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Consiglio Regionale e Rai intitolano una stanza a Pietro Bellantoni

Consiglio Regionale e Rai intitolano una stanza a Pietro Bellantoni

di PINO NANO – Questa mattina a Reggio Calabria solenne cerimonia di intitolazione degli Uffici-Rai ubicati all’interno del Consiglio regionale al giornalista della Tgr Rai -Calabria Pietro Bellantoni.

La proposta iniziale porta la firma dei vertici della Rai, la direzione di Testata della TGR, il direttore Alessandro Casarin, il condirettore Roberto Pacchetti, e il Capo della Redazione Giornalistica calabrese Riccardo Giacoia. Proposta immediatamente accettata e fatta propria dal Presidente del Consiglio Regionale, Filippo Mancuso. 

«È questa una iniziativa – dice il Presidente del Consiglio Regionale – che abbiamo condivisa e voluta per tenere viva la memoria di un bravo giornalista che in questo Palazzo ha trascorso molto del suo tempo, lavorando per consentire ai calabresi di conoscere le attività legislative e amministrative che qui prendono corpo. Il mio ricordo di Pietro è legato ai numerosi confronti che abbiamo avuto. Talvolta non eravamo d’accordo, ma sempre nel massimo rispetto reciproco: io per le sue idee e lui per le mie».

Pietro Bellantoni, originario di Scilla, è morto a Reggio Calabria nella notte tra il 19 e il 20 settembre del 2023, aveva 42 anni, e alcuni mesi prima di morire era stato colpito da una grave malattia che non è mai riuscito a superare. Sposato con Ketty e padre di una bimba di due anni, la piccola Giulia, era stato assunto alla Tgr nel marzo di quell’anno, dopo aver superato un concorso pubblico, proprio poco prima della scoperta della sua malattia. Laureato in Filosofia, aveva conseguito un master in Giornalismo all’Università Iulm di Milano ed era diventato giornalista professionista dal 24 novembre 2009. In passato aveva lavorato a Torino per i quotidiani La Stampa e la Repubblica, e in tv aveva collaborato con Studio Aperto a Mediaset. Per una decina d’anni ha poi lavorato al Corriere della Calabria, di cui è stato anche caporedattore, per LaCtv, ed ha collaborato anche molto con Tagadà, la popolare trasmissione de La7.

Era stato anche direttore responsabile de Ilreggino.it e coordinatore dell’ufficio stampa della Giunta regionale della Calabria.

«Era in realtà – sottolinea il Presidente Filippo Mancuso un giornalista di grande talento, apprezzato non solo per le sue enormi capacità professionali, che dimostrava quotidianamente, ma anche per le sue qualità umane. Grazie al suo intuito e alla sua spiccata capacità culturale ha saputo raccontare la nostra regione, dai fatti di cronaca alle questioni politiche, sempre con grande dedizione, attenzione e rispetto per la professione giornalistica, guadagnandosi l’ammirazione di colleghi e cittadini. L’ispirazione di un giornalismo fondato su integrità e spirito critico è il più grande lascito di Pietro per le nuove generazioni».

A giudizio del Presidente del Consiglio Reginale «la sua capacità di andare oltre le apparenze, di cercare la storia dietro la notizia, rappresenta un esempio per tutti coloro che oggi desiderano intraprendere questo mestiere, e intitolare oggi l’Ufficio Rai di Palazzo Campanella alla sua memoria è un segno tangibile della stima e del riconoscimento che tutto il Consiglio regionale, insieme alla Rai, desidera tributare al suo lavoro e alla sua persona. È insomma un atto di gratitudine verso chi ha contribuito a narrare la Calabria in modo sincero e appassionato».

Attraverso la figura di Pietro Bellantoni e tutto ciò che ha rappresentato – aggiunge ancora Filippo Mancuso – «colgo l’occasione per ribadire, anche in questa circostanza, il mio assoluto rispetto per i giornalisti che, nell’esercizio della loro attività professionale, mettono a rischio la propria vita o sono vittime di minacce. Proprio per questo motivo, credo che oggi, in un contesto europeo e mondiale complesso come quello attuale, sia fondamentale garantire un’informazione obiettiva e completa, affidata a professionisti preparati, a cui occorre assicurare la piena libertà di opinione, nel rispetto della dignità delle persone».

Per i suoi funerali lo stesso direttore della TGR Alessandro Casarin – rappresentato oggi dal suo braccio destro Roberto Pacchetti e dal capo della redazione calabrese Riccardo Giacoia – aveva parlato «di un giovane giornalista che si era fatto subito apprezzare e amare. Lascia ora un vuoto incolmabile nei cuori di tutti noi».

Ora, dietro questa targa che porta il suo nome, non c’è solo Pietro Bellantoni, ma ci sono anche idealmente tutti i vecchi compagni di lavoro che prima di lui ci hanno lasciati, che hanno dedicato la loro vita alla RAI e al giornalismo radiotelevisivo, e che mi piace ricordare qui: da Franco Cipriani a Franco Bruno, a Pino Anfuso, e prima di tutti gli altri a Carmelo Malara.

Comunque, bella come iniziativa, perché ci aiuta a non dimenticare i nostri morti. (pn)