;
Saverio Ruga

Il sindaco di Amato: 2.000 euro, solo per pochi

Il sindaco di Amato, un comune del Catanzarese di appena 800 abitanti, Saverio Ruga, lancia un appello all’assessore Orsomarso a proposito del piano Riparti Calabria.

«Rivedere il bando prima della pubblicazione al fine di rendere meno burocratico l’iter per il bene delle imprese» – dice il sindaco  Ruga, secondo cui «dopo quasi tre mesi dall’inizio dell’emergenza covid-19 è necessario analizzare i risultati conseguiti grazie ai provvedimenti che hanno contenuto il virus che sta mettendo a rischio la nostra salute e, di conseguenza, la nostra economia. Ad oggi tutte le misure adottate dal Governo, mirate al mantenimento della tranquillità sociale e soprattutto a mitigare il disagio economico delle famiglie e delle imprese, sono state deboli, insufficienti e, soprattutto, non sono pervenute a tutta la platea dei beneficiari.Mi riferisco al bonus dei 600 euro (relativo al solo mese di marzo) e al finanziamento da 25.000 euro alle piccole aziende per fabbisogno di liquidità».

«La prima misura – fa notare Ruga – ancora non ha soddisfatto tutta la platea dei beneficiari, in ritardo rispetto ai proclami tanto pubblicizzati. La seconda, dopo 20 giorni dalla presentazione delle prime richieste presso gli istituti bancari, a oggi non risulta essere arrivata se non a poche aziende che hanno ricevuto un “prestito” da 25.000 euro da restituire nell’arco di 6 anni. A questa beffa – dice ancora Ruga – si aggiunge ora la misura da parte della nostra Regione Calabria: Riparti Calabria. Ma più che “riparti” sembra un’azione sterile che non risolve i problemi con tanti paletti da superare.

«Infatti la misura dei 2.000 euro a fondo perduto non è per tutti. Il bando in pre-informazione, pubblicato sul sito, obbliga le imprese richiedenti, che hanno conseguito un fatturato nel 2019 da 5.000 euro a 150.000 euro, ad essere in regola con il versamento dei contributi previdenziali e assistenziali, ad essere in regola con il d.lgs 81, a non avere pendenze pregresse con il fisco e, infine, a presentare una dichiarazione, rilasciata da un professionista abilitato, che certifica la carenza di liquidità dell’impresa a causa del covid-19 (con un ulteriore costo a carico delle aziende). Praticamente i 2.000 euro, se e a chi arriveranno, saranno sufficienti al massimo a pagare le consulenze e le attestazioni necessarie per presentare la domanda. E, come se non bastasse, il click day, tanto criticato per il bonus dei 600 euro, diventa prassi consolidata anche in Calabria; in questa gara a chi sbaglia di più, si incontra molta difficoltà a scegliere tra regione e governo – conclude Ruga -. Intanto, a farne le spese sono le aziende che, nonostante i proclami e i titoli cubitali dei provvedimenti di sostegno, rischiano inesorabilmente di morire. Tutto questo senza dimenticare le ordinanze notturne bocciate dal Tar che mortificano l’impegno in prima linea dei sindaci, mai coinvolti nelle decisioni e nelle scelte, ma impegnati costantemente a garantire la sicurezza dei cittadini». (rcz)