ALLA NOSTRA REGIONE PUNTEGGIO BASSISSIMO, INSIEME CON LA SICILIA, DALL'OSSERVATORIO SUI CONTI PUBBLICI;
Burocrazia e Istituzioni

NUOVO TRISTE PRIMATO DELLA CALABRIA
ULTIMA PER QUALITÀ DEI CONTI PUBBLICI

Un nuovo triste primato, per la Calabria che, nella ricerca condotta dall’Osservatorio sui conti pubblici italiani con i dati al 2019, colloca la nostra regione ultima – insieme alla Sicilia – per la qualità delle istituzioni pubbliche a livello provinciale, con un punteggio bassissimo: 0,19.

La ricerca, condotta da Matilde CasamontiSalvatore Liaci, si basa su dati oggettivi e considera i servizi pubblici, l’attività economica territoriale, la giustizia, la corruzione, il livello culturale e la partecipazione dei cittadini alla vita pubblica, e ha individuato nelle Province del Nord-Est la migliore qualità delle istituzioni, seguite dall’area del Nord-Ovest e del Centro, mentre le ultime posizioni sono occupate interamente dal Mezzogiorno. Dal 2004 al 2009 i divari territoriali sono rimasti sostanzialmente invariati, ma alcune province sono migliorate, come Avellino e Pesaro-Urbino, mentre altre, come Aosta, sono peggiorate.

L’Institutional Quality Index «assume un valore da 0 a 1 per ogni provincia, sulla base di 5 dimensioni: Voice and accountability, che sintetizza la partecipazione alla vita pubblica dei cittadini (affluenza alle elezioni, partecipazione ad associazioni, numero di cooperative sociali) e il loro livello di istruzione e culturale (punteggi test Invalsi e numero di libri pubblicati); Government effectiveness, che riassume la presenza di infrastrutture (anche digitali) e servizi (es. sanità e istruzione), la qualità ambientale e il tasso di raccolta differenziata; Regulatory quality, che considera l’apertura dell’economia, l’attività imprenditoriale nel territorio (clima d’impresa, numero di imprese su residenti e rapporto tra start-up e aziende cessate) e la presenza di dipendenti della Pubblica Amministrazione; Rule of law, che sintetizza i tassi di criminalità, l’efficienza della giustizia civile (lunghezza dei processi e produttività della magistratura), l’economia sommersa e l’evasione fiscale;  Corruption, che guarda ai crimini contro la Pa e alla cattiva amministrazione (Golden-Picci Index e tasso di comuni commissariati).

Quello che emerge, aggregando i dati, è un significativo divario territoriale, rimasto invariato dal 2004, «con miglioramenti simili in tutte le aree». In particolare, tra Nord e Sud «il divario maggiore si manifesta sempre in Rule of Law, con una differenza di 0,43 punti. Tuttavia, il divario è elevato anche per le altre componenti: in media tra il 2004 e il 2019 si attesta attorno a 0,36 punti per Voice and accountability, a 0,32 punti per Regulatory quality e a 0,27 punti per Corruption e Government effectiveness».

Al 2019, mentre Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia e Veneto registrano i punteggi più elevati (oltre lo 0,80), il Mezzogiorno, invece, registra quelli peggiori, ma con delle differenze: in Abruzzo, Puglia e Basilicata la qualità delle istituzioni è superiore rispetto a Campania, Sicilia e Calabria che registrano valori inferiori a 0,25. E in Calabria, in particolare, a livello provinciale, sono Crotone (o,oo) e Vibo Valentia (0,13) a raggiungere i valori minimi, mentre Catanzaro, tra il 2004 e il 2019, è quella che è migliorata marginalmente, registrando uno 0,23. (rrm)