di FRANCO BARTUCCI – La trasformazione del presidente facente funzioni della Giunta Regionale, Nino Spirlì, candidato con l’on. Roberto Occhiuto alla vice presidenza dello stesso organismo per le prossime elezioni regionali, sulla vicenda delle Terme Luigiane, è all’ordine del giorno di discussione dei lavoratori del complesso termale.
Da presidente comprensivo e amorevole, come un buon papà di famiglia, pronto a tutelare i diritti dei lavoratori e, quindi, a un immediato ripristino delle attività termali, deciso nel chiedere ai due Sindaci di Acquappesa e Guardia Piemontese un “report” sul loro operato entro il termine del 20 maggio 2021 (mai presentato) su come è stato gestito il percorso di gestione delle stesse Terme, pena la revoca della concessione, a figura istituzionale indifferente e mediatore di un rapporto complesso e difficile tra il sub concessionario Sateca e i primi cittadini dei due comuni, che ha messo in luce una non governabilità efficiente e pratica, a tutela dei posti di lavoro e del diritto della famiglia dei curanti, costretti a non usufruire dei servizi curativi delle terme per il loro stato di benessere fisico, garantito dal sistema sanitario.
È questa la sintesi provocatoria e vera del documento redatto dai lavoratori delle Terme Luigiane, alla luce degli ultimi eventi di questi giorni, in cui passano le ore e non arriva dalla Regione l’ordine di ripristino delle acque della sorgente alla condotta degli stabilimenti della Sateca e contestualmente l’apertura della nuova stagione termale per lo scorcio di questi pochi mesi dell’anno in corso, in attesa che arrivi anche una parola di verità da parte degli organi giudiziari, del Tar, della Procura della Repubblica di Paola, come anche dalla Corte dei Conti, di fronte allo scempio in atto a livello amministrativo sulla gestione della vicenda.
Non ci si vuole arrendere nel pretendere dal presidente Spirlì una decisione rapida e risolutiva per l’apertura della nuova stagione termale, che spetta soltanto a lui, visto il completo disinteresse propositivo e costruttivo dell’assessore Fausto Orsomarso, in base anche alle due diffide inviate ai Sindaci e di revoca della concessione. Per questo sono al lavoro nel promuovere nella mattinata di sabato prossimo, 10 luglio, una manifestazione di protesta e denuncia, aperta a curanti e alle persone del territorio, con un corteo che partirà dall’incrocio del supermercato “Vivo” in direzione Terme Luigiane.
L’Associazione “Comitato lavoratori Terme Luigiane” con il sindacato Cisl, hanno lanciato l’invito per ritrovarsi tutti insieme in un’azione di rivendicazione e solidarietà per la riapertura immediata delle Terme Luigiane. Dal loro documento ultimo che hanno diramato traspare tutta la loro critica, sofferenza e denuncia per una cattiva gestione della vicenda da parte del sistema politico calabrese.
«Nel clima generale di rabbia e frustrazione – si legge nel documento dei lavoratori – che ha pervaso gli animi dei lavoratori della Sateca a causa della chiusura delle Terme Luigiane, nessun intervento concreto è arrivato da chi poteva fare ma non ha fatto per risolvere l’annosa questione che affligge centinaia di famiglie rimaste senza lavoro».
Tra gli ultimi autorevoli interventi a sostegno di quanti pagano il costo più alto di questa chiusura assurda e immotivata di uno tra i maggiori attrattori turistici della Calabria, c’è Monsignor Morosini, al quale va un sentito ringraziamento da parte dei lavoratori per la sensibilità mostrata rispetto alla questione e soprattutto per aver evidenziato l’urgenza di una soluzione definitiva che tuteli un bene comune quale è quello delle Terme Luigiane.
Siamo rimasti molto colpiti anche dalla presa di posizione chiara e netta espressa dal Commissario Regionale della Lega, avvocato Giacomo Saccomanno, in nome e per conto del partito.
Questo ovviamente ha indotto tutti noi lavoratori a porci delle domande e alcune considerazioni sono sorte spontaneamente: se la Lega, a livello regionale, riconosce il problema definendolo «un ulteriore disastro in danno della Calabria, dei lavoratori, degli utenti e degli operatori turistici» esponendosi con fermezza sull’urgenza di giungere immediatamente ad una risoluzione del problema, cosa frena il presidente Spirlì che fa parte dello stesso partito e che occupa la massima carica pubblica dalla quale derivano precisi obblighi e responsabilità, dall’affrontare la questione con la stessa determinazione che lui stesso non più tardi di due mesi fa aveva personalmente garantito a noi lavoratori?
«Non dimentichiamo che il Presidente, in qualità di rappresentante legale della Regione Calabria proprietaria delle acque, è addirittura arrivato a intimare alle due amministrazioni comunali di consentire il riavvio della stagione termale prossima e di quelle future, pena la decadenza della concessione a causa delle gravi inadempienze dei comuni che, anziché garantire il corretto sfruttamento della risorsa come la legge impone loro, ormai da mesi continuano a riversare abusivamente l’acqua termale nel torrente Bagni. Come accade tradizionalmente in Calabria, tutti sanno ma nessuno interviene – conclude il documento dei lavoratori – solo che questa volta non ci sono molte scuse perché è da più di 7 mesi che stiamo denunciando quotidianamente la morte certa delle Terme Luigiane alla quale stiamo tutti tristemente e assurdamente assistendo».