«Un luogo fondamentale di Reggio per socialità e convivialità rischia di essere travolto dal degrado». È l’allarme lanciato dal Comitato Piazza S. Agostino di Reggio, che si è rivolto al Procuratore, al Questore e ai sindaci f.f. affinché intervengano per impedire che «uno dei luoghi più vissuti e fruiti da abitanti vecchi e nuovi, rischi di diventare uno spazio negletto e abbandonato, stravolto dal degrado sociale e ambientale».
«Come già denunciato più volte (l’ultimo comunicato risale a qualche settimana fa) – si legge nella nota del Comitato – con la fine delle chiusure ex pandemia, la piazza ha ripreso a ripopolarsi di cittadini e famiglie, non solo del quartiere. Purtroppo oltre agli abitanti, vecchi e nuovi, che fruiscono dello spazio secondo i migliori criteri di buona socialità e convivenza civile – come dimostra anche l’attività di “Scuola all’aperto” ivi svolta dal dottorato dell’Università per Stranieri Dante Alighieri –, si registra in piazza la presenza di gruppi di persone adulte che vi trascorrono parecchie ore , spesso con l’unica occupazione di bere alcolici, alterandosi e ubriacandosi con alterchi e liti, fino a procurare fastidi e disagi ai numerosi altri frequentatori. Che spesso finiscono per andarsene».
«Alcuni sconcertanti episodi accaduti negli ultimi giorni – si legge nella nota – illustrano eloquentemente il crescere del degrado sociale a livelli sempre più preoccupanti, che potrebbe comportare a breve le conseguenze paventate in apertura. Ieri, nel tardo pomeriggio, nell’ora di massima frequentazione della piazza, alcuni soggetti appartenenti ai gruppi sopra citati discutevano e litigavano urlando: allorché alcuni tra i frequentatori abituali li hanno fermamente ma cortesemente invitati a smettere, costoro hanno risposto con minacce, insulti e gestacci; di più, alcuni di loro sono arrivati a commettere coram populo il reato di “Atti osceni in luogo pubblico” (e nella fattispecie assai affollato), denudandosi e ostentando i propri organi intimi davanti ai trasecolati presenti».
«Inorridite, sconcertate e schifate – continua il Comitato – decine di persone hanno repentinamente abbandonato la piazza; alcuni dei frequentatori abituali, compresi alcuni componenti del comitato, si sono allontanati per far sbollire rabbia e indignazione, e non esasperare ulteriormente tensioni e contrapposizioni già a livelli preoccupanti. Ciò costituisce il paradossale opposto di quel che dovrebbe succedere: le soggettività che correttamente fruiscono e valorizzano la qualità della piazza costrette ad abbandonare lo spazio dagli incontrollati latori di degrado sociale».
«Come abbiamo detto più volte – si legge – abitanti e frequentatori costanti del luogo tentano continuamente ci parlare con tutti, invitando i presenti a voler godere dello spazio in questione, seguendo il buon senso e i dettami di civiltà e buona socialità. Di fronte però a soggetti alterati o ubriachi, suscettibili di scantonare in atti sconvenienti o violenti, qualsiasi interlocuzione è impedita; anche per problemi di sicurezza e incolumità pubblica. In questi casi deve essere tempestivo l’intervento degli agenti istituzionalmente preposti al controllo e mantenimento della sicurezza della cittadinanza e della qualità sociale».
«Altri fatti di questi giorni illustrano anche meglio i termini di un degrado – prosegue il Comitato – con livelli di scadimento sociale ormai troppo frequenti, che è assolutamente necessario affrontare e bloccare. I gradini della Chiesa, storico punto di incontro e di sosta per i fedeli e gli abitanti, a partire dai giorni del recente Ferragosto sono quasi costantemente occupati da una sorta di “bivacco permanente”, che si caratterizza spesso per urla e schiamazzi; oltre che per insozzare lo spazio con residui di cibi e bevande, bottiglie e lattine vuote e pezzi di vetro, carte sporche; fino ai materiali scaturenti da deiezioni animali e umane, liquide e solide!»
«Questo vanifica l’operazione di pulitura – spazzamento e talora lavaggio – effettuata quotidianamente dagli addetti del Comune – viene evidenziato –. Anche in questo caso, l’esito è l’allontanamento degli attori che usano correttamente tali elementi di prossimità e accesso alla Chiesa, consapevoli del rispetto dovuti ad elementi di architettura religiosa , anche utilizzati e fruiti ogni giorno da decine di persone. Valori che invece i “Bivaccanti” sembrano ignorare totalmente o addirittura avversare. Si registra così tra l’altro l’inaccettabile mortificazione delle Anziane e degli Anziani frequentatori della Chiesa, – benvoluti da tutti anche perché custodi della memoria e dei contenuti culturali dell’area – che per accedere alle funzioni di culto devono evitare di ferirsi con pezzi di vetro , passando tra schifezze di ogni tipo.
«Anche e soprattutto i bambini – viene ribadito – soffrono per tale situazione. Non solo perché nei momenti di tensione i genitori li portano via. Ma anche nell’attività storicamente prevalente in piazza del “giocare a pallone”. Addirittura il progetto di riqualificazione attuato recitava: «È previsto e quindi permesso il gioco con la palla dei bambini e ragazzi fino a 12/13 anni». Una regola nota e rispettata da tutti i frequentatori . Tranne che dai componenti dei gruppi sopra citati che pretenderebbero di giocare con bambini che hanno un terzo o un quinto dei loro anni; o anche di sostituirsi ad essi. Preoccupati e ovviamente ignari di ciò che succede all’intorno, i piccoli finiscono per scappare. Il Comitato ha raccolto la protesta di genitori che hanno tentato di spiegare agli “adulti disturbati” la situazione , ricevendone insulti e offese».
«Per evitare che il degrado sconfigga definitivamente la buona convivenza civile in uno dei luoghi tuttora più fruiti di Reggi – conclude la nota –, il Comitato Piazza S. Agostino chiede ai Dirigenti Responsabili della sicurezza collettiva e della qualità sociale una maggiore presenza attenta, continua e discreta di agenti e operatori a questo istituzionalmente preposti. Laddove se ne ravvisasse la necessità , il Comitato è pronto ad incontrare i rappresentanti degli uffici interessati – come avvenuto più volte in passato- per concordare nuove azioni di blocco del degrado e di tutela della socialità». (rrc)