di PINO NANO – Quarant’anni da vescovo, 40 anni al servizio della chiesa, 40 anni di servizio pastorale, 40 anni di riflessioni, di analisi, di momenti di gioia e di solitudine, perché la vita di un vescovo non sempre è rose e fiori, e un pastore che guida il suo popolo vive in prima persona le amarezze le delusioni le sconfitte e gli smarrimenti della sua gente.
Oggi don Vincenzo Rimedio è tornato tra la sua gente a Lamezia Terme, nella sua vecchia diocesi, per un nuovo bagno di folla, e l’occasione è stata la sua festa di compleanno con la Chiesa che 40 anni fa lo ha fortissimamente voluto vescovo. Vescovo illuminato, vescovo preparatissimo, teologo e filosofo come pochi, vecchio insegnante al Liceo Ginnasio Michele Morelli di Vibo Valentia, dove per anni don Rimedio è stato uno dei professori dei maestri più amati e più seguiti dagli studenti di allora.
«È un dato della Provvidenza – esordisce mons. Rimedio al momento della sua omelia in cattedrale – a farmi trovare al quarantesimo di episcopato in mezzo a voi, riuniti in Cattedrale, incontrare il Vescovo Sua Ecc.za Serafino Parisi, i Presbiteri e parte del Popolo di Dio».
Nato a Soriano Calabro il 5 dicembre 1927; ordinato presbitero il 22 luglio 1951, eletto alla sede vescovile di Lamezia Terme il 4 settembre 1982, ordinato vescovo il 28 ottobre 1982, è poi diventato vescovo divenuto emerito il 24 gennaio 2004.Per “don Vincenzo Rimedio”, perché anche da vescovo lui amava essere chiamato come lo era stato per tutti gli anni precedenti da sacerdote, è stato oggi il momento del bilancio, dei ricordi, del saluto alla città che dopo Vibo ha forse amato di più.
«Personalmente – confessa – sono soddisfatto dell’impegno profuso da Vescovo per questa ricorrenza, e per quanto ho compiuto sorge ora il dovere del Ringraziamento per tanti benefici elargiti a me e a voi dal Signore. Vanno ringraziati tutti – alcuni sono deceduti – quanti hanno attivamente risposto alle pastorali istanze proposte o intuite dal loro zelo. Anzitutto il mio interesse pastorale si è rivolto al Seminario Vescovile e alle Vocazioni al Sacerdozio».
La parte centrale della sua omelia di ringraziamento don Rimedio la dedica ai presbiteri: «I Presbiteri vengono da lontano, dalla vocazione progettata da Dio fin dall’eternità. La loro esistenza – in generale – è segnata: con il Sacramento del Presbiterato. La Chiesa affida i Sacerdoti ai Vescovi, ai loro cuori di Pastori, perché li accompagnino paternamente nel loro percorso esistenziale, soggetto alle sfide del mondo».
Poi il vecchio pastore della Chiesa lametina ricorda: «Ho ordinato, in 21 anni, 30 Presbiteri e 22 Diaconi permanenti: una fioritura di giovani – soprattutto i Sacerdoti – a servizio pastorale della Diocesi».
Altro ricordo fondamentale del suo percorso è stato il 1° Congresso Eucaristico, nel 1987, al quale «Invitai il Cardinale Innocenti. Con rispetto per tale presenza, mi stava a cuore l’obiettivo della formazione eucaristica, del Mistero di Cristo, fonte di una profonda spiritualità. Al decimo anno di servizio episcopale ebbe poi inizio il Sinodo Diocesano, svoltosi in quattro sessioni e una preparazione di circa quattro anni, con le Relazioni sulle tematiche del Concilio Vaticano Il, come il dono della Verità rivelata, proposta da don Armando Augello; il disegno di Dio su ogni uomo proposta da don Guido Mazzotta, per essere perfetti nell’unità dal sac. Costantino Di Bruno. E per la quarta sessione la tematica è stata presentata da Filippo Leonardi, Missione della Chiesa e tensione verso la città dell’uomo e di Dio. Ritengo che si sia ravvivata con il Sinodo la coscienza ecclesiale nel Clero e nel Popolo di Dio. Un passo in avanti nell’applicazione del Concilio».
Quasi iconica la rappresentazione che don Rimedio fa dei vescovi: «I Vescovi – come è noto – sono i successori degli Apostoli, scelti a continuare la Missione di Cristo affidata agli Apostoli, che dovrà durare fino alla fine dei secoli. I Vescovi sono i pastori più responsabili della loro Chiesa particolare, difendendola da ogni aberrazione e promuovendola verso la libertà da ogni schiavitù e verso la verità. Sono chiamati a compiere le Visite Pastorali, occasioni preziose per loro, per esprimere l’animo ricco di amore a Dio e alla Chiesa, ascoltando e annunciando, seminando semi di speranza e di rinnovamento, discernendo per allontanare ciò che offusca la fede e la verità e indicando ciò che è giusto e ciò che è vero e gradito davanti al Signore».
Applausi a scena aperta per don Vincenzo che lascia alla città di Lamezia il ricordo meraviglioso di un sacerdote come pochi, di un uomo semplice, affabile, caritatevole e soprattutto lontano dalle mille tentazione mediatiche del mondo moderno, un vescovo alla vecchia maniera con i piedi per terra e il vangelo a portata di mano, sempre e comunque. Dimenticavo di dirvi che io sono stato suo alunno al Liceo Classico Michele Morelli di Vibo Valentia, e quando lui entrava in classe, era la nostra Terza A, calava all’improvviso un silenzio quasi sacro. Era il senso del rispetto che tutti noi avevamo di lui. (pn)