«Per definire programmazioni e pianificazioni di carattere ambientale, paesaggistico ed ecosostenibile, sono indispensabili deleghe e funzioni piene, che, da dicembre dello scorso anno, sono in una fase di stallo per un’inerzia amministrativa della Regione Calabria, che, ha evidentemente confuso prerogative normative e legislative con gentili e facoltative concessioni da anni adagiate su un errato approccio di discrezionalità». È quanto ha detto il sindaco di Reggio, Giuseppe Falcomatà, nel corso dell’iniziativa promossa dall’associazione “Reggio Cresce presieduta da Rosy Perrone e svoltasi all’Università Mediterranea di Reggio, dove si sono confrontati esperti e componenti del mondo accademico.
«Un ulteriore momento di confronto e di riflessione, a più voci, che ci permette di sviluppare idee e proposte su una prospettiva di crescita della nostra Città Metropolitana, che riguarda un tema strategico per i nostri territori, come l’ambiente», ha detto Falcomatà.
«Un confronto tra diverse intelligenze – ha sottolineato il primo cittadino – è la strada migliore per dar vita ad una contaminazione culturale dalla quale non possiamo che trarne occasione di crescita. E la giornata di oggi, emotivamente particolare, perché ci ricorda la strage di Capaci, non può non farci pensare alla violenta antropizzazione del nostro territorio, delle nostre fiumare e dei nostri paesaggi che, a cavallo tra anni ‘70 e ‘80, ha portato ad una speculazione ambientale favorita dal lassismo di chi aveva il dovere di non girarsi dall’ altra parte».
«A coloro – ha aggiunto – che hanno irriso e calpestato ogni straccio di regola in materia paesaggistica e di preservazione del suolo, l’irrimediabile colpa di aver consegnato alle generazioni dell’avvenire, una porzione di territorio con rischi permanenti di dissesto idrogeologico».
«La sinergia istituzionale con Università e realtà associative, che può nascere da appuntamenti come questo – ha continuato – può diventare un metodo, un punto solido di partenza. Noi come Città Metropolitana stiamo facendo la nostra parte attraverso un monitoraggio aggiornato e costante sull’erosione costiera, sullo stato di salute delle fiumare e dei corsi d’acqua, anche attraverso l’utilizzo di droni, e attraverso un coinvolgimento tecnico attivo degli ordini professionali di riferimento». (rrrc)