di NICOLA FIORITA – La “sua” Piazza Matteotti ha diviso e fatto discutere per anni tutta la Città, ed è questo un merito che solo le grandi personalità possono permettersi di ritagliarsi. L’architetto Franco Zagari se ne è andato, ma la sua impronta su Catanzaro resterà certamente indelebile, dopo aver contribuito a proiettare il nome della città fuori dai suoi confini. La firma più importante l’ha messa nel grande spazio urbano al centro della città che, grazie anche alle sue intuizioni, si è aperto sempre più alle contaminazioni artistiche e ai linguaggi contemporanei.
Zagari nei suoi lavori ha individuato sempre nel paesaggio il punto di partenza per una rilettura estetica e funzionale della città. Di grande impatto fu la prima Piazza Matteotti, all’inizio degli anni ’90, con la famosa e grande scala indirizzata verso il cielo, che fu tanto celebrata all’estero, quanto discussa dai catanzaresi.
Nel 2015 è stato lo stesso Zagari a dare un nuovo volto alla piazza, con la fontana di vetro e i diversi spazi che assumono ancora più rilevanza grazie alle dediche a Matteotti, a Kennedy, a Falcone e Borsellino, ai Caduti, al Cavatore, a Mimmo Rotella. Se quel perimetro urbano è diventato un piccolo “museo all’aperto” grazie alla compresenza anche dell’ex Stac e del Museo del Rock – oltre che del Complesso San Giovanni il cui restauro fu curato dallo stesso Zagari – è stato merito del coraggio e della libertà del grande architetto, affiancato dalle amministrazioni che si sono affidate al suo genio.
Un percorso che, se ci fossero state le condizioni, avrei voluto assecondare e proseguire, con la volontà di rendere ancora più compiuto il progetto in divenire che Zagari aveva pensato per la città. Perché Piazza Matteotti, riprendendo le sue parole, è “per sua natura il luogo della sperimentazione, il ponte fra tradizione e proiezione nel futuro. (nf)