenenze politiche. Soprattutto ora che «anche l’Europa ha capito che la risposta alla crisi sono gli investimenti e non l’austerità che ci ha bloccato per anni».
«La pandemia non è finita e non sappiamo quando finirà – ha aggiunto Enza Bruno Bossio – e oggi paghiamo 30 anni di immobilismo e taglia alla sanità, alla scuola e alla ricerca. Il problema vero è la debolezza infrastrutturale, e comunque serve una legge di bilancio espansiva».
Di certo, Confartigianato è al lavoro «affinché lo sviluppo del Sud diventi un tema centrale. Le esigenze del Mezzogiorno sono di interesse globale – ha detto il vicepresidente nazionale Filippo Ribisi – e sono centrali proprio perché si guarda ad un nuovo modello di sostenibilità in cui il Sud è protagonista. Come? Ad esempio attraverso il recupero dei borghi e l’inclusione delle micro e piccole imprese rafforzando il ruolo dell’artigianato nella filiera del turismo».
La risposta più opportuna alla richiesta di programmazione e utilizzo opportuno di investimenti per il Sud, secondo il sottosegretario Pier Paolo Baretta è «trasformare la crisi nell’occasione da sfruttare per cogliere la vera sfida competitiva del futuro. Non abbiamo mai visto una crisi così drammatica conseguente al virus in tutti i settori e territori, con una accentuazione dove la crisi era strutturale e nello stesso tempo non avevamo mai visto tante risorse disponibili. Si tratta di un paradosso che impone una presa di coscienza. Abbiamo a disposizione risorse impreviste, e dobbiamo essere in grado di spendere senza che siano assorbite tutte dalla gestione emergenza sanitaria». (rrm)