È stato consegnato, al sottosegretario al Sud, Dalila Nesci, il documento aperto dei sindaci della Rete Recovery Sud, che chiede di invertire la rotta e mettere i territori meridionali al centro del Recovery Plan.
Nell’incontro, organizzato su una piattaforma web del Comune di Mattinata, una nutrita rappresentanza degli oltre trecento primi cittadini – nelle ultime ore altre quaranta adesioni, tra cui quella di Luigi De Magistris – ha esposto al sottosegretario al Mezzogiorno il suo punto di vista e le sue progettualità.
A quanto si è appreso, il Governo sarebbe pronto a reclutare 2500 giovani progettisti da inserire nelle pubbliche amministrazioni per sostenerle nella fase della presentazione dei progetti.
«Molti di meno di quelli (5000, da selezionare dando una corsia preferenziale ai giovani emigrati, ndr) che avete chiesto voi», ha riconosciuto la stessa Nesci, che però ha promesso di far sentire la sua voce a Roma, per chiedere anche le risposte che i sindaci si aspettano.
«Il documento deve essere consegnato il 30 aprile, però ancora non c’è un dettaglio delle risorse che vanno al Sud – ha spiegato la parlamentare calabrese – a stretto giro potrò darvi risposte più puntuali».
All’incontro hanno partecipato anche la sociologa napoletana Enrica Morlacchi, una dei firmatari del manifesto Ricostruiamo l’Italia, con il Sud, che ha messo l’accento sulla necessità di definire la localizzazione degli interventi del Pnrr affinché non ne vengano esclusi i territori meridionali.
«Ci dev’essere un capitolo Sud – ha sottolineato Nesci – dal quale possiamo capire l’ammontare delle risorse destinate alle nostre regioni».
Su molti temi proposti, gli amministratori hanno incrociato la sensibilità della sottosegretaria: Ad esempio, sul recupero dei beni confiscati alla criminalità, per i quali le risorse previste “sono ancora troppo poche”, ha dichiarato l’esponente del governo Draghi.
«Stiamo raccogliendo tutti i progetti d’area necessari a riempire di contenuti il piano nazionale – hanno spiegato i sindaci –. Invitateci ai tavoli del governo e ascoltateci, prima che sia troppo tardi e svanisca anche questa occasione per eliminare il divario con il Nord».
E su questo i primi cittadini, così come i professori e i rappresentanti della campagna “Vogliamo anche al Sud treni più veloci”, anch’essi presenti all’incontro, non transigono: «I 209 miliardi dell’Unione Europea per l’Italia sono stati stanziati per rafforzare la coesione. E per questo li pretendiamo, dando centralità al Mezzogiorno nella strategia mediterranea dell’Unione Europea».
«Lavorerò in sinergia col Ministro per il Sud e la Coesione, Mara Carfagna – al fine di raggiungere obiettivi strutturali in linea con i parametri comunitari. La ricostruzione dell’Italia deve ripartire dalle competenze e dalla forza creativa delle comunità del Mezzogiorno». (rrm)