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Fiume Noce

Impianto rifiuti a Tortora, Tavernise (M5S) alla Regione: Scongiurare danni irreversibili al Fiume Noce

Il consigliere regionale e capogruppo del Movimento 5 StelleDavide Tavernise, ha depositato in Consiglio regionale una interrogazione a risposta scritta, chiedendo quali sono le iniziative che «intende assumere la Regione Calabria, per evitare irreversibili danni, ambientali ed economici, ad aree di grande pregio e a forte valenza turistica, quali il sito Sic <Valle del Noce> nonché ai  Comuni di Tortora, Praia a Mare, San Nicola Arcella».

«Prima di rilasciare autorizzazioni – ha proseguito – all’eventuale riapertura dell’impianto rifiuti pericolosi e non, in località  San Sago, oggi chiuso, ritiene la regione di dover svolgere, a tutela dei citati territori, un’istruttoria completa ed approfondita, non superficiale, dunque, come sembra sia stato fatto da parte della Regione Basilicata?».

«Considerati gli interessi costituzionali da tutelare, quali la salute, l’ambiente, l’economia del territorio – si legge – si ritiene di dover procedere ad una valutazione analitica, dettagliata, per tutte le tipologie di rifiuti di cui ai codici Cer, verificando sul posto la reale funzionalità dell’impianto al trattamento depurativo degli stessi, alla luce delle rilevanti problematiche susseguenti dal lontano 1992?».

«Si intende ricorrere a Valutazione di Impatto Ambientale – ha chiesto infine Tavernise– visto che l’impianto era autorizzato a trattare rifiuti riferiti a 322 codici Cer, molti dei quali rifiuti pericolosi, tra cui il petrolio, scaricando nel torrente Pizinno confluente, dopo brevissimo tragitto, nel fiume Noce?».

Nel 1992 l’autorizzazione del Comune di Tortora per un impianto privato destinato a trattare rifiuti liquidi speciali non pericolosi. Negli anni la conversione ad impianto, sempre privato, per il trattamento di rifiuti speciali pericolosi e non. Il 27 novembre 2013, però, un sequestro giudiziario, disposto dalla Procura di Paola, ferma l’impianto. Ad essere contestate sono una serie di violazioni alle regole e ai limiti dettati dall’autorizzazione regionale. L’impianto, trattante 300 metri cubi al giorno di reflui urbani e industriali, in buona parte pericolosi, viene fermato anche dalla Regione Calabria, attraverso la sospensione della necessaria autorizzazione AIA. Impianto a tutt’oggi non funzionante.

Nel 2016, quindi, arrivano il dissequestro e la richiesta della Co.Gi.Fe. Ambiente S.r.l. di riprendere l’attività di smaltimento dei rifiuti. La Regione Calabria invita, così, l’azienda, a presentare, presso la Regione Basilicata, istanza di valutazione di incidenza rispetto al SIC Valle del Noce, sito di interesse comunitario che si estende fino alla regione lucana. Il 23 aprile del 2021 il parere favorevole all’istanza di valutazione di incidenza. Ma nel mese di dicembre la svolta. All’unanimità il Consiglio Regionale della Basilicata approva una mozione che impegna la Giunta lucana ad approfondire l’istruttoria, relativa alla valutazione di incidenza, sospendendo l’efficacia del provvedimento rilasciato e ad avviare un’interlocuzione con la Regione Calabria, titolato a rilasciare l’autorizzazione di riapertura.

Da qui l’interrogazione del M5S, a firma Tavernise, per scongiurare la malaugurata autorizzazione di riapertura.