L’appuntamento è per domani, alle 14.30, su quella spiaggia in cui hanno perso la vita 72 persone a Steccato di Cutro.
L’obiettivo è uno solo: «fermare la strage». Un appello che è anche lo slogan a cui ha aderito tutta Italia.
«La strage di Cutro non è stato un incidente imprevedibile – si legge in una nota della Rete 26 febbraio, a cui hanno aderito 295 realtà –. È solo l’ultima di una lunghissima serie di tragedie che si dovevano e si potevano evitare».
«Le persone che partono dalla Turchia, dalla Libia o dalla Tunisia – si legge – sono obbligate a farlo rischiando la vita a causa dell’assenza di canali sicuri e legali di accesso al territorio europeo. I governi hanno concentrato i loro sforzi solo sull’obiettivo di impedire le partenze, obbligando chi fugge da guerre, persecuzioni e povertà a rivolgersi ai trafficanti.
Se le persone morte nel mare davanti a Cutro avessero potuto chiedere e ottenere un visto umanitario non avrebbero rischiato la vita».
«Se ci fosse stato un programma di ricerca e salvataggio europeo o italiano – quel terribile naufragio si sarebbe potuto evitare.
Sulle responsabilità delle autorità competenti indagherà la magistratura.Ma chi ha responsabilità politiche, in primo luogo il governo, non può ribaltare la realtà e scaricare sulle vittime il peso di una strage che ha visto la perdita di 70 esseri umani che si potevano e si dovevano salvare».
«È arrivato il momento – viene evidenziato – di dire basta e di fermare le stragi. Chiediamo un’indagine seria che faccia chiarezza su quanto è successo. Chiediamo di istituire una Commissione parlamentare di inchiesta sulle stragi di frontiera. Chiediamo di realizzare immediatamente un programma europeo di ricerca e salvataggio in tutto il Mediterraneo, e sollecitiamo il governo italiano a chiedere agli altri Stati membri di implementare questo programma».
«Chiediamo di attivare i visti umanitari previsti dal Regolamento Europeo dei Visti, consentendo così alle persone in fuga da guerre e violenze l’attraversamento delle frontiere europee in sicurezza e legalità».
«Chiediamo – continua la Rete 26 febbraio – di attivare ogni via d’accesso complementare, a partire dai reinsediamenti, dai corridoi e da altre forme di sponsorship e di ampliare i canali regolari di ingresso, senza usare questi strumenti per giustificare politiche di chiusura e respingimenti delegati a governi non Ue. Chiediamo di fermare ogni iniziativa e programma di esternalizzazione delle frontiere e di promuovere accordi bilaterali condizionati dal rispetto dei diritti umani e non dal controllo dei flussi migratori».
«È il momento di dire basta ad ogni forma di strumentalizzazione politica e di fermare le stragi – viene evidenziato dalla Rete –. Lo faremo andando sulla spiaggia di Cutro per esprimere la nostra indignazione e la solidarietà con le vittime e le loro famiglie con una marcia silenziosa».
«La manifestazione di Cutro – conclude la nota – è il primo importante appuntamento nazionale di un percorso di iniziative e mobilitazioni che le reti che la promuovono intendono organizzare affinché queste politiche “invertano rotta”. A chi non potrà essere a Steccato di Cutro chiediamo di mobilitarsi online scattandosi una foto con la fascia bianca al braccio e pubblicarla sui social con l’hashtag #fermarelastrage».
Le adesioni
I parlamentari e consiglieri regionali calabresi del M5S hanno annunciato la propria adesione all’iniziativa della Rete del 26 febbraio.
«La Calabria – hanno detto – è terra di accoglienza così come dimostrato dai crotonesi e dai calabresi che in questi giorni hanno offerto sostegno e ospitalità ai migranti sopravvissuti ed ai loro parenti nonché grande partecipazione per la insopportabile perdita di uomini, donne e bambini in cerca, semplicemente, di un futuro migliore».
«È assolutamente necessario – hanno proseguito – fare chiarezza su quanto accaduto e comprendere appieno i meccanismi perversi che hanno impedito il salvataggio dell’imbarcazione spezzatasi di fronte le coste calabresi».
«Il rispetto verso la memoria di chi non c’è più – prosegue la nota – e dei loro cari che oggi piangono, l’idea stessa che abbiamo di Paese civile e solidale, cristallizzata dalla nostra Carta costituzionale, impongono la ricerca di verità e giustizia».
«Saremo a Cutro – hanno concluso i pentastellati –per ricordarlo a chi ha responsabilità nel merito e per esprimere al contempo vicinanza e ringraziamento ai cittadini, alle associazioni ed alle istituzioni locali che hanno mostrato il volto migliore della nostra terra in un avvenimento così drammatico».
«Per queste ragioni – hanno concluso – gli esponenti pentastellati – invitiamo a nostra volta a partecipare all’evento tutti i calabresi augurandoci di non dover assistere mai più ad una tragedia simile».
Ci saranno anche Libera Calabria e il Gruppo Abele, alla manifestazione nazionale
«Saremo a Cutro – hanno dichiarato nella nota Libera e Gruppo Abele – insieme alle tante associazioni per chiedere verità e giustizia per quanto accaduto sulle coste calabresi. Per fermare le deportazioni indotte chiamate “migrazioni” non basta stabilire accordi economici con Paesi di provenienza il più delle volte complici o addirittura agenti della logica di sfruttamento occidentale».
«Occorre ripartire dalla “Dichiarazione Universale dei Diritti umani” – viene evidenziato – occorre ripartire dal valore inviolabile della persona, dal suo diritto a una vita dignitosa, libera e anche liberamente nomade: nomadismo del sentirsi ovunque a casa su una Terra dove abbiamo davvero imparato tutti a sentirci e ad agire come passeggeri di un’unica barca che procede verso il bene comune, a cominciare da quello di chi, ancora naufrago, chiede di essere riconosciuto e accolto come persona».
Presente anche Legambiente, con una fascia bianca al braccio. L’associazione tornerà a ribadire la sua indignazione per l’ennesima strage di migranti che si è consumata sulle coste italiane e ad esprimere la sua vicinanza alle famiglie delle vittime, perché quanto accaduto è qualcosa di vergognoso. Ogni Paese industrializzato è responsabile di queste migrazioni causate sempre più da tensioni e conflitti per l’accaparramento di materie prime o risorse energetiche dalla crisi climatica che rende invivibili le terre di queste persone.
«Non si può rimanere indifferenti di fronte a quanto sta accadendo sulle coste italiane, né continuare a perpetuare politiche disumane che alimentano tragedie che non vorremmo vedere più nel mar Mediterraneo, come nel resto del mondo»,hanno commentato il presidente nazionale di Legambiente Stefano Ciafani e la presidente di Legambiente Calabria Anna Parretta.
«Occorre fermare questa emorragia di umanità – hanno concluso – e dare l’esempio affinché tragedie simili non accadano più. Per questo insieme alle tante associazioni e ai rappresentati della società civile che sabato manifesteranno a Cutro, chiediamo in particolare un’indagine seria per fare chiarezza su quanto è accaduto garantendo verità e giustizia».
Cgil Calabria parteciperà alla manifestazione.
«Un momento di commemorazione ma anche di riflessione per ragionare, a partire dalla tragedia accaduta, sulle politiche dell’immigrazione e non solo – si legge in una nota –. Sarà una marcia silenziosa per esprimere il nostro cordoglio e la nostra indignazione, ma anche l’inizio di un percorso per tenere i riflettori accesi sui migranti, a partire dalle discutibili dichiarazioni di esponenti del governo». (rrm)
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