di PINO NANO –
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olenne cerimonia di compleanno nel Salone Belvedere al Palazzo della Corte Costituzionale in onore di uno dei figli più illustri di Calabria, il Presidente Emerito della Consulta Cesare Ruperto. Insieme al Capo dello Stato erano presenti anche numerosi altri presidenti emeriti della Corte come Giuliano Amato, Antonio Baldassarre, e Ugo de Siervo.
Vi invito a cercarvi sul sito ufficiale della Corte Costituzionale l’intervista che l’ex Presidente della Consulta Silvana Sciarra fa allo stesso Presidente Cesare Ruperto e in cui il vecchio giurista spiega quale è stato il segreto del successo della sua vita e della sua straordinaria carriera da giurista e da accademico: “Il segreto della mia vita -risponde Cesare Ruperto- è stato forse la capacità di ascoltare gli altri, la disponibilità a capire cosa pensano quelli che lavorano insieme a te dei temi sul tavolo del dibattito, chiunque di noi può sbagliare o commettere errori. E dopo ogni discussione tra di noi, a volte anche accesa, mi piaceva chiudere i nostri incontri con una stretta di mano, cosa che allora non si faceva. Ma quando tu porgi la mano al tuo interlocutore e gliela stringi allora non c’è acredine che può più resistere. Passa tutto, e ricordo che la prima volta accadde con il presidente Zagebreschi”.
La sua fu una presidenza piuttosto lunga, e questo gli consentì di varare tutta una serie di iniziative che diedero alla Corte una visibilità pubblica che la Corte non aveva mai avuto prima, e passerà alla storia per avere voluto aprire le porte della Corte alla conoscenza del grande pubblico, dando alle stampe un volume da titolo assai emblematico “Che cos’è la Corte costituzionale”, scritto da tutti i suoi componenti. Ma nel Palazzo della Consulta c’è ancora chi lo ricorda come il “Presidente viandante”, Cesare Ruperto aveva capito che la Corte andava anche “raccontata” al mondo delle scuole, delle università, del sociale, non tutti sapevano in realtà cosa servisse, e allora decise di andare in giro per l’Italia e spiegare quale era il ruolo della Corte Costituzionale e quello del suo Presidente. “Peccato- dice lui oggi- che il mio successore- interruppe questa abitudine”
Altro che Eccellenze di Calabria!
Cesare Ruperto è nato a Filadelfia, in provincia di Vibo Valentia il 28 maggio 1925 e dopo essere stato Presidente di sezione della Corte di Cassazione il 5 gennaio 2001 viene eletto Presidente della Corte Costituzionale.
Dal 1976 al 1981 fu anche Presidente dell’Unione magistrati italiani, ultimo presidente di questo organismo, perché riuscì nella difficile impresa di riunificazione con l’Associazione Nazionale Magistrati, dalla quale un ventennio prima si era distaccata la stragrande maggioranza dei magistrati d’appello e di cassazione fondando l’Unione delle corti, successivamente aperta a tutti i magistrati col nome appunto di Unione Magistrati italiani.
In realtà tutta la sua vita il Presidente Cesare Ruperto l’ha vissuta nel cuore della magistratura italiana.
Laurea in giurisprudenza con il massimo dei voti e la lode il 22 luglio 1948 alla Sapienza di Roma, con una tesi in diritto privato su «La successione universale tra vivi». E il mese subito dopo la sua laurea il suo professore di tesi, Fulvio Maroi, uno dei massimi giuristi di quel tempo, lo chiama all’Università per insegnare Istituzioni di diritto privato e di Diritto agrario, e per due anni pieni il giovane Ruperto lavora a stretto contatto con lui.
Nel 1950 entra in Magistratura ma continua, parallelamente, l’attività di assistente presso la stessa cattedra di Istituzione di diritto privato, passata al prof. Rosario Nicolò, dimettendosi soltanto dopo i moti studenteschi del 1968. Negli anni ottanta viene chiamato dalla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Firenze, dove insegna, come professore a contratto, per due anni presso la cattedra di Diritto civile e per un anno presso la cattedra di Istituzioni di diritto privato.
Entrato in Magistratura viene assegnato come uditore giudiziario al Tribunale di Roma, e inizia l’esercizio delle funzioni di giudice nel gennaio 1952 presso il Tribunale di Genova, passando poi alla Pretura unificata della stessa città, dove svolge attività penale prima e civile poi, anche come giudice tutelare.
Nel novembre 1954 viene chiamato a dirigere la Pretura di Sezze, dove rimane sino all’aprile 1956. A seguito di una vivace polemica col Ministero di grazia e giustizia nella propria qualità di giudice tutelare, viene comandato presso lo stesso Ministero e assegnato all’Ufficio I affari civili, dove si occupa prevalentemente di pareri e progetti di legge.
Nel marzo 1962 viene richiamato in ruolo e destinato al Tribunale di Roma, dove rimane sino all’ottobre 1965, quando, a seguito di concorso per esami, viene assegnato alla Corte d’appello di Roma con funzioni di consigliere. Nel gennaio 1976 viene trasferito alla Corte di cassazione come consigliere.
Dal 1969 al 1978, e poi nel 1984, per complessive sedici sessioni, presiede la Commissione d’esami dei giornalisti professionisti, tenendo anche dei corsi di diritto processuale penale presso il Consiglio nazionale, a Roma e a Urbino.
Nel marzo 1984 ritorna alla Corte d’appello di Roma con funzioni di presidente di sezione e nell’ottobre 1987 viene richiamato in Corte di cassazione come presidente di sezione. È presidente titolare della sezione lavoro nonché presidente facente funzioni delle sezioni unite civili, quando, il 16 novembre 1993, viene eletto, a primo scrutinio ed a stragrande maggioranza, giudice della Corte costituzionale.
Alla Consulta c’è ancora chi ricorda che la più clamorosa delle sue iniziative da Presidente fu la sostituzione del crocefisso, pendente dalla parete frontale della sala d’udienza, con una Sacra famiglia cinquecentesca di Perin del Vaga, e il suo trasferimento nel riservato studio presidenziale dell’ultimo piano del Palazzo. La polemica suscitata all’interno e all’esterno della Corte, di cui si impadronirono i mass-media, durò piuttosto a lungo, ma lasciando immutata la situazione anche dopo la scadenza del mandato di Ruperto, che lascò il palazzo della Consulta il 2 dicembre 2002.
“La figura del presidente emerito della Corte Costituzionale Cesare Ruperto che oggi compie 100 anni – commenta oggi il consigliere regionale Francesco De Nisi- rappresenta un faro di rigore morale, intelligenza giuridica e profonda dedizione alle istituzioni della Repubblica. Come calabrese e come cittadino di Filadelfia, sua città natale, non posso che esprimere la più sincera ammirazione e gratitudine per un uomo che ha onorato il nostro territorio con il suo altissimo profilo umano e professionale”. (pn)