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Salvatore Spagnolo

Covid-19: la cura a domicilio del calabrese prof. Salvatore Spagnolo

Il prof. Salvatore Spagnolo, il chirurgo calabrese che ha scoperto per primo la validitp della terapia antiembolia con l’eparina nei pazienti covid (vedi l’intervista di Calabria.Live del 26 aprile) continua la sua battaglia per salvare vite umane.

«I pazienti possono essere trattati a domicilio con Aspirina, Cortisone ed Eparina che vanno somministrati subito. L’efficacia delle cure spesso è limitata perché sono praticate tardivamente, quando il virus ha causato danni ai polmoni e ai vasi sanguigni”.

Il prof. Spagnolo sostiene che il trattamento a domicilio con Aspririna, Eparina e Cortisone potrebbe ridurre l’aggressività del Covid 19 bloccandone alcuni degli effetti più letali, come le patologie polmonari, ma a patto che i pazienti siano trattati immediatamente, prima che i sintomi si manifestino.

«Affrontare il virus nella fase iniziale –  ha dichiarato all’Agenzia Giornalistica Italia (Agi) il prof. Spagnolo – costerebbe meno e migliorerebbe i risultati. Purtroppo, invece, i medici prescrivono i farmaci solo quando i pazienti si presentano da loro con la malattia in fase avanzata.

«Nello scorso marzo – dice Spagnolo, attualmente impegnato nella cardiochirurgia dell’Iclas di Rapallo – avevo ipotizzato che la causa di morte nella patologia da Covid 19 non fosse solo una polmonite interstiziale ma anche un’embolia polmonare diffusa e proposi la somministrazione dell’eparina. Per validare questa mia ipotesi, pubblicai un articolo sul Journal of Cardiology Research dal titolo: Covid-19 as a Cause of Pneumonia and Diffuse Peripheral Pulmonary Embolism. Early Anticoagulant Treatment to Prevent Thrombi Formation. Questa ipotesi non venne presa in considerazione e, solo a fine aprile, studi autoptici confermarono la presenza di trombi nei polmoni dei pazienti deceduti per Covid 19 e fu introdotta la terapia con eparina nei pazienti in terapia intensiva, ottenendo miglioramenti clinici.

Recentemente il prof. Nicola Magrini, Direttore generale dell’Aifa, l’Agenzia Italiana del Farmaco, ha dichiarato che l’eparina è un pilastro nel trattamento del Covid-19. Tuttavia, abitualmente, questo farmaco è utilizzato solo nei pazienti ricoverati con segni di polmonite».

La somministrazione, però, dev’essere tempestiva: «Oggi sappiamo che, a differenza dei comuni virus antinfluenzali, i coronavirus non danneggiano solo i polmoni ma entrano nei capillari polmonari e si riproducono nella loro parete interna chiamata endotelio. È dimostrato da studi anatomopatologici e clinici che, quando il virus passa dalle narici alla trachea e raggiunge gli alveoli polmonari, entra direttamente nei capillari che circondano gli alveoli e naviga nella corrente sanguigna. Spinto dalla pressione di perfusione, raggiunge il cuore ed i vari organi del corpo umano. Esso ha la proprietà di riprodursi nell’endotelio sia degli alveoli polmonari che dei capillari e determinare una progressiva infiammazione dei polmoni ed una trombosi del microcircolo. In alcuni pazienti, la distruzione dell’endotelio vascolare causa trombosi anche nel tessuto cardiaco, cerebrale o renale e determina infarti miocardici, ictus cerebrali o infarti renali».

La somministrazione a domicilio dell’Eparina e del Cortisone, secondo Spagnolo, potrebbe contrastare, fin dall’inizio, l’insorgenza dei processi infiammatori e trombotici. Una conferma che i farmaci antiaggreganti, somministrati all’inizio della malattia, possono ridurre la mortalità nei pazienti con Covid 19, arriva dall’Università Americana del Maryland.       (rrm)