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Il catanzarese Mario Loprete vola a Las Vegas per la sua nuova mostra

Il catanzarese Mario Loprete vola a Las Vegas per la sua nuova mostra

di BRUNELLA GIACOBBEMario Loprete, l’artista catanzarese che tra i vari materiali utilizza l’impegnativo cemento per dar forma alle sue opere, inizia il 2025 con la nuova mostra personale del suo progetto In Cemento Veritas negli Stati Uniti, in Nevada.

Sarà, difatti, la Centennial Hills Library di Las Vegas ad ospitare l’inizio di un ciclo di tre esposizioni dedicate a Loprete nella capitale del Nevada. A partire dal 13 febbraio fino al 27 aprile 2025, saranno esposte 69 opere appositamente create per lo spazio espositivo curato da Darren Johnson, che ha voluto fortemente una mostra dell’artista calabrese.

Le opere di Mario Loprete, realizzate con una combinazione di olio e cemento su CD musicali, su tela o su cartoncino cementato, offrono un’esplorazione unica e potente della cultura hip hop, unendo musica, arte e iconografia popolare. I quadri ritraggono rapper italiani e internazionali, e ogni pezzo diventa una celebrazione visiva delle loro figure e del loro impatto culturale.

Siamo riusciti a raggiungere Loprete telefonicamente per alcune veloci domande, riservandoci la possibilità di fargli un’intervista più articolata appena avrà più tempo.

– Come nasce la collaborazione con Las Vegas?
«La mostra In Cemento Veritas che inaugureremo presso la Centennial Hills Library è il risultato di un progetto che ho presentato due anni fa a Darren Johnson, responsabile artistico degli spazi pubblici della municipalità di Las Vegas, che lo ha accolto in modo entusiastico. Questo sodalizio ha come finalità di proporre e far conoscere il mio progetto artistico in varie sedi espositive della città del Nevada nel corso del prossimo quinquennio».


– Quale messaggio stai portando con la tua mostra?
«Il mio messaggio è il fulcro del mio progetto artistico: il connubio tra il cemento, street art e l’hip hop. Per la mostra ho creato delle opere ad hoc, che rappresentano il mio amore per il cemento simbolo di resistenza, identità urbana e contestazione. Ho sempre cercato di fondere la mia arte con la cultura di strada e in questa mostra questo concetto è rappresentato in modo didascalico. In mostra c’è una serie alla quale ho pensato moltissimo in questi ultimi anni: cd cementati sui quali ho dipinto rappers italiani ed internazionali».

– Difatti come mai l’utilizzo dei CD?
«L’uso dei CD musicali, immersi nel cemento, vuole essere simbolo di consumismo e cultura digitale: il CD diventa una particolare superficie sulla quale si fondono musica e arte visiva. L’olio, con la sua texture ricca e profonda, si contrappone al cemento, che aggiunge un effetto ruvido e industriale, creando un contrasto tra il fluido e il grezzo, l’astratto e il figurativo. Questo mix di materiali evoca l’energia e la resilienza del movimento hip hop».


– Cosa c’è di calabrese nella tua mostra e cosa ha un respiro internazionale.
«Di calabrese in questa mostra c’è solo l’artista, perché è stato per me impossibile coinvolgere aziende e progetti calabresi, non sono stato compreso proprio nella mia terra purtroppo, paradossale ma vero. Eppure sono comunque molto soddisfatto del mio lavoro, e felice del fatto che da oltre dieci anni il mio progetto artistico è stato esposto in diversi spazi pubblici e istituzionali in Olanda, Germania, U.K. e tantissimo in U.S.A., attirando le attenzioni di collezionisti pubblici e privati».

Le rappresentazioni dei rapper, come gli internazionali Tupac Shakur, Notorious B.I.G., Eminem, o gli italiani come Clementino, Big Mama e Capo Plaza, sono cariche di espressività. I volti dei rapper sono dettagliati e fortemente riconoscibili. Gli sfondi in cemento dimostrano la volontà di Mario Loprete di sovvertire le convenzioni artistiche tradizionali, rispecchiando lo spirito di innovazione e sperimentazione che caratterizza sia la musica che la street art, in un connubio nuovo e perfetto.

Ogni opera è una sintesi visiva delle influenze della cultura hip hop, non solo nella musica, ma anche nell’arte. I soggetti scelti riflettono le atmosfere delle loro canzoni, creando una connessione visiva con i temi trattati nelle loro opere: lotta, denuncia sociale, sogno e ribellione.

In attesa di avere più tempo da trascorrere con Loprete per un’intervista più approfondita gli auguriamo un buon volo a Las Vegas e rinnoviamo le nostre più sentite congratulazioni per il successo delle sue opere d’arte in giro per il mondo. (bg)