L’autonomia differenziata è «una barbarie nei confronti del Meridione». È così che l’ha definita il sindaco f.f. del Comune di Reggio Calabria, Paolo Brunetti, nel corso del consiglio comunale di Reggio Calabria che, nel corso dell’assemblea, ha respinto il Ddl Calderoli.
Per Brunetti, «questo è il prezzo da pagare per non fare cadere il Governo, la tassa che alcuni partiti stanno corrispondendo alla Lega. Questa è la reale situazione in Italia. Il Governo Meloni è messo alle strette».
«Mi preoccupa – ha aggiunto Brunetti – che la Regione Calabria abbia definito il “Ddl Calderoli” “la cosa migliore fatta dal Governo Meloni”. E mi preoccupa perché o non c’è coscienza e conoscenza di ciò che si discute oppure è stato imposto di dire le cose che sono state dette. Per questo, sul tema dell’autonomia differenziata, propongo la convocazione di un Consiglio comunale aperto ai rappresentanti del Governo, del Parlamento e della Regione Calabria dove, con coraggio, possano aver l’opportunità di spiegare ai cittadini i cardini della norma che verrà discussa alle Camere».
Contro il “Ddl Calderoli”, infatti, l’aula “Battaglia” ha votato una mozione presentata dal consigliere Antonio Ruvolo che invita l’esecutivo di Palazzo Chigi ad inviare la proposta alle Camere per «permettere un approfondito e indispensabile dibattito pubblico nel Paese su scelte che determineranno importanti e irreversibili conseguenze istituzionali, economiche e sociali».
Nel chiedere la definizione obbligatoria dei Livelli essenziali delle prestazioni, dei costi, dei fabbisogni standard e dei fondi perequativi, il testo approvato dal Consiglio comunale chiede «di vietare regimi transitori governati da fantomatiche “commissioni paritetiche” prive di qualsiasi legittimazione politica».
«Ogni trasferimento di materie – è un’altra richiesta – avvenga nel rispetto dei principi di solidarietà e unità nazionale, garantendo maggiori risorse a quei territori in cui permangono gap infrastrutturali, economici e sociali col resto dell’Italia».
Secondo il civico consesso, infatti, «la compartecipazione al gettito tributario maturato nel territorio regionale è a vantaggio delle regioni economicamente più forti, con maggiori finanziamenti alle regioni del Nord e conseguente aumento del divario con il Mezzogiorno».
Quindi, il capogruppo del Partito democratico, Giuseppe Sera, ha ribadito «un netto no ad un’autonomia differenziata che abbandona il Sud al suo destino».
Stesso discorso lo ha fatto il consigliere Giuseppe Giordano che ha definito il “Ddl Calderoli” un «vero e proprio pastrocchio che spezza il Paese in maniera irreversibile». E se Ruvolo si è detto «fortemente preoccupato per l’incertezza con cui si è intrapreso il percorso legislativo», il consigliere e sindaco facente funzioni della Città Metropolitana Carmelo Versace è tornato a criticare il Governatore Roberto Occhiuto che, col suo voto favorevole in Conferenza Stato-Regioni, «ha svenduto la Calabria».
«Il Ponte sullo Stretto – ha aggiunto – è una mancetta per far stare in silenzio il Sud rispetto all’autonomia differenziata». Per Filippo Burrone l’autonomia differenziata rappresenta, fra le altre cose, «un grave attacco alla scuola pubblica spingendola verso una privatizzazione forzata, negando l’accesso ai figli delle famiglie meno abbienti».
«Con questa riforma – ha continuato – la Lega nord mostra il suo volto più feroce che vuole il Sud schiavo dei poteri settentrionali». Fra i contrari anche il consigliere Antonino Castorina: «Dobbiamo essere in prima linea contro una secessione istituzionale che deturpa i nostri territori e i nostri giovani».
Giovanni Latella ha parlato, poi, di «polpetta avvelenata data in pasto ai cittadini del Sud». La mozione è stata approvata con 15 voti favorevoli, un astenuto e sei contrari.
Prima della discussione sull’autonomia differenziata, il consiglio comunale ha espresso la propria adesione ad Arrical, la nuova autorità di governo del Sistema idrico e del Ciclo integrato dei rifiuti voluta dalla Regione. Prima del voto, il sindaco facente funzioni Paolo Brunetti si è soffermato su alcune precisazioni: «Dobbiamo farlo perché lo impone una legge regionale, ma lo facciamo in maniera subordinata alla convocazione dell’assemblea per nominare i rappresentanti del proprio Comitato».
«Aderire ad Arrical – ha specificato – non vuol dire aderire a Sorical. È bene fare chiarezza su una procedura avviata dalla Regione e che porta con se tanta confusione e moltissime incognite».
Concetti condivisi anche dai consiglieri Sera, Versace, Giordano e Franco Barreca.
Successivamente, dopo aver discusso ed approvato alcuni debiti fuori bilancio, l’aula ha nominato i consiglieri Guido Rulli e Giuseppe Sera quali componenti della commissione per l’aggiornamento degli albi dei giudici popolari delle corti d’assise e di appello. (rrc)