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COSENZA – Presentato a Palazzo dei Bruzi il libro di Maria Mollo, “Sovversivo”

Un libro piccolo, ma intenso, di quelli che si leggono tutti d’un fiato e che vanno dritti al cuore. Dal titolo, il lettore sarebbe portato a pensare a tutt’altra storia. Quella raccontata da Maria Mollo in “Sovversivo”, è storia sì cruda, assumendo, a volte, i tratti del pugno nello stomaco, quando racconta gli orrori della guerra e la degenerazione del regime dittatoriale, non senza conseguenze anche nella città di Cosenza, non risparmiata dal conflitto.

Il libro, però, rivela tutta la sua delicatezza e la sua potenza narrativa quando tratteggia la figura del “sovversivo” del titolo e della sua famiglia, nella quale va ricompresa, ma la rivelazione è contenuta proprio in “zona Cesarini”, l’autrice stessa, nipote di quel nonno adorato di cui ancora oggi Maria Mollo continua ad avvertire la presenza, ogni qual volta si reca nei luoghi dove insieme hanno vissuto giorni felici.

Il libro della poetessa e scrittrice cosentina, ma che da oltre 20 anni risiede a Centola, una finestra spalancata sul mare azzurro di Palinuro, è stato presentato nel salone di rappresentanza di Palazzo dei Bruzi, per iniziativa della Commissione consiliare cultura, presieduta da Mimmo Frammartino. Per Maria Mollo, la scrittura è un porto sicuro, una compagna fedele, di quelle che che non tradiscono mai ed anche il luogo dove rifugiarsi di fronte alle molteplici difficoltà della vita. Nel suo bel libro l’autrice racconta la storia di Eugenio Dionesalvi, altrimenti detto “Mastro Ginuzzu”, antifascista cosentino, consigliere comunale della sua città, nelle file del Pci, nella consiliatura 1960/1964 e, successivamente, nelle consiliature 1970/1975 e 1975/1980.

Una figura, quella di Eugenio Dionesalvi, che si distingue per alcune scelte di campo molto forti e che Maria Mollo tratteggia senza reticenze o riserve. “Mastru Ginuzzu” ha il coraggio delle sue azioni, è un sovversivo che si schiera apertamente contro il regime come un combattente, partecipe attivo della resistenza a costo di rinunciare a benefici e ricchezze, lui che proveniva da una famiglia nobile e benestante. E allora si inventa un nuovo mestiere, quello di ebanista. La scrittrice privilegia, nel libro, il registro della narrazione in prima persona che fa sentire il protagonista vicino ai suoi affetti e a chi lo conosce ora per la prima volta. In occasione della presentazione del volume a Palazzo dei Bruzi, il Presidente della commissione cultura Mimmo Frammartino ha sottolineato come il libro di Maria Mollo si inserisca in quel filone identitario inaugurato dall’organismo consiliare «affinché la città tenga vivo il suo passato, per rinverdire le radici e l’appartenenza, anche perché – ha aggiunto Frammartino – la politica sta perdendo per strada i suoi ideali, mentre, invece, la politica vera è quella nobile capace di praticare i sentimenti e che ha bisogno di cibarsi di un senso civico rinnovato».

Un punto di vista che trova d’accordo Vincenza Gallo, mediatore e giurista, la cui relazione è stata molto apprezzata dal pubblico presente. «E’ bene tornare a parlare di politica nel senso più pieno del termine – ha detto Vincenza Gallo – per riaffermare i valori dell’identità e dell’integrità. Noi siamo famiglia e memoria e di questa memoria siamo chiamati ad essere custodi».

Scopriremo più avanti che Eugenio Dionesalvi era il bisnonno di Vincenza. Adeguato il commento musicale assicurato, durante la presentazione del volume, dal quartetto d’archi “Nemes”, composto da giovani talenti del Conservatorio Giacomantonio di Cosenza: Elena Corapi, Asia Termine, Ada Iannuzzi e Francesco Sbarra.

A dare un notevole contributo alla presentazione del libro, anche Claudio Dionesalvi, docente e mediattivista, «spirito ribelle e indipendente, da 30 anni – come lui stesso ha ricordato – nei movimenti antagonisti». Per Claudio Dionesalvi il libro di Maria Mollo ha tanti meriti «perché la storia è importante, soprattutto quando ad essa è affidato il compito di colmare il vuoto storico-politico-culturale che spesso ha caratterizzato la storia della nostra città».

Quindi ricorda la “fioritura” di giovani storici in città come Matteo Dalena che ha scritto un bel libro su Paolo Cappello. Ma ricorda anche l’impegno di Riccardo De Luca, di Tobia Cornacchioli, Giovanni Sole, menziona il video di Pasquale Anselmo sui bombardamenti del 12 aprile del ’43, riconoscendo che «la storia entra difficilmente nella sensibilità di chi legge».

E, invece, con “Sovversivo” di Maria Mollo accade il contrario, forse perché lei riesce ad utilizzare un doppio registro linguistico dimostrando di saper padroneggiare il mestiere di storico «che è qualcosa di serio, perché racconta gli effetti, ma descrive anche i fatti». E i fatti raccontati da Maria Mollo parlano di Eugenio Dionesalvi (Mastru Ginuzzu), «figura colta e dura di antifascista cosentino», ma anche della sua famiglia, con in testa Minella (diminuitivo di Filomena), la moglie che si inventa un nuovo lavoro, quello di modista. Ed è qui che il libro scatena un ulteriore vortice di emozioni quando vi si racconta che proprio Minella ospitava i poveri della città ai quali, nel retrobottega del suo negozio di modista, somministrava sempre un pasto caldo. Ci sono nel libro altre pagine emozionanti, come quelle contenute in alcuni versi di Maria Mollo.

E’ il caso dell’episodio del gran rifiuto di Eugenio Dionesalvi di togliersi il cappello al passaggio degli squadristi su Corso Telesio, rifiuto che gli costò il pestaggio. L’episodio è racchiuso nei versi di una bellissima poesia, “Il cappello” appunto. Con la piccola figlia di Eugenio, Dora, intenta ad alzare la sua manina nel gesto estremo di impedire l’agguato teso al padre indifeso.

«Quel nero manganello non aveva tolto il tuo cappello» – recita il verso più significativo. Il primo maggio del 2009, l’allora Amministrazione comunale intitolò a Eugenio Dionesalvi una strada nel centro storico. Mastro Ginuzzo, ebanista, noto per il suo perfezionismo, discendeva da una nobilissima e ricchissima famiglia di Bisignano, dove era nato nel 1898. Un’agiatezza alla quale rinunciò in nome dei veri ideali comunisti. La presentazione di “Sovversivo” si chiude con l’autrice, Maria Mollo, che si dice grata dell’affetto dimostrato. Quindi confessa di essere tornata di recente nei luoghi dove si sviluppa il racconto. Poi non trattiene la commozione quando rivela: «Eugenio era mio nonno». (rcs)