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Grandinetti (Assimec Calabria): Sono le banche a soffocare le imprese, non la pandemia

Per Francesco Grandinetti, presidente di Assimec Calabria –  Associazione che raggruppa aziende della filiera dei servizi per i matrimoni – «il verbo “soffocare” usato dai due presidenti Aldo Ferrara e Daniele Rossi è perfetto, ma non è la pandemia a soffocare le imprese, chi soffoca le imprese sono le banche».

«I presidenti – ha proseguito Grandinetti – hanno fatto bene ad evidenziare il calo dei fatturati delle imprese calabresi oltre ogni ragionevole previsione. Cosa già evidenziata giorni fa’ con preoccupazione da Banca d’Italia. Ferrara e Rossi sono esemplari quando, conseguentemente alla ricetta “serve immediata  liquidità”,  fanno seguire interventi concreti come quelle che il presidente della Camera di Commercio Rossi con l’ausilio della ottima Cofidi ha portato avanti un prodotto che garantisse le banche al 100% per un finanziamento di 10.000 euro, o come quello del presidente Ferrara della Unindustria (a cui rivolgo gli auguri per il nuovo meritato incarico) che invoca l’intervento di Fincalabra».

«Cari colleghi – ha continuato, rivolgendosi ai presidenti Ferrara e Rossi – tutto ciò non serve se c’è l’imbuto di un sistema bancario freddo, insensibile e completamente distante dalle necessità che il momento storico in cui ci troviamo, impone. Solo una guerra nucleare avrebbe provocato situazioni peggiori di quanto è successo finora alle imprese e quindi alle persone. A giorni farò una conferenza stampa dove denuncerò pubblicamente il caso di una azienda calabrese che seguo personalmente che si è vista rifiutare un finanziamento di 10.000 euro per motivazioni soggettive e superficiali. Banche convenzionate con la Cofidi che aveva già espresso una pre valutazione positiva e che aveva rilasciato insieme alla camera di Commercio di Catanzaro una garanzia al 100%».

«Non ho paura a dichiarare – ha aggiunto Grandinetti – che le banche, in questo caso, hanno adottato criteri di valutazione superficiali e soggettivi, visto che la stessa azienda, a distanza di due giorni dal rifiuto, ha ottenuto un affidamento di 38.000 euro senza alcuna garanzia pubblica, ma con la sola fidejussione personale dell’imprenditore, per giunta un giovane di 25 anni. Non servono a niente gli interventi pubblici di garanzia se anche sulle misure adottate dal governo del  Cura Italia le banche trovano problemi. Dovrebbero essere obbligate ad erogare i famosi 25.000 euro, invece gli istituti finanziari si trincerano dietro una frase del tipo : “noi siamo privati e dobbiamo guadagnarci e garantirci anche sulle inadempienze dello Stato”».

«Esimi presidenti – ha detto Grandinetti, rivolgendosi a Rossi e a Ferrara – siete due imprenditori sani e concreti, vi prego, da imprenditore di vecchia data di questo territorio che ha vissuto molteplici e differenti primavere, di non fare battaglie di facciata come hanno fatto tanti prima di voi. Bisogna intervenire sul sistema bancario, chiedendo al governo di bloccare  ogni aiuto dello Stato in loro favore se essi non impregneranno risorse per il credito alle imprese. Fin quando non si capirà che è il governo ad avere bisogno delle imprese e non viceversa, nulla cambierà. Tra qualche mese senza gli investimenti delle imprese la disoccupazione sarà dilagante e la povertà  incomberà come uno spettro anche tra i ceti medio alti  con tutte le conseguenze di scontri sociali facilmente prevedibili. Se le banche devono fare  il loro “dovere di imprenditori privati che devono aumentare gli utili a tutti i costi”, allora non sono “loro” che devono gestire una emergenza come quella che sta vivendo il mondo. Ormai sono solo “loro” a guadagnarci sempre».

«Il governo decide di far usare a tutti la moneta elettronica e “loro” ci guadagnano – ha aggiunto –. Lo stato elargisce fondi per la ristrutturazione del patrimonio edilizio, e “loro” ci guadagnano, si diffonde una pandemia e “loro” ci guadagnano. E mentre lo stato organizza task force per il rilancio economico dell’Italia, in concreto ogni misura finanziaria passa attraverso funzionari bancari inadeguati che non sanno discernere cosa sia giusto fare per le imprese, ma pensano solo a fare le cose che sono più sicure per loro stessi, cioè dire no, tranquillizzati dal loro stipendio certo. Molti funzionari bancari si trincerano dietro le valutazioni dei vari Sic (crif, cerved ecc), allora è anche ora di mettere mano agli algoritmi che determinano il sistema di valutazione del merito creditizio delle persone e quindi delle imprese, molto spesso creato per spingere, spero involontariamente, all’ usura».

«Queste sono battaglie rivoluzionarie su cui, a mio modesto parere – ha concluso Francesco Grandinetti – dovete mettere mano. Solo cosi, il pil del nostro territorio potrà aumentare e creare occupazione, perché i Calabresi hanno voglia di fare e sono pronti a volare se non gli si tarpano le ali». (rrm)