la segretaria generale di Ugl Scuola, Ornella Cuzzupi, ha evidenziato come «quello che accade in questo periodo fa rabbrividire. La scuola, i ragazzi, le famiglie stesse sono coinvolte sempre più in spirali di violenza che rasentano l’assurdo. Docenti maltrattati, aggressività palese tra giovani, abbandono di ogni sorta di rispetto verso le cose e verso le persone sono solo una parte degli esempi che potremmo portare».
«Adesso siamo di fronte ad un bivio decisivo per l’istituzione scolastica e non solo – ha aggiunto – o si cerca immediato rimedio a questa sorta di deriva comportamentale o ci troveremo al cospetto di una escalation incontrollabile che dalle giovani generazioni arriverà inevitabilmente in ogni aspetto della Società».
«Parlare di queste cose fa male, tanto male. Ma ora, accanto alla costernazione e all’amarezza – ha proseguito – è il momento di prendere atto che serve un’inversione di rotta precisa e decisa. Il Ministro Valditara con la Direttiva dello scorso novembre scorso relativa alla “Educazione alle relazioni” ha fornito un input molto importante in merito alle necessità di attivare azioni educative mirate alla cultura del rispetto. Accanto a ciò occorre però che siano stabiliti importanti e immutabili principi per rimettere il tutto nei corretti binari».
Il Segretario Nazionale, comunque, non si limita ad enunciazioni di sorta, ma definisce con precisione il suo pensiero in merito: «Il primo e irrinunciabile presupposto è quello di assicurare alla scuola il proprio ruolo di autorevolezza che non significa certo un ritorno a vecchi canoni bensì ad un riconoscimento intrinseco del valore educativo offerto dai docenti e da tutto il personale impegnato nell’Istituzione. I docenti, i dirigenti, il personale ATA, nell’ambito delle proprie mansioni hanno tutti una responsabilità enorme che è quella di contribuire alla formazione delle giovani leve e, quindi, della nostra Italia».
«Un compito che lo Stato – ha evidenziato – deve preservare e sostenere attraverso una costante e continua opera sinergica tra Ministero e strutture territoriali. Accanto a ciò occorre ribadire il concetto che l’istituzione scolastica, oltre alla didattica, deve contribuire anche ad un’adeguata educazione sociale e questo non può né deve essere un principio negoziabile. Le stesse famiglie – continua Cuzzupi – non possono esondare dai propri ambiti e, in una dialettica certo aperta e democratica, occorre lasciare ai docenti e ai dirigenti il compito di valutare e indicare i percorsi da seguire, compresi eventuali provvedimenti disciplinari assunti non come mera punizione, ma come stigmatizzazione di un comportamento non corretto».
«Forse per qualcuno – ha concluso – potremmo persino apparire anacronistici, ma l’esperienza, la capacità di ascoltare il personale scolastico, le famiglie e gli stessi ragazzi insieme all’’analisi di ciò che accade impone questo discorso, ne va del futuro del nostro Paese e dei nostri figli». (rrm)