È nata Calabria Zero, l’azienda che governerà la sanità della Regione Calabria, ideato dal presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto e dal sub-commissario Maurizio Bortoletti. Il Consiglio regionale della Calabria, infatti, ha approvato, a maggioranza, il progetto di legge dell’Azienda per il governo della sanità della Regione Calabria – Calabria Zero, che «non sarà un’azienda immediatamente operativa» ha spiegato Occhiuto, che non vuole ripetere l’errore compiuto nel 2007.
«Quello della creazione di un Ente di governance nella sanità calabrese – ha spiegato il Governatore – è un modello già realizzato in altre regioni, ad esempio, in Veneto, nel Lazio, che è utile per svolgere in maniera centralizzata alcune funzioni che è più complesso far svolgere alle aziende sanitarie. Figuratevi in un sistema sanitario come il nostro dove il deficit di capacità amministrativa è ancora più forte nel sistema delle Aziende».
«Nel testo – ha spiegato – noi proponiamo la possibilità di istituire l’Azienda che accentrerà le funzioni amministrative, facendo rimanere intonso, però, il sistema delle Aziende territoriali, ma prevedremo, invece, l’implementazione di questa Azienda attraverso atti successivi che, certo, io vorrei concordare con quelli che sono nella disponibilità e hanno la volontà di darci dei suggerimenti».
Inoltre, è stata approvata la proposta di legge, a firma del presidente del Consiglio regionale, Filippo Mancuso, che prevede l’unificazione delle Aziende ospedaliere “Pugliese Ciaccio”, e universitaria “Mater Domini” di Catanzaro che assumono così la denominazione “Azienda Ospedaliero-Universitaria “Renato Dulbecco”.
Grande soddisfazione è stata espressa dal consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Antonio Montuoro, che ha sottolineato come «quella sancita nella lunga seduta del Consiglio regionale di ieri con la costituzione di ‘Azienda zero’ è il primo passo verso un cambiamento radicale nella gestione del sistema sanitario calabrese».
«È quella rivoluzione – ha spiegato – che i nostri concittadini si aspettano per vedere garantito il diritto alla cura senza ricorrere alla migrazione sanitaria, senza aspettare per mesi una visita specialistica che non arriva e poi rivolgersi al privato. È la partita per cui assieme al presidente Roberto Occhiuto, commissario regionale alla sanità, ci giochiamo tutto».
«Poca vetrina e molta officina, senza alibi e senza paura, scrive il nostro presidente nelle linee programmatiche. La legge di costituzione dell’Azienda zero, attraverso una struttura che possa controllare la spesa e razionalizzare la gestione, è la soluzione più adatta per organizzare in modo moderno ed efficiente il governo di questo settore strategico per la nostra regione – ha affermato Montuoro in aula –. La decisione di creare un nuovo ente denominato Azienda zero risponde alle finalità di unificare e centralizzare le funzioni di programmazione, attuazione sanitaria e socio-sanitaria, nonché di coordinamento e governance del sistema sanitario, riconducendo a esso le attività di gestione tecnico-amministrativa su scala regionale».
«La nuova gestione della sanità calabrese attraverso una struttura che possa controllare la spesa, che possa monitorare l’efficienza o meno, che possa, sostanzialmente, avere un quadro di insieme per migliorare, appunto, la degradata sanità calabrese è la soluzione più adatta per organizzare in modo moderno ed efficiente il governo di questo settore strategico per la nostra regione – ha detto ancora Montuoro –. La sede della nuova Azienda che si occuperà della sanità della nostra regione non può che essere Catanzaro: perché è la sede della Giunta regionale e quindi del commissario ad acta, in considerazione della posizione strategica, visto l’ubicazione nell’area centrale della regione, ma anche e in considerazione della presenza, in città, dell’unica Facoltà di Medicina della nostra regione che è quella dell’Università Magna Graecia. Ringrazio, quindi, il presidente Occhiuto per la scelta di procedere su questa strada nella collocazione della sede di Azienda Zero a Catanzaro».
Il segretario-questore Salvatore Cirillo ha dichiarato che «sono certo che il primo passo da noi compiuto, oltre a consolidare una visione politica per la Calabria, renderà ai Calabresi quei risultati attesi da moltissimo tempo».
«Oggi, per la Sanità della Calabria – ha proseguito – si configura un’opportunità concreta materializzata in un atto formale volto a rappresentare l’inversione di una tendenza rispetto al passato che ci consentirà di affrontare le vecchie questioni con nuovi modelli di lavoro, poter individuare più velocemente nuove soluzioni e rendendo ai nostri corregionali buona parte di quelle risposte sino ad ora impensabili».
«Naturalmente – ha proseguito – questo è l’inizio di un percorso nel quale partendo dalla Sanità, si potrà lavorare per consolidare ulteriori modelli organizzativi snelli, efficaci ed efficienti nei quali grazie alla recentissima approvazione di un emendamento in Senato, sarà possibile assumere 40 dipendenti a supporto della struttura Commissariale.
«Percorrendo questa strada – ha detto ancora – sarà anche possibile concretizzare un processo strutturalmente virtuoso, arrecando al tessuto socio-economico calabrese quel cambiamento che sino ad ora si temeva di non poter nemmeno reclamare».
«Pensando al passato – ha detto ancora – con il voto espresso in aula, avverto la responsabilità di aver contribuito a praticare una scelta posta in netta discontinuità con la realtà ereditata: se in 12 anni i commissari mandati in Calabria non hanno neanche quantificato il debito, invece di continuare a inseguire le incognite dei numeri, abbiamo scelto con coraggio e determinazione di avviare un percorso che renda possibile la ripartenza».
«Da oggi – ha detto ancora Cirillo –, inizio ad immaginare una Sanità capace di essere anche un moltiplicatore per la debolissima economia calabrese, attualmente costretta a spendere 320 milioni di euro l’anno per i calabresi che vanno a curarsi in altre Regioni, magari da medici calabresi. Se in passato partire era l’unica strada da percorrere, il nostro impegno si tradurrà in un lavoro certosino e costante da compiere per garantire ai Calabresi quel diritto alla salute, tra l’altro previsto dalla Costituzione, senza doverli costringere a compiere viaggi della speranza ed esporli ad ulteriori costi». (rrc)