Il Tar di Reggio Calabria ha bloccato i conferimenti alla discarica di Melicuccá. È quanto ha reso noto il Comune di Palmi che ha presentato un ricorso cautelare.
«Nonostante nei giorni scorsi lo stoccaggio si fosse sostanzialmente fermato – si legge nella nota del Comune – il Tar ha comunque espressamente riconosciuto l’esigenza di tutelare la salute pubblica dal rischio di inquinamento della sorgente Vina».
«Si pensi adesso alla bonifica e ad un nuovo sistema per la gestione dei rifiuti nell’intera regione. No alla discarica», conclude la nota.
Un ricorso che il Comitato Civico “No Discarica – Si Acqua Pulitaz” non vuole festeggiare l’accoglimento del ricorso cautelare, comunque incoraggiante, proposto dal Comune di Palmi, «giacché è ben conscio che trattasi “forse” di una momentanea interruzione, e non della definitiva chiusura di quel mare torbido di veleno imbustato».
Insomma, per il Comitato, la Riserva della Zingara, che potrebbe richiamare alla memoria incantevoli e naturali aree protette oltre mare, invece è «letteralmente la riserva di cui la Città Metropolitana si è avvalsa circa la temporanea sospensione del conferimento delle ecoballe presso la suddetta discarica di Melicuccà».
«Sappiamo che il conferimento – viene spiegato il Comitato – è stato sospeso già da qualche giorno perché i motivi di urgenza sono al momento cessati e/o perché la vasca è quasi satura. Sappiamo anche che l’iter per la riapertura della discarica prosegue, con l’avvio da parte di Città Metropolitana delle procedure per l’ottenimento dell’Aia (Autorizzazione Integrale Ambientale). Sappiamo, inoltre, che immediatamente va approntata la bonifica dell’intera area seguendo le corrette prescrizioni ed evitando, quindi, che un’operazione di pulizia possa arrecare ancor più danni della permanenza dei rifiuti nelle vasche».
«La discarica è abusiva per tanti motivi – è stato evidenziato – i più rilevanti fra tutti quelli per cui sorge a monte di falde acquifere che alimentano la sorgente Vina ed il mancato rispetto della distanza minima dai centri abitati (2 Km). È da considerarsi, oltre che un conclamato danno ambientale, soprattutto una gravissima minaccia, con danni potenzialmente irreparabili e addirittura mortali, per la salute dei cittadini che utilizzano l’acqua della sorgente».
«Questo è un rischio altissimo che il Tar ha fortemente tenuto in considerazione e – prosegue la nota – a favore della tutela della salute pubblica, ha accolto il ricorso del Comune di Palmi e si è pronunciato con una sospensiva».
«Il percolato, che è un prodotto fisiologico presente in discarica – ha conclude la nota – penetrerebbe fino alle falde a causa della mancanza di un terreno argilloso e impermeabile (caratteristica richiesta e fondamentale) e fluirebbe fino ad avvelenare, con metalli pesanti, la sorgente Vina, rendendo inutilizzabile l’acqua dei rubinetti delle nostre case. Non vogliamo tenere in sospensione il percolato, nessuna pausa né rinvio, ma pretendiamo la giusta decisione di una definitiva chiusura per alzare coppe colme d’acqua e brindare alla salute!». (rrc)