Dopo la clamorosa bocciatura in Consiglio regionale della proposta di legge di Flora Sculco sulla doppia preferenza nelle prossime consultazioni elettorali della Regione, da ogni parte si levano appelli perché il provvedimento – ovviamente riformulato – venga di nuovo sottoposto all’Assemblea.
Giovedì scorso, a Germaneto, alla Cittadella regionale la consigliera Flora Sculco ha invitato sindacati, associazioni e istituzioni alla mobilitazione più larga possibile «per aumentare – ha spiegato – il grado di compartecipazione e sensibilizzazione verso una questione che non è più soltanto un mero fatto legislativo, ma sta diventando qualcosa di molto più importante. Quello che adesso è in gioco è l’emancipazione democratica della nostra regione. Dopo la dolorosa pagina consumata nell’ultimo consiglio, la vera sfida è abbattere un sottofondo culturale maschilista che alberga in Calabria nel mondo della politica, paragonabile soltanto alle barriere architettoniche. Voglio solo ricordare che in trent’anni di regionalismo su 4.800 consiglieri eletti soltanto il 2,3% cento appartiene al genere femminile. Dobbiamo andare avanti».
Anche il governatore Mario Oliverio è intervenuto all’incontro e ha manifestato il propio sostegno. «Non ci sono vie d’uscita, – ha detto il presidente Oliverio – la legge sulla doppia preferenza di genere va approvata. Non si tratta di una battaglia che appartiene a una sola parte politica, ma attiene alla sfera democratica e civile della nostra regione e alla sua proiezione verso l’esterno che è molto più positiva di quella che invece oggi si tenta di far passare».
Il presidente ha auspicato una maggiore convergenza sull’iniziativa di legge. «“Ben venga – ha detto – la mobilitazione da parte di tutti e in tutte le sedi, affinché si riesca a dare seguito a un ulteriore spinta verso l’approvazione di questa legge che non è coercitiva rispetto al voto alle donne, lo ricordo, ma espressione di una facoltà democratica nei confronti dell’elettorato. Sono disponibile a ogni confronto su eventuali modifiche statutarie da apportare, ma non si può sfuggire dall’approvazione della riforma. Discutiamo di tutto, non ci sono pregiudizi di sorta, ma non utilizziamo a pretesto altri argomenti per impedire che ciò avvenga. Si tratta di principi democratici a cui non si può più derogare». (rcz)