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Terzo presidio lavoratori terme luigiane

I lavoratori delle Terme Luigiane: Il Consiglio regionale discuta e risolva la vertenza

«Che la questione delle Terme Luigiane venga discussa e soprattutto risolta una volta per tutte in occasione del prossimo Consiglio Regionale». È l’appello rivolto dai lavoratori delle Terme Luigiane al presidente del Consiglio regionale della Calabria, Giovanni Arruzzolo e ai consiglieri di maggioranza, che si sono uniti all’appello del consigliere regionale Pietro Molinaro, che ha richiesto l’intervento dell’Ente.

«Il contratto dell’azienda – si legge in una nota – che per 80 anni ha gestito le Terme Luigiane, garantendo la piena e totale legalità sotto ogni punto di vista e nei confronti di tutti gli stakeholders, è in proroga dal 2016 e, secondo gli accordi sottoscritti tra Comuni, Sateca, Regione e parti sociali in Prefettura nel 2019, dovrebbe essere tuttora in vigore fino al “subentro del nuovo sub concessionario”. Le due amministrazioni comunali, rinnegando unilateralmente quanto sottoscritto e ratificato nei rispettivi consigli comunali, hanno utilizzato la forza per riappropiarsi delle acque e ad oggi non sono state in grado di redigere un bando di gara».

«Di recente – continua la nota – hanno fatto delle proposte tecniche ed economiche fuori da ogni logica legale, tecnica e amministrativa mentre continuano a maturare inadempienze contrattuali e gravi morosità nei confronti della Regione Calabria. La legge impone alla Regione di intervenire con un provvedimento di decadenza immediata della concessione in capo ai Comuni visto che la morosità ha da anni superato i 240 giorni indicati dalla norma, ma nessuno in Regione, né politici né dirigenti, si assume la responsabilità di adempiere ai propri obblighi. Quello della morosità è solo l’ennesimo motivo per cui la Regione avrebbe dovuto già da tempo certificare la decadenza di una concessione data a soggetti che stanno da anni dimostrando di non essere assolutamente in grado di  gestire un bene pubblico così importante».

«Le Istituzioni – hanno ribadito i lavoratori – sono preposte ad intervenire concretamente per creare le condizioni per la risoluzione di una problematica di questa entità e gravità. La Calabria non può permettersi la perdita di centinaia di posti di lavoro e 500.000 prestazioni sanitarie senza che la Regione faccia nulla per scongiurare un disastro di questa portata. Visto che la Giunta sembra essere sorda rispetto alle richieste di intervento più volte sollecitate, chiediamo al Consiglio Regionale di intervenire con immediatezza e risolutezza per salvaguardare centinaia di posti di lavoro sia diretto che di indotto e una realtà produttiva sana». (rcs)