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Disabilità in Calabria

ELEZIONI / Aiello: progetti per agricoltura, terzo settore e associazionismo

Il candidato presidente del Movimento 5 Stelle Francesco Aiello ha partecipato al Forum del terzo settore a Catanzaro. «È stato – ha detto – un incontro molto interessante ricco di spunti e informazioni che possono tornare utili per il futuro. Sono sempre stato vicino al mondo del terzo settore, intrattenendo relazioni con molte associazioni e conosco bene ciò di cui scrivo. Ho discusso dell’assistenza agli anziani che è un ambito di intervento su cui la Regione e gli enti territoriali dovrebbero essere chiamati a intervenire per dare risposte concrete».

«Ho ribadito le parole di Don Giacomo Panizza – ha dichiarato Aiello – che lamenta di come le politiche a favore del sociale siano distanti dai fabbisogni reali dei beneficiari. Inoltre, ho ricordato l’approccio al problema della disabilità che è stato portato avanti da molti portavoce del Movimento 5 stelle, in particolare dal nostro deputato Massimo Misiti con il cosiddetto “patto per la disabilità”. Un protocollo d’intesa teso a neutralizzare e a snellire tutte quelle assurdità burocratiche che rendono la vita difficile a chi è portatore di handicap. Una cosa è certa: il disabile deve essere valorizzato per ciò che è in grado di fare, non è diverso da noi ma ha solo capacità dissimili dalle nostre».

Il prof. Aiello, inoltre, durante il confronto con gli associati di Coldiretti a Lamezia ha sottoscritto un documento, articolato in 10 punti, dal titolo “L’agricoltura e l’agroalimentare che vogliamo”, dopo aver parlato dell’importanza della valorizzazione delle nostre eccellenze agricole, alcune delle quali sono già competitive sui mercati extra regionali.

«Ho fatto l’esempio della patata della Sila– ha detto Aiello –: grazie a seri protocolli di produzione e a una filiera ben organizzata questo prodotto è riuscito a imporsi nel settore per la sua qualità. Stesso discorso vale per altri comparti agricoli (agrumi, fragole, ortofrutta varia). In Calabria bisogna puntare sull’organizzazione consortile che consentirebbe al piccolo produttore di sopperire il costo gestionale di avere una struttura organizzativa debole, permettendogli di potersi rivolgere ai mercati che contano. Dovremmo introdurre innovazione organizzativa, di mercato e tecnologica. Cosi da poter rispondere a quelle domande di mercato che richiedono prodotti di qualità, cercando di soddisfare le richieste che provengono dai mercati. Dovremmo puntare sui distretti del cibo e sui bio distretti, nonché salvaguardare l’ambiente. La Regione dovrebbe introdurre criteri di selezione e premiare chi innova e non garantire aiuti a pioggia». (rp)