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Il rendering del futuro Ponte sullo Stretto

Dopo il decreto sul Ponte sullo Stretto tra esultanza e pessimismo

Dopo il via libera del Consiglio dei Ministri al Decreto Ponte presentato dal ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, si sono registrati, a seconda delle contrapposte posizioni, entusiasmo e pessimismo. Tra i primi a esultare per la ripartenza del progetto, è il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi: è un progetto concreto, che rappresenta l’idea di futuro che abbiamo sempre avuto. Già 20 anni fa  – ha scritto in un post su Instagram – con il mio governo avevamo pronto il progetto, un’opera strategica che si sarebbe realizzata se la sinistra non fosse intervenuta con la politica dei no».

«Questa volta non ci fermeranno – ha evidenziato –. Sarà un ponte che collegherà la Sicilia non solo alla Calabria, ma anche all’Italia e all’Europa intera: con il nuovo collegamento si metterà in moto un volano per l’economia siciliana che garantirà occupazione a più di centomila persone e la Sicilia potrà così diventare una base per la logistica dei trasporti internazionali in arrivo dal Mediterraneo. È un’altra promessa agli italiani che siamo finalmente in grado di mantenere».

Il presidente del Consiglio regionale, Filippo Mancuso, ha definito il Ponte «un’opera ingegneristica capace di un’attrattività smisurata».

«Avviare, dopo decenni di tentativi andati a vuoto – ha spiegato Mancuso – la realizzazione di un’opera così prestigiosa, innalzerà la reputazione dell’Italia nello scenario internazionale. Consentendo alla Calabria e alla Sicilia, con l’attraversamento stabile dello Stretto, l’Alta Velocità ferroviaria e la modernizzazione delle altre infrastrutture, così come richiesto dal presidente Occhiuto, di valorizzare la loro posizione strategica nel Mediterraneo e di aprirsi al futuro».

«Sarà – ha concluso – un’opera ingegneristica che, una volta realizzata, oltre agli effetti positivi per lo sviluppo dell’intera area, potrà essere una delle grandi meraviglie del mondo con una capacità attrattiva smisurata».

L’assessore regionale alle Politiche Sociali e Infrastrutture, Emma Staine, ha parlato di «un risultato importante raggiunto dalla Lega che rappresenterà per la Calabria una grande opportunità di sviluppo e avrà una ricaduta positiva sull’economia locale».

«Le opere pubbliche, infatti – ha proseguito – costituiscono un pilastro fondamentale per il rilancio dei territori. Finalmente il Mezzogiorno, in particolare Sicilia e Calabria, potrà mettersi in pari con il resto del Paese e recuperare un ritardo infrastrutturale non più tollerabile».

«Ringrazio il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini per l’impegno profuso nella realizzazione di questa grande opera – ha concluso – strategica per l’intero Paese, che sarà finalmente collegato nella sua interezza».

Giuseppe Mangialavori, deputato di FI e presidente della Commissione Bilancio, ha ricordato che si tratta di «un’opera strategica che, connettendo Calabria e Sicilia, rappresenta un volano economico per tutto il Mezzogiorno, in particolare sotto il profilo occupazionale e commerciale».

«L’opera – ha continuato – ha forti impatti sistemici sia dal punto di vista culturale, perché invertirà la tendenza che vede il Sud più indietro nello sviluppo infrastrutturale, sia sul piano della logistica».

«Il Meridione – ha concluso – ha l’opportunità di diventare la piattaforma strategica al centro del Mediterraneo in un crocevia fondamentale per il traffico merci internazionale». «Aveva ragione il presidente Berlusconi a proporlo primo tra tutti 20 anni fa e fa bene oggi il governo a metterlo tra le priorità».

Per il senatore di FI, Mario Occhiuto, ha detto che si tratta di «un obiettivo qualificante per gli Esecutivi guidati da Silvio Berlusconi, che avevamo cominciato a compiere ma poi la sinistra ha puntualmente interrotto».

«L’opera darà lavoro a migliaia di persone – ha continuato – creando un indotto per la nazione di 100 miliardi in trent’anni, riducendo l’inquinamento e consentirà di portare l’alta velocità ferroviaria in Sicilia velocizzando il transito di persone e merci».

«Ora siamo di fronte ad una svolta – ha evidenziato – anche grazie all’azione determinante del presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto. Si tratta di un’infrastruttura che toglierebbe la Sicilia dall’isolamento, rendendo la Calabria una fondamentale terra di passaggio, porterebbe Italo e Frecciarossa sull’isola, permetterebbe la costruzione dell’alta velocità Napoli-Palermo nel corridoio di Berlino, potenzierebbe enormemente i porti di Sicilia e Calabria, permetterebbe alle aziende di stabilirsi in Calabria e Sicilia per fornire merci, ridurrebbe fino a sei ore i transiti nello stretto durante gli esodi e tantissimi altri vantaggi, con decine di migliaia di posti di lavoro e liquidità immessa nel sud Italia fino a 10 miliardi. Un’opera fondamentale che deve essere fatta il prima possibile per il bene di questa terra».

Il ministro per la Protezione Civile e le Politiche del mare, Nello Musumeci, ha ribadito che il Ponte sullo Stretto «non è un capriccio, ma la necessaria soluzione per consentire continuità al corridoio che, dal Nord Europa, deve arrivare a Palermo».

«Il Ponte – ha proseguito – non avrà ricadute positive solo per la Calabria e la Sicilia, ma serve a dare al Mezzogiorno la funzione di base logistica dell’Europa nel Mediterraneo, perché oggi il Mediterraneo non è più un mare di frontiera, ma di cerniera e dal punto di vista della crescita economica può diventare il motore di crescita delle regioni del Sud».

Il Ponte sullo Stretto, per il commissario regionale della Lega, Giacomo Saccomanno, rappresenta «un’opera imponente che segnerà una nuova era di progresso e sviluppo per l’Italia».

«Il Ponte sullo Stretto– ha proseguito – rappresenta una risposta concreta alle esigenze di 5 milioni di siciliani e 2 milioni di calabresi, migliorando la connettività tra le due regioni e promuovendo lo sviluppo socio-economico del territorio. Il progetto, inoltre, contribuisce alla lotta contro il cambiamento climatico, riducendo le emissioni di CO2 di almeno 140.000 tonnellate e salvaguardando l’ambiente».

«L’opera  – ha spiegato – favorirà l’efficienza nei trasporti e la mobilità, riducendo i tempi di percorrenza e promuovendo lo sviluppo di nuove linee ferroviarie ad alta velocità. Il ponte diverrà, inoltre, un simbolo di eccellenza ingegneristica italiana e un’attrazione turistica di eccezionale richiamo, valorizzando il patrimonio culturale e naturale delle regioni coinvolte».

«Il progetto del Ponte sullo Stretto – ha detto ancora – gode dell’approvazione e della partecipazione delle istituzioni europee e prevede un rigoroso controllo degli appalti per garantire trasparenza e legalità nella realizzazione dell’opera. Con l’approvazione del progetto esecutivo entro l’estate 2024, si darà il via alla costruzione del ponte, avvicinando sempre più la realizzazione di questa storica infrastruttura».

Il referente della Lega della Piana di Gioia Tauro, Renato Bellofiore, ha evidenziato come «si sta finalmente dando una risposta concreta alle aspettative di 5 milioni di siciliani e 2 milioni di calabresi, migliorando la connettività tra le due regioni e promuovendo lo sviluppo socioeconomico».

Bellofiore ha evidenziato come «il progetto del ponte contribuirà alla salvaguardia dell’ambiente, riducendo l’inquinamento atmosferico e marino grazie all’evitata emissione di almeno 140.000 tonnellate di CO2. Inoltre, il ponte permetterà un’efficienza maggiore nei trasporti, con un risparmio di tempo significativo per automobilisti, autotrasportatori e viaggiatori su rotaia».

Il Referente Lega Calabria Piana di Gioia Tauro ha messo in risalto anche l’importanza del potenziamento delle linee ferroviarie ad alta velocità, in particolare tra Palermo, Catania, Messina e Salerno-Reggio Calabria, che sarà facilitato dalla realizzazione del ponte.

L’opera, che prevede la presentazione del progetto esecutivo entro l’estate del 2024, «è il frutto di un impegno costante e determinato di Salvini e della Lega  – si legge nella nota – nel promuovere lo sviluppo delle infrastrutture e la crescita economica del Sud Italia. Il cantiere creerà oltre 100.000 posti di lavoro, dando un impulso significativo all’occupazione e al benessere delle comunità locali».

Renato Bellofiore riconosce il ruolo determinante di Salvini e della Lega nel portare avanti questo storico progetto, che apporterà numerosi benefici alla popolazione, all’ambiente e all’economia locale, contribuendo al progresso e ad una maggiore unità dell’intera Italia.

Silvia Bono, già senatrice di FI, ha evidenziato come l’approvazione del Decreto Ponte è «il punto di partenza per un’opera infrastrutturale ora strategica e inserita nel Piano nazionale e che permetterà la realizzazione del collegamento stabile tra Calabria e Sicilia».

«Un lavoro cominciato durante la scorsa legislatura con la costituzione dell’intergruppo parlamentare, che sono onorata di aver creato e guidato nelle azioni politiche e che ha riportato con forza l’attenzione su questa opera ingegneristica di grande valore per il nostro Paese».

«Il decreto di oggi (giovedì ndr), grazie all’operatività del governo di centro destra, è una svolta epocale soprattutto per quello che rappresenterà a livello di sviluppo economico e sociale che parte finalmente dal Sud».

«Ringrazio il Presidente Berlusconi – ha concluso – che per primo ha riconosciuto l’importanza di quest’opera infrastrutturale, e continuerò a lavorare in Forza Italia, come ho fatto fin da subito proponendo anche il ddl sul ponte che prevedeva di inserire quest’opera nell’albo nazionale delle opere infrastrutturali strategiche, per sostenere lo sviluppo economico-sociale direttamente legato alla realizzazione dell’infrastruttura e di tutte le opere di compensazione».

Il Comitato Ponte Subito ha parlato di «giornata storica per il Ponte sullo Stretto di Messina: con il decreto legge approvato dal governo Meloni, il grande sogno del collegamento stabile tra Calabria e Sicilia torna a materializzarsi in modo concreto».

Il Comitato, inoltre, ha sottolineato la rapidità «con cui questo governo, trainato dalla tenacia del ministro Salvini, in meno di cinque mesi ha bruciato le tappe e recuperato oltre undici perduti per la balorda politica dei ‘no’».

«Il decreto legge di oggi (ieri ndr) – prosegue il comitato che si batte per la realizzazione dell’opera – determina il riavvio delle attività di programmazione e progettazione del Ponte in modo molto pratico: finalmente si torna a parlare della grande opera dello Stretto dal punto di vista tecnico e operativo. L’elemento principale è il cronoprogramma di realizzazione, che prevede la relazione di adeguamento del progetto definitivo e l’approvazione del progetto esecutivo entro il 31 luglio 2024, cioè tra poco più di un anno».

«La posa della prima pietra è quindi vicinissima: la cantierizzazione delle prime opere accessorie – continua il Comitato – potrà infatti precedere abbondantemente l’approvazione del progetto esecutivo. Nel decreto si fa esplicito riferimento anche alla copertura finanziaria dell’investimento, alle tariffe del pedaggio e all’aggiornamento del piano di espropri. Particolare importanza ha l’istituzione di un comitato scientifico che guiderà le attività tecniche e progettuali: il decreto sancisce che opererà secondo principi di autonomia e indipendenza, e siamo certi che sarà la massima espressione delle straordinarie eccellenze ingegneristiche che esalteranno le qualità della scienza italiana per la realizzazione della grande opera che diventerà il più importante simbolo virtuoso dello sviluppo e della modernità del nostro Paese in tutto mondo».

«I progettisti – si legge nella nota – avranno l’occasione per adeguare la qualità architettonica delle opere infrastrutturali di raccordo tra il Ponte e l’asse stradale e ferroviario calabrese e siciliano: una lunga serie di ponti, viadotti e gallerie che nel passaggio al progetto esecutivo potranno essere migliorati all’insegna delle più moderne tecnologie e soprattutto dello stile contemporaneo di integrazione delle grandi infrastrutture architettoniche nel contesto paesaggistico dei luoghi».

«Con enorme e rinnovato entusiasmo – ha concluso il Comitato Ponte Subito – non solo Calabria e Sicilia ma l’Italia intera può tornare a guardare al futuro con prospettive di fiducia per crescita e sviluppo infrastrutturale, economico, culturale e sociale».

Gli ambientalisti al contrattacco

Per Angelo Bonelli, co-portavoce nazionale di Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, «il progetto del Ponte sullo Stretto, a campata unica di 3.300 metri, è irrealizzabile in particolare per il trasporto ferroviario, come confermato dalla commissione nominata dall’ex Ministro Giovannini».

«Alla fine, il progetto esecutivo del ponte – ha aggiunto – si scoprirà non essere realizzabile, specie per i treni: il ponte a campata unica con linea ferroviaria più lunga finora realizzato in Turchia supera di poco i 2000 metri, secondo i dati del Ministero dei Trasporti. Il decreto di ieri, pertanto, espone i conti pubblici in assenza di piani di fattibilità economica e per questo presenterò un esposto alla Corte dei Conti. L’unico obiettivo di questo progetto squinternato sembra essere quello di assicurare stipendi ai membri del CdA senza alcuna garanzia di fattibilità e rifinanziare progetti milionari futuri, mentre il Sud ha altre priorità».

«Chiunque conosca la Sicilia e la Calabria – ha continuato – sa in che situazione versano le infrastrutture di quei territori: ferrovie che non esistono, ponti crollati e non ricostruiti, strade nel dissesto più totale, acquedotti e depuratori che mancano o non funzionano. Per arrivare da Messina a Trapani in treno, ci vogliono tra le 8 e le 9 ore per fare poco più di 300 km. E per arrivare da Palermo a Trapani, 100 km, si impiegano 4 ore, con treni che vanno a 40 all’ora e alcuni sono ancora alimentati a gasolio».

«Con i 10 miliardi che si prevede di spendere per la realizzazione del Ponte – ha concluso Bonelli – si potrebbero acquistare 175 treni intercity e 500 regionali o sistemare gli acquedotti e le reti idriche, per un costo di 7,2 miliardi».

«Un’inutile opera faraonica che in tutti questi anni è costata al Paese tra studi, consulenze e stipendi della società stretto di Messina circa un miliardo di euro». È così che Legambiente ha definito il Ponte sullo Stretto, criticando, aspramente, l’approvazione del decreto in Consiglio dei ministri.

Per l’Associazione, infatti, «la vera urgenza da affrontare in un decreto-legge è la partenza di quei cantieri per la transizione ecologica necessari per permettere ai cittadini e alle merci di muoversi in Calabria e Sicilia come in un paese civile e industrializzato e per contribuire alla lotta alla crisi climatica».

«Questo oggi non è garantito né agli uni, né agli altri e non sarà certo il Ponte sullo Stretto a permetterlo – hanno ribadito, in una nota congiunta, Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente, in una nota congiunta con Anna Parretta e Giuseppe Alfieri, rispettivamente presidente di Legambiente Calabria e Sicilia –. Serve una drastica cura del ferro, un potenziamento delle infrastrutture per la mobilità sostenibile, con linee ferroviarie elettrificate e a doppio binario, percorse da treni moderni, frequenti e puntuali, e non una cattedrale nell’evidente ‘deserto della mobilità’ come il Ponte sullo stretto di Messina».

«Chiediamo al ministro delle infrastrutture e dei trasporti Matteo Salvini di fare un esercizio molto più utile ai cittadini meridionali e a chi si sposta in queste due regioni per lavoro o turismo», hanno suggerito, ricordando come il Ponte è uno «sperpero di soldi pubblici che ora rischia di essere ulteriormente aumentato, senza contare che quelle risorse si sarebbero potute investire per la cura del ferro e per il potenziamento delle infrastrutture per la mobilità sostenibile e del trasporto via nave».

«Su questi tre interventi, l’Italia è in netto ritardo rispetto agli altri Paesi europei e agli obiettivi che ci sta chiedendo l’Europa in termini di lotta alla crisi climatica, decarbonizzazione dei trasporti e accelerazione della transizione ecologica del Paese. Le risposte che sono arrivate dal governo Meloni invece – ha detto Ciafani – sono state la riattivazione dello Stretto di Messina Spa, prevista nell’ultima legge di bilancio, e un decreto-legge che oggi approderà in Cdm attraverso lo strumento della decretazione d’urgenza e in cui si dice che i lavori inizieranno del Ponte inizieranno entro il 2024».

«Il Ministro dovrebbe spiegare ai cittadini calabresi e siciliani – ha aggiunto – quali sono questi motivi “straordinari e urgenti” per cui si ricorre alla decretazione d’urgenza e perché l’Italia, dall’altra parte, continua ad essere in ritardo nel realizzare e migliorare quelle infrastrutture di mobilità sostenibile di cui il Paese, e soprattutto il Meridione, ha bisogno».

Per l’associazione ambientalista la cura per il Sud si traduce con più treni per il Meridione, elettrificazione e collegamenti più veloci e frequenti tra la Sicilia, la Calabria e il resto della Penisola, portando le Frecce nei collegamenti tra Palermo, Catania e Roma, potenziando il trasporto via nave lungo lo Stretto e rafforzando i collegamenti in treno da Reggio Calabria a Taranto e Bari, ripristinando la possibilità di imbarcarsi sulle navi di qualunque vettore con un unico biglietto. (rrm)