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FAI Cisl-FLAI Cgil-UILA Uil Calabria

Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl Calabria denunciano il mancato rispetto delle linee guida nazionali sulle vaccinazioni

In una lettera indirizzata al commissario Guido Longo, al direttore del Dipartimento “Tutela della Salute”, Giacomino Brancati, al presidente f.f. Nino Spirlì, e ai dirigenti Salvatore LoprestiSergio Tassone, Fp CgilCisl Fp e Uil Fpl Calabria denunciano il mancato rispetto delle linee guida nazionali sulle vaccinazioni.

«Quanto accaduto nelle ultime ore in Regione Calabria – si legge – in tema di vaccinazioni è allarmante. Il Commissario ad acta alla Sanità, Guido Longo, con un atto unilaterale e contraddittorio ha autorizzato la vaccinazione solo per i dipendenti del Dipartimento Salute dello stesso Ente. Le scriventi OO.SS., pur ritenendo insufficienti le linee guida del Ministero della Salute relative al piano di vaccinazione Covid, in quanto sottovalutano i rischi di contagio dei dipendenti pubblici che svolgono servizi essenziali, sono fortemente convinte che la priorità da cui partire per l’immunizzazione di massa debba riguardare certamente le cosiddette categorie fragili, a partire dai più anziani, i malati oncologici, gli immunodepressi, chi ha gravi compromissioni polmonari e cardiocircolatorie e, più in generale, le persone con gravi disabilità; insomma, i più fragili in quanto maggiormente esposti al possibile aggravamento delle loro condizioni e al conseguente bisogno di ricovero, spesso presso i reparti ospedalieri già ormai saturi».

«Ma vi è di più – continua la lettera – quanto accaduto in Cittadella regionale crea una disparità di trattamento dei dipendenti dello stesso ente che rappresenta un sinonimo di mancanza di rispetto delle norme che governano la Pubblica Amministrazione, una ingiustizia che pretende un’adeguata assunzione di responsabilità da parte di chi ha disposto un’azione amministrativa di questo genere.  Non è credibile che i dipendenti del Dipartimento Salute siano più esposti al Covid rispetto ai loro colleghi di qualunque altro dipartimento della Regione Calabria, che svolgono precisamente le stesse attività. Del resto, anche la Regione Sardegna aveva provato a fare la stessa cosa con i dipendenti dell’assessorato alla sanità e ha dovuto prontamente recedere a seguito delle forti polemiche». 

«Tra l’altro – continua la lettera – è preoccupante che il tutto sia stato predisposto e attuato senza far trapelare alcuna informazione e senza nessuna condivisione. Ricordiamo, inoltre, che il Dirigente Lopresti, Datore di Lavoro della Regione Calabria, ha più volte scritto al Commissario Longo, chiedendo che venisse autorizzata una campagna vaccinale indirizzata a tutti i dipendenti regionali senza ricevere mai risposta e, anche per questo, l’iniziativa circoscritta solo ai dipendenti del Dipartimento salute e non partecipata al dirigente preposto alla salute e sicurezza dei dipendenti, crea più confusione e genera tanti interrogativi».

«In un momento tanto delicato come quello che stiamo vivendo – si legge ancora nella lettera – nel pieno di una pandemia in cui è fondamentale ridare speranza e certezze all’intera collettività, nella nostra Regione continua a regnare un disordine acuito da un proliferare di comportamenti che nulla hanno a che vedere con il principio di buona amministrazione». 

«Si conclude – dice la lettera – con un appello alla responsabilità a tutti vertici istituzionali della Regione Calabria, politici e amministrativi, affinché s’imponga una linea di governo e di amministrazione trasparente e partecipata, nel rispetto delle norme e delle linee di indirizzo del Governo che possa ripristinare la fiducia dei lavoratori e dei cittadini». (rrm)