Per Giuseppe Nucera, leader del Movimento La Calabria che vogliamo, si è detto convinto «che l’autonomia può liberare energie e risorse e fa scattare un maggiore orgoglio di appartenenza».
«Perché i calabresi fuori dalla Calabria diventano eccellenze nei diversi campi e settori di appartenenza? Questa la domanda a cui devono rispondere gli opinion leaders calabresi che esprimono un ‘No’ ideologico a priori», ha chiesto Nucera.
L’ideatore del movimento ‘La Calabria che vogliamo’, in qualità di presidente di Confindustria Rc in passato con una riflessione congiunta con l’economista Matteo Olivieri e pubblicata sul Sole 24 Ore, si era già espresso a favore dell’autonomia differenziata, convinto che possa rappresentare per tutto il sud quella chiave di volta per concretizzare lo sviluppo del meridione, atteso da troppo tempo.
«La Calabria solo così potrà dimostrare quanto vale. Basta ad assistenzialismo e a decisioni che ci vengono imposte da Roma. È arrivato il momento di prendere in mano il nostro destino, l’autonomia differenziata – ha sottolineato Nucera – deve essere vista come un’enorme possibilità da sfruttare con determinazione, allontanando ogni paura. Un’errata mentalità in questi decenni ci ha portato ad essere considerati e considerarci a nostra volta come una popolazione meno capace e competente di quelle del centro e del nord Italia, ma non è assolutamente così».
Nel ribadire convintamente le possibilità favorevoli offerte dall’autonomia differenziata, Nucera però non tralascia l’aspetto relativo alla spesa storica, fattore che rischierebbe di trascinare il Sud e la Calabria ancora più a fondo.
«È questo il vero tema dello scontro – ha evidenziato –. Bisogna dire basta ai furti del passato e ripristinare il giusto livello delle prestazioni essenziali, fattore fondamentale per far si che l’autonomia differenziata possa essere per la Calabria la via per il riscatto e non per sprofondare ulteriormente».
«Per ottenere tutto quello che la Calabria merita e ha perso nel corso degli ultimi decenni, – ha sottolineato – c’è bisogno di una rinnovata classe politica, dalla schiena dritta e decisa a far valere le ragioni della nostra terra. Le furberie del passato hanno fatto relegare la Calabria ad ultima regione d’Europa, è il momento di riappropriarci del nostro destino».
«Per l’equità territoriale bisogna eliminare ogni riferimento alla spesa storica attuale – ha concluso –. Il Mezzogiorno prima dell’Unità d’Italia era più avanzato economicamente e socialmente. Invito a visitare il Museo delle Ferriere a Mongiana per conoscere la verità storica: oltre mille operai e scuole per bambini, quando nel regno dei Savoia c’era ignoranza e arretratezza. Basta timori reverenziali, i furti devono finire». (rrm)