Un viaggio straordinario tra i luoghi danteschi in Calabria, quello partito nelle scorse settimane da Crotone e che da venerdì 16 giugno fa tappa anche a Cosenza per scoprire – tra letteratura, musica e arte – il legame inesplorato tra Dante e la nostra regione, seguendo le tracce della Divina Commedia disseminate nella bellezza di suggestioni uniche.
Il progetto “La Calabria per Dante”, prodotto per la prima volta in occasione del 700° anniversario della morte del Sommo Poeta, si è spostato nel Museo dei Brettii e degli Enotri, dove è stata inaugurata – con una grande partecipazione di pubblico – la mostra dal titolo “La Calabria nella Divina Commedia”, con la riproduzione e la spiegazione dei passi nei quali è citata la Calabria che potrà essere visitata fino al 13 luglio.
Ricordiamo che il progetto porta la firma dell’associazione “Arpa”, l’Associazione di Ricerca, Produzione ed Animazione del Territorio che svolge attività di carattere culturale, artistico, formativo e editoriale per il recupero del patrimonio di tradizioni orali e la creazione di occasioni di crescita sociale ed economica del territorio. “La Calabria per Dante” è stato inserito fra gli Eventi Culturali 2021 della Regione Calabria (Avviso pubblico per la selezione e il finanziamento di Eventi Culturali – Annualità 2021-DDG n°7864 del 29/07/2021), vuole essere un omaggio al contributo calabrese alla poetica dantesca.
Dopo il seguitissimo evento di venerdì scorso, che ha accompagnato l’inaugurazione della mostra – la conferenza-concerto dal titolo “Stilnovisti di Calabria”, tenuta dal prof. Danilo Gatto, con la partecipazione di Salvatore Megna, sulla continuità fra la scuola poetica del 1200 e la poesia popolare del Sud Italia – domani sarà la volta dell’incontro condotto dal prof. Vincenzo La Vena, etnomusicologo e grande conoscitore degli strumenti popolare e della loro storia, e da Antonio Critelli, ricercatore, costruttore e abile polistrumentista.
La Divina Commedia è piena di musica, di voci che cantano, di strumenti. In Dante ognuno di questi svolge un ruolo preciso, a seconda se stia suonando nell’Inferno, nel Purgatorio o nel Paradiso. Molti di questi strumenti da lui citati hanno continuato a suonare nella nostra tradizione popolare: la cennamella (ciaramella), la zampogna, la lira, i flailli (varie tipologie di flauto), i tamburi.
Domani sera alle 18 saranno illustrati e fatti suonare questi strumenti così antichi, alcuni rimasti identici e altri leggermente trasformati dal Medioevo ad oggi, ma ancora diffusi in Calabria, che continua anche così, nella sua tradizione popolare, un solido filo di continuità con quanto raccontatoci da Dante Alighieri. (rcs)