Se prevalesse il buonsenso – e sarebbe auspicabile date le circostanze – la seduta odierna del Consiglio regionale potrebbe sancire una sorta di pace (a tempo) tra maggioranza e opposizione, col solo obiettivo di mettere in moto la macchina legislativa che è praticamente ferma dall’insediamento. La vicenda è nota, la maggioranza ha preso le presidenze di tutte le Commissioni, inclusa quella di Vigilanza che, per tradizione e correttezza, in genere viene lasciata all’opposizione, eleggendo allo stesso tempo i vicepresidenti destinati alla minoranza. I dem e Callipo con i suoi consiglieri di Io resto in Calabria hanno scelto la via aventiniana e alla passata seduta hanno abbandonato l’aula per protesta. Poi hanno contestato la ritualità della votazione (in palese assenza della minoranza) e chiesto di annullare tutto e tornare a votare. Si sono dimessi tutti, tranne la consigliera Flora Sculco (eletta vicepresidente della Commisisone Bilancio) e la cosa ha rischiato di provocare uno strappo anche all’interno della minoranza, con punti di vista evidentemente un po’ discordanti tra dem e democratici e progressisti.
Il presidente Tallini, pur avendo avuto rassicurazioni dall’ufficio legale circa la non “irritualità” della votazione ha voluto porgere una sponda alla minoranza e ha tentato di ricucire in qualche modo lo strappo , con l’obiettivo di mettere il Consiglio in condizione di lavorare. Senza le Commissioni, l’attività legislativa è pari a zero e, a cinque mesi dalle elezioni, è ancora tutto fermo. Possono i calabresi accettare e sopportare tutto ciò? Decisamente no.
Giovedì scorso, alla conferenza dei capigruppo Tallini ha cercato una via di conciliazione. «Il senso di rispetto verso le Istituzioni – ha detto – non è mai venuto meno e, nell’ultima seduta di Consiglio – ha puntualizzato Domenico Tallini – in piena osservanza delle previsioni normative vigenti, l’Assemblea ha proceduto all’elezione dei Presidenti delle Commissioni, come d’altronde confermato dallo stesso parere espresso dagli Uffici del Consiglio. Mi sono assunto, per non allungare ulteriormente i tempi, l’onere di far sì che fosse la Presidenza del Consiglio, non la Giunta per il Regolamento o l’Ufficio di Presidenza, ad avocare a sé la questione per dare soluzione al problema. Adesso, non solo per ripristinare un corretto rapporto istituzionale maggioranza-opposizione, ma anche per consentire al Consiglio regionale di superare l’impasse, bisogna insediare le Commissioni e metterle nelle condizioni di affrontare la molteplicità di incombenze legislative che hanno di fronte. È necessario, pertanto, completare l’elezione degli Uffici di Presidenza delle Commissioni ed andare oltre incomprensioni ed equivoci per dare alla Calabria la legislazione di qualità di cui ha bisogno. Le Commissioni costituiscono l’articolazione pulsante del Consiglio; facciamo in modo che inizino a produrre».
I capigruppo di opposizione hanno ribadito «l’irritualità di questo modo di procedere che non accoglie le nostre legittime richieste» e hanno chiesto “che si torni in Aula per votare gli Uffici di Presidenza delle Commissioni e si dia all’opposizione la Commissione di Vigilanza. Nella scorsa seduta si è consumato uno strappo sintomatico del fatto che qualcosa non ha funzionato nei rapporti tra maggioranza ed opposizione ed oggi non può essere ricucito con la semplice rielezione dei presidenti. Ruolo, finzione e dignità politica devono essere salvaguardati».
Diversa, all’interno della minoranza, la posizione di Iric. «Al fine di assicurare un voto che esprima la piena rappresentatività regionale venuta meno nella scorsa seduta – ha sottolineato Anastasi in rappresentanza del presidente Callipo -, la necessità è quella di una elezione ex novo delle cariche di presidente e di vicepresidente. Tutto questo, nell’interesse dei calabresi».
L’incontro del 25 giugno – al quale hanno partecipato il vicepresidente Morrone e i capigruppo: Aieta (DP); Anastasi in rappresentanza del presidente Callipo (Iric); Arruzzolo (FI); Bevacqua (Pd); Esposito (Cdl); Graziano (Udc); Minasi (Lega); Pietropaolo (Fdl); Francesco Pitaro (Misto); Vito Pitaro (Santelli Presidente)-, si è concluso con l’invito di Tallini rivolto a tutti gli schieramenti «a non perdere di vista il valore del dialogo. Nonostante la chiusura dell’opposizione – ha detto il presidente -, l’impegno resta sempre quello di riportare la rielezione dei vicepresidenti dimissionari in Aula. Confido in un ripensamento della minoranza e sono a disposizione di qualsiasi iniziativa che possa favorire il dialogo tra maggioranza ed opposizione».
Cosa succederà oggi a Palazzo Campanella non è facile prevederlo, almeno per quanto riguarda la tempistica. L’ordine del giorno è articolati in 14 punti e prevede nei primi otto la presa d’atto delle dimissioni dei vicepresidenti delle Commissioni e il ricorso a nuova votazione del Consiglio. Prevarrà la ragione o dovremo ribattezzare questa consiliatura “rissa continua”. Il confronto tra maggioranza e opposizione è il sale della democrazia, non c’è nemmeno bisogno di sottolinearlo, ma a Palazzo Campanella, a quanto pare, si preferisce la polemica e lo scontro. Vedremo. (s)