Sono un premio prestigioso il Pericles, riconoscimento della prestigiosa International Academy presieduta da Giuseppe Nisticò, che vengono assegnati ogni anno a eminenti personalità della scienza e della medicina: quasi un Nobel italiano per la qualità dei premiati, anno dopo anno, e l’eccellenza del Comitato Direttivo e del Comitato d’Onore che vanta grandissime personalità del mondo accademico, della scienza e della cultura. La premiazione di quest’anno, prevista originariamente a maggio e spostata causa covid, si è svolta a Roma all’Hotel Hassler con i riconoscimenti assegnati a tre grandi protagonisti del mondo medico-scientifico: l’industriale farmaceutico Sergio Dompè, il prof. Titta Grassi e il prof. Giovanni Simonetti.
I tre premiati sono stati introdotti da Gianni Letta che con l’impareggiabile abilità di ricordare anche il minimo particolare del cursus honorum di ognuno di loro, ha brillantemente illustrato il significato del Premio che è un riconoscimento al genio, alla creatività e alla competenza scientifica che ha fatto e fa grande il nostro Paese. Letta ha ricordato, in apertura, la grande assente di questa assise, la compianta presidente della Regione Calabria Jole Santelli, la quale un mese fa si era informata con il prof. Nisticò sulla data per assicurare la sua partecipazione. La stessa Santelli, ricordiamolo, ha dato la spinta decisiva per la costituzione del Dulbecco Institute presso la Fondazione Terina di Lamezia Terme, convincendo personalmente il prof. Roberto Crea, scienziato reggino a San Francisco da 40 anni e scopritore delle pronectine, a rientrare in Calabria a dirigere questo straordinario Istituto che il prof. Nisticò ha ideato per il futuro della ricerca scientifica non solo italiana, ma a livello internazionale, che partirà proprio dalla Calabria.
A tal riguardo, per chiarezza degli eventi per come si sono susseguiti, Gianni Letta dopo aver ricevuto copia del progetto del Renato Dulbecco Institute rispose a Nisticò: «Caro Pino, ancora una volta hai colpito nel segno. Ottimo il progetto per la creazione in Calabria di un istituto dedicato agli anticorpi monoclonali e al coronavirus e intitolato al Premio Nobel Renato Dulbecco. Potresti ripetere in Calabria il successo che hai avuto a Roma insieme con un altro Nobel, Rita Levi Montalcini. Hai non soltanto la mia “benedizione” e la mia piena approvazione, ma ne parlerò anche al presidente Berlusconi e alla stessa Jole Santelli».
In seguito, Gianni Letta ha illustrato in grosse linee questo progetto a Jole e lei si è dimostrata immediatamente favorevole. Così ho augurato a Pino Nisticò – aggiunge Letta – di ottenere lo stesso successo che ha avuto nel realizzare a Roma presso l’Università La Sapienza l’Istituto Rita Levi Montalcini.
Successivamente, dopo l’incontro del 13 luglio con la presidente Santelli, Pino Nisticò ha informato Gianni Letta che Jole si era comportata da vera first lady e che aveva messo a disposizione i locali della Fondazione Terina per il costituendo Renato Dulbecco Institute. Poi Nisticò ha aggiunto che in una teleconferenza con Roberto Crea Jole era stata brillante e dolce. Così ha confermato di sentirsi più tranquillo e fiducioso anche perché il sindaco di Lamezia avv. Paolo Mascaro si è dimostrato entusiasta di poter ospitare a Lamezia Terme
Un istituto internazionale di così elevato prestigio. Pertanto, Nisticò ha pregato Gianni Letta di tenere infornato il presidente Berlusconi perché sarebbe stato sicuramente felice di sapere che grazie a Jole si sarebbe realizzata in Calabria una infrastruttura di eccellenza nel campo delle biotecnologie competitiva nel mondo. Letta ha promesso che avrebbe raccontato tutto a Berlusconi e che, secondo lui, il presidente sarebbe stato contento e soprattutto fiero di Jole.
Il prof. Nisticò ha ricordato con commozione la presidente Jole esaltando l’impegno della stessa perché si realizzasse in tempi brevissimi il Dulbecco Institute: dopo la sua scomparsa – ha detto Nisticò – sia io che Crea ci siamo impegnati a centuplicare le energie per realizzare un’infrastruttura di eccellenza per la produzione di anticorpi monoclonali e di pronectine contro malattie incurabili, compresi alcuni tipi di cancro e il coronavirus. Un Centro di ricerca scientifica d’eccellenza che impedirà la fuga dei migliori cervelli e consentirà il rientro dei calabresi che già lavorano presso Istituti di prestigio italiani e stranieri! Tutto ciò renderà onore alla Presidente Santelli che fortissimamente ha voluto il Dulbecco Institute proponendo e offrendo la prestigiosa sede della Fondazione Terina». Nisticò ha ricordato il suo primo incontro con Jole in aereo, quando alla fine degli anni ’90 (ancora era parlamentare in Europa) era seduto accanto a lei. Alla fine di una lunga e piacevole conversazione in cui lei lo ha bombardato di domande sulla sua esperienza di Presidente alla Regione in cui , quasi prevedendo la sua futura esperienza, gli ha chiesto ogni particolare ed alla fine d’emblée gli disse: “ ma, professore, in fondo che cosa rappresenta la Calabria per te?” Io risposi, come avevo risposto qualche anno prima a New York a Charlie Gargano, Ministro dell’Economia, quando ero da lui in visita come Presidente della Regione:
La Calabria per me è una splendida donna
della quale io sono innamorato,
con gli occhi belli e sognanti,
con montagne misteriose e selvagge,
Pollino, Sila e Aspromonte,
con lunghe lunghe spiagge e scogli,
e al centro un mare blu e profondo
da cui si erge al cielo il canto delle Sirene,
che dice: “Please come to me”.
Alla fine Jole mi guardava felice e appariva visibilmente emozionata!»
«Quando Jole Santelli fu eletta Presidente della Regione – ha detto Nisticò – devo confessare che avevo qualche dubbio sulle sue capacità manageriali. Invece, dopo averla conosciuta nel suo ruolo di Presidente, mi sono immediatamente ricreduto e oggi sono convinto che sia stata una donna straordinaria, intelligente, con una visione strategica al di sopra dei campanili. Jole era profondamente innamorata della sua Calabria, della sua luce, dei suoi colori e della sua gente, come ha scritto di lei il giornalista e scrittore Santo Strati.
«È stata la Presidente nella quale io mi sono più identificato, più di tutti gli altri presidenti che vennero come presidente. Fra noi si è subito stabilito un feeling speciale fin da quando ci siamo conosciuti perché entrambi eravamo dei “sognatori” e legati da profonde radici alla nostra Calabria!»
I premiati hanno voluto ringraziare la Giuria e il prof. Giuseppe Nisticò nonché Gianni Letta per la splendida scelta del luogo della cerimonia. Sergio Dompé, industriale biofarmaceutico, ha una lunga storia di famiglia alle spalle, coronata di successi e di fortunate intuizioni che hanno migliorato la vita di milioni di individui; il radiologo Giovanni Simonetti è uno dei padri della diagnostica per immagini con altissime competenze riconosciute in tutto il mondo; Giovambattista Grassi, meglio conosciuto come Titta è il mago della chirurgia oncologica, con oltre 25mila interventi di rilevanza mondiale.
Nel ricordo di Jole Santelli, questa edizione del Premio Pericles (che dalla sua fondazione nel 1984 – si chiamava Alkmeon fino al 2012 – e ha premiato numerosi premi Nobel come Renato Dulbecco, Rita Levi Montalcini, Thomas Südhof, AAron Ciechanover e sir John Vane) ha assunto quindi un significato particolare, sottolineando il grande impegno della presidente prematuramente scomparsa per una qualificazione dell’offerta scientifico-formativa in Calabria. Tra gli ospiti presenti il rettore dell’Università La Sapienza Eugenio Gaudio, il direttore della Cardiologia del Policlinico Tor Vergata prof. Franco Romeo, (entrambi tra i soci fondatori del Renato Dulbecco Institute), l’editore Mauro Massa, vicepresidente della Pericles Academy, il prof. Lino Mungari, il prof. Giancarlo Susinno, direttore del Laboratorio dove è stato scoperto il bosone di Higgs (la cosiddetta particella di Dio), il vice avvocato generale dello Stato Giuseppe Albenzio, il presidente della Fondazione di Economia di Tor Vergata prof. Luigi Paganetto, attualmente vicepresidente della Cassa Depositi e Prestiti e il dott. Francesco Maria Spanò, direttore delle Risorse umane della Luiss. (rrm)