di MARIACHIARA MONACO – Dopo i numerosi successi tra cinema e tv, il regista reggino, Fabio Mollo, dal prossimo 5 ottobre porterà in tutte le sale italiane il suo ultimo capolavoro intitolato “Nata per te”, tratto dal libro omonimo di Luca Mercadante e Luca Trapanese, edito da Einaudi.
Si tratta di una storia d’amore tra un uomo e una bambina, in un mondo non ancora pronto a volerli insieme.
Due metà che si rincorrono ancor prima di conoscersi. Infatti, mentre il tribunale di Napoli è alla ricerca di una famiglia per Alba, che ha la sindrome di Down e, appena nata, è stata abbandonata in ospedale, Luca (interpretato da Pierluigi Gigante), è un 40enne single, omosessuale, cattolico, da sempre mosso da un forte desiderio di paternità.
Ma in Italia non è possibile. E adottare ancora più impensabile. La legge sull’adozione, datata 1983, non lo prevede per le coppie omogenitoriali e nemmeno per i single, fatta eccezioni per “i casi particolari”.
A portare avanti la battaglia insieme a Luca c’è un avvocato, (interpretata da Teresa Saponangelo). A lei il compito di non far perdere la speranza, quando la piccola Alba viene affidata a una famiglia che ha tutte le carte in regola: una mamma, un papà e due buoni lavori. «Io e te, un pezzo alla volta arriviamo fino a Marte», ripete a Luca. Marte simbolo del mondo nuovo, dell’inesplorato, che porta con sé bellezza ed incanto, e luogo dove tutto ciò diventa possibile.
Da qui il titolo della pellicola: sembra proprio che Alba sia nata per Luca e Luca per Alba. Insieme sono completi e continuano a rappresentare uno degli esempi di amore puro più belli in assoluto.
Trenta famiglie considerate “tradizionali” hanno rinunciato all’affidamento della piccola, appena venuti a conoscenza della sua disabilità. Per Luca invece è stata il premio di una vita. Dal 2018 Alba ha preso il suo cognome, diventando il primo genitore single in Italia.
Luca toglie l’elmo, la guerra burocratica è finita, e proprio come Ettore, alza il figlio verso il cielo e lo mostra agli dèi, e ad un paese intero che poco aveva creduto in lui.
«Non ho mai visto la disabilità come un problema», racconta: «Per me è sempre stata una ricchezza, una possibilità in più. Io non sono un eroe, sono al pari di tutti gli altri e quando ho scelto di diventare padre e iniziare il percorso per adottare Alba non immaginavo tutto questo. La mia è la storia di una famiglia e della possibilità di esserlo».
Così, quando nel trailer del film, Trapanese intona “Il mio canto libero” di Lucio Battisti, per far addormentare la piccola Alba in una delle prime notti insieme, proprio come faceva suo padre, la speranza si fa concreta e ha i lineamenti del viso della bambina.
Dopo il primo ciak, il regista Fabio Mollo dichiarò: «Poter raccontare la storia di Luca e Alba è per me un grande privilegio, una profonda gioia e una bellissima responsabilità».
E adesso, a pochi giorni dal debutto in sala, il regista commenta così: «Per il periodo storico, politico e cinematografico in cui viviamo, riuscire a fare questo lungometraggio è stato un grandissimo privilegio, un atto di resistenza e di coraggio».
I proventi al botteghino del film saranno destinati all’associazione “A ruota libera onlus”, che si occupa delle persone con disabilità rimaste da sole dopo la morte dei genitori. (mm)