Il prof. Francesco Aiello, economista ed ex candidato alla Regione, ha dichiarato all’Adnkronos che «La crisi della pandemia ha messo in luce la drammatica condizione socio-economica che caratterizza la Calabria».
«È una crisi che, tuttavia – ha aggiunto – dura da anni e mostra tutte le caratteristiche di un processo irreversibile. È come se fossimo destinati ad un permanente equilibrio di sottosviluppo. Lo raccontano da decenni tutti gli indicatori macroeconomici, socio-demografici e istituzionali. In assenza di cambiamenti strutturali, la Calabria rimarrà definitivamente nella trappola della povertà. Così come per l’Italia, anche per la Calabria l’occasione del riscatto e della modernizzazione è rappresentata dall’ingente
massa di fondi provenienti dall’Unione Europea».
«Nei prossimi anni – ha proseguito – non avremo un problema di quantità di risorse, ma il tema sarà legato
all’uso che ne faremo. Al netto dell’utilizzo che è necessario per sanare le emergenze, è certo che per consentire alla regione di
cambiare passo occorre che gli investimenti risolvano alla radice i problemi strutturali della Calabria. Questo è sì il tema di tutto il
paese, ma in Calabria diventa l’emergenza, poiché senza interventi radicali finalizzati a migliorare le condizioni di contesto, l’economia regionale post-2026 sarà ancora più povera e più marginale di quella di oggi».
«In questo scenario – ha sottolinea il professor Aiello – diventa dirimente avere un quadro istituzionale locale in grado di
massimizzare l’uso ‘pro-crescita’ dei fondi Ue e, in tale direzione, il prossimo governo regionale dovrebbe essere un governo di scopo. Sarebbe opportuno costruire un’ampia maggioranza per lavorare all’unisono sulle poche priorità in grado di consentire a questa regione di cercare e trovare una prospettiva di sviluppo».
«L’appello da indirizzare, quindi, alla politica regionale e nazionale – ha concluso – è di sospendere per un quinquennio l’approccio divisivo che caratterizza l’azione dei partiti, e di avviare anche in Calabria una stagione di coesione socio-istituzionale per sostenere nella misura più ampia possibile una giunta di ‘potenziale’ unità regionale. Non mancano personalità in grado di svolgere in Calabria il ruolo che oggi Draghi sta svolgendo in Italia». (rrm)