Grande successo ha riscosso l’ultimo appuntamento del cartellone principale di Armonie d’Arte, una produzione originale che il Festival ha voluto dedicare al territorio, coinvolgendone alcuni artisti di esperienza e valore. Tarocchi, rotte di visioni e svelamenti nasce da un’idea del direttore artistico Chiara Giordano sollecitata dal progetto musicale sul tema propostole dal pianista Giovanni Mazzuca che ha scelto il repertorio e realizzato le relative trascrizioni ( da pagine celeberrime di Mozart, Beethoven, Bach, Debussy, ecc), con la regia affidata ad Emanuela Bianchi, nasce uno spettacolo brillante e intrigante che, utilizzando anche le suggestione provenienti da “Il Castello dei destini incrociati” di Italo Calvino, gioca sulla fantasia e il mistero con leggerezza, intersecando musica, teatro e danza.
Sul palco lo stesso Giovanni Mazzuca al pianoforte, Giuseppe Arnaboldi al violino, Francesco Salime al sassofono, Pietro Grande al violoncello, musicisti che hanno restituito effervescente e raffinata sapienza strumentale; e così l’attrice Daniela Vitale che ha tracciato tutto il percorso del lavoro, legandone senso e sensi in una presenza elegante, poetica ed ironica nello stesso tempo, nel dialogo continuo anche con le coreografie di Filippo Stabile, e i danzatori Francesco Lappano e Giannaina De Olivero (che ha sostituito all’ultimo momento l’infortunata Elena Mandolito), il primo eclettica figura che ha animato con brillantezza il simbolico “mazzo di carte”, la seconda che ha reso materica significanza alle parole visionarie della voce recitante. Il pubblico ha applaudito convinto ottenendo anche uno spiritoso bis.
Su questo spettacolo, che nelle intenzioni del Festival verrà distribuito nelle prossime stagioni su scala nazionale, il direttore artistico Chiara Giordano fornisce una chiave di lettura: «è stata realizzata un’accurata ed intelligente trascrizione strumentale, rimescolando quel magma emozionale che segue rotte di visioni e svelamenti proprie del mondo dei tarocchi, simboli e narrazioni che indagano l’imprevedibilità e il mistero della vita». (rs)