Giorgio Durante, coordinatore regionale del Movimento Difesa del Cittadino, ha fatto un appello al presidente del Consiglio Mario Draghi e al ministro della Salute, Roberto Speranza, sottolineando che «non c’è più tempo da perdere, la sanità calabrese ha bisogno di un intervento da codice rosso».
È «fallito, ancora una volta – ha detto Durante – il tentativo di risolvere l’annosa questione con un intervento taumaturgico dell’ennesimo commissario, il dott. Guido Longo, ormai abbandonato a se stesso e senza poteri divini, occorre pensare ad altro. Non domani, ma oggi, come prevede un codice rosso all’interno di un pronto soccorso. I punti da risolvere sono decine, forse centinaia, con liste di attesa che ormai sono come le ammiccanti offerte per acquistare l’auto, tipo “inizi a pagare dal 2022”».
«Ma qui si parla di salute – ha detto ancora – di patologie oncologiche e cardiologiche, dove il trascorrere del tempo è determinante, con alcuni casi in cui si tratta di minuti vitali non di giorni, settimane, mesi o addirittura anni. Ognuno deve assumersi le proprie responsabilità e intervenire con decisione e con una modalità immediata, senza ulteriori tergiversamenti. Nella lettera di una nostra associata, che alleghiamo a questa nota, e ne riceviamo a decine, c’è tutta l’amarezza di un quadro davvero desolante».
«Nella ricerca del Commissario alla sanità calabrese, lunga ed elaborata – si legge nella nota – oltre che paradossale e tribolata, è stato scelto Lei come candidato ideale per risanare la precaria e difficile situazione della sanità in Calabria. In particolar modo, bisognava lavorare sull’emergenza Covid e sulla difficoltà di reperire posti per gli “eventuali” contagiati/malati. Abbiamo costruito l’ospedale da campo a Cosenza con un “modesto” investimento di circa 1 milione di euro che ha visto nella sua massima attività 6 persone! mentre nel presidio ospedaliero dell’Annunziata sono stati messi a disposizione circa 120 posti (o qualcuno in più), ledendo il servizio ordinario dei reparti già in affanno in precedenza. Bene caro dott. Longo, un super manager/Commissario come lei ha il compito, tra gli altri, di monitorare costantemente la situazione e di apportare continui aggiustamenti per ottimizzare al meglio risorse, servizi e prestazioni (To manage=accudire)».
«Premessa fatta – continua la nota – arrivo al dunque: il mio papà ultranovantenne (benedica) cade rovinosamente per sincope e si frattura il femore, viene portato in pronto soccorso e la situazione precipita, scompenso cardio-polmonare con versamento pleurico. Tre giorni solo su una barella, situazione igienica inesistente, assistenza non pervenuta, digiuno completo da acqua e cibo (perché fa bene) nessun supporto antidecubito (Le invio in privato la foto del risultato), alta erogazione di ossigeno terapia senza idratazione costante della bocca, un inferno, senza considerare che per avere info abbiamo trascorso una media di 8 ore al giorno per avere notizie, attivando logicamente tutte le conoscenze. Io ringrazio il personale tutto del pronto soccorso per le prime cure prestate, ma non è pensabile che 10 persone possano soddisfare le esigenze di 100 persone. Il mio papà avrebbe avuto estrema necessità di trasferimento in un qualunque reparto per una assistenza più precisa ed adeguata al suo particolare caso… ma… ma tutti i reparti hanno i posti congelati per gli eventuali malati Covid, oggi, come ieri, non pervenuti!»
«Conclusione – conclude la nota – per poter assicurare una dignitosa esperienza al mio papà, sono stata costretta al trasferimento a domicilio, di cui Lei forse disconosce le dinamiche e il business a cui è legato. Egregio dott.Longo e Co. provvedete immediatamente a ridistribuire i posti sottratti ai reparti, il pronto soccorso è al collasso e i pazienti “su letti a castello” attendono cure, interventi urgenti, soluzioni personalizzate, dignità. Io Vi considero responsabili per l’inferno inflitto al mio papà e a tutti i pazienti in sofferenza. Chissà se oltre al portafogli avete anche qualcosa di altro pieno…». (rrm)