di FRANK GAGLIARDI – Martedì, a mezzanotte, ha debuttato per la prima volta al Festival della Canzone Italiana di Sanremo, il nostro amato cantautore cosentino, Brunori Sas, con la canzone che ha voluto dedicare a sua figlia Fiammetta: L’albero delle noci.
Troppo tardi la sua esibizione sul palco dell’Ariston e quindi la maggior parte dei telespettatori erano ormai a letto e non hanno potuto godere la sua esibizione intima e commovente. Apprendiamo che la sua canzone è stata la più votata della serata. Quanti ricordi sono affiorati nella mia mente mentre l’ascoltavo: L’albero delle noci di Manzoniana memoria, la mia tanto amata e martoriata terra di Calabria e la famosa “Scirubetta”, quella dolcezza tipica che si faceva una volta nei nostri paesi quando la neve cadeva in abbondanza ed ancora non c’erano nei bar i gelati Motta, Alemagna, etc. Non c’erano i gelati, ma non c’erano neppure le cinque o dieci lire di una volta.
La neve fresca messa in un bicchiere o in una tazza con l’aggiunta di miele di fichi o di vincotto. Che prelibatezza! Quanti ricordi! Da piccolo andavo a raccogliere la neve caduta sulle foglie delle rape del giardino perché là era più pura e poi la mischiavo col “vinucuottu”. Era la “scirubetta”. In quei tempi lontani era non solo la prima ma anche la sola forma di gelato o di granita che riuscivamo ad assaggiare.
E mi sovvengono i gelatai di una volta che nelle fiere e nei mercati esponevano la merce su un tavolo: bottiglie piene di essenze di vario colore e un lungo pezzo di ghiaccio. Questo veniva triturato con un aggeggio simile alla pialla del falegname. Il ghiaccio triturato poi messo nel bicchiere insieme al gusto preferito. Era l’odierno sorbetto, la granita, la scirubetta. Va di moda ora specialmente a Roma. È la famosa: Grattachecca. E poi l’albero di cui parla Brunori mi ricordano I Promessi Sposi di Alessandro Manzoni, la pianta di noce e il famoso miracolo raccontato da Fra Galdino. Non ve lo ricordate, amici lettori?
È passato davvero troppo tempo dalle scuole superiori. Brunori vive in un paesino, San Fili, e dalla sua finestra di casa vede l’albero delle noci che è poi diventato un’ispirazione. “Negli anni mi sono convinto che contenga le mie canzoni e me le suggerisca”. Il testo della canzone, profondo e toccante, ha avuto già un enorme successo.
La sua canzone è data da chi se ne intende vincitrice del 75 Festival della Canzone Italiana. Non solo martedì sera la canzone di Brunori si è classificata al primo posto, ma il suo testo è stato considerato il migliore di tutti secondo l’Accademia della Crusca.