Da domani, lunedì 4 settembre al 3 ottobre, scatta il fermo pesca obbligatorio per l’area jonica fino a Reggio e, dal 1° al 30 ottobre per il mar Tirreno.
Una situazione grave per il settore della pesca che, come spiegato da Salvatore Martilotti, presidente del Comitato Pescatori Calabria, sta già affrontano un mese delicato in quanto «se da una parte , al momento, c’è una grande attesa per le compensazioni finanziarie approvate e da liquidare da parte della Regione Calabria, dall’altro, forse, per l’aumento esponenziale dei costi operativi, si rende necessario invertire rotta per cercare di assicurare un futuro alla pesca calabrese».
Un cambio di passo «soprattutto, per il ricambio generazionale, ma anche costruire la speranza di un settore attraente con più programmazione da parte della Regione il coinvolgimento necessario dei Comuni costieri, delle Organizzazioni di rappresentanza settoriali, delle imprese di pesca e dei pescatori».
«Serve una svolta nella Programmazione 2021/2027 – ha ribadito Martilotti – per avviare una serie programmazione in linea con quella della Ue e della Programmazione nazionale triennale governata dalla legge regionale di settore (L.R. n.27/2004) per “ottimizzare gli strumenti comunitari pesca”, a partire dai Flag, ma con priorità l’accesso al credito alle imprese di pesca ed una maggiore organizzazione dei servizi pesca nei punti di sbarco».
Martilotti, poi, ha detto che «in questa fase di grave difficoltà del settore pesca abbiamo apprezzato molto l’intervento a sostegno della Regione Calabria ed, in particolare dell’sssessore Gianluca Gallo, e nell’attesa che il Dipartimento Agricoltura, ai sensi del Bando pubblico, liquidi le domande di sostegno a valere sulla Misura 5.68 par. Reg (UE) n.508/2014 “Compensazioni Finanziarie” cosi come approvate con decreto D.G. n. 11772 del 14 agosto 2023, scatta, come previsto dal decreto del Ministero MASAAF, il blocco dell’attività con il fermo pesca obbligatorio continuativo per la flotta da pesca a strascico della Calabria».
«Certamente il fermo pesca obbligatorio 2023 – ha evidenziato – inizia in condizioni diverse dal passato per “una grande boccata d’ossigeno” per le imprese di pesca grazie alla sensibilità dell’assessore Gallo e della professionalità di tutto lo staff pesca del Dipartimento Agricoltura. Da lunedì 4 settembre fino al 3 ottobre 2023 è ferma, nei vari porti, tutta la flotta a strascico e volante del mare ionio fino a Reggio Calabria, così come non si potrà pescare da Bagnara a tutto il tirreno della Calabria dal 1° al 30 ottobre 2023. Ma, di fatto, già da oggi 1° settembre, quasi tutta la flotta a strascico calabrese è ferma nei vari porti regionali con possibili ripercussioni sull’economia locale delle nostre marinerie e non solo».
«Come è noto il fermo biologico della pesca, è imposto ogni anno dal Ministero per permettere alle risorse ittiche di riprodursi – ha spiegato il presidente del Comitato Pescatori Calabria –. Allora niente prodotto ittico locale sulle tavole dei calabresi? No perché la flotta regionale costituita da pesca costiera artigianale potrà garantire la presenza sulle tavole del prodotto fresco. Allo sbarco e nei punti vendita abituali potremo trovare tutte le specie normalmente pescate dalla pesca costiera artigianale che rappresenta la maggioranza della nostra flotta».
«Tuttavia, i prezzi potrebbero subìre aumenti per i maggiori costi operativi delle nostre micro-imprese – ha detto ancora – in prevalenza a conduzione famigliare e dobbiamo anche aspettarci una forte diminuzione delle quantità di pescato sbarcato, che, in particolare, si farà sentire soprattutto nei punti di sbarco più significativi come Schiavonea, Crotone, Catanzaro Lido, Roccella Jonica, Bagnara Calabra, Gioia Tauro, Vibo Marina e Cetraro dove la flotta di motopescherecci a strascico è ben più consistente».
«Oltre al fermo pesca obbligatorio continuativo la flotta a strascico regionale dovrà continuare ad osservare fino 31 dicembre giornate di fermo pesca aggiuntive obbligatorie che per la maggioranza della flotta possono arrivare fino a 66 giornate per lo ionio (GSA 19) mentre per il tirreno (GSA 10) al massimo 45 con un evidente squilibrio fra i due mari regionali. Ma è così che ha voluto l’Unione Europa, sempre per ragioni di sostenibilità – ha concluso – dopo i risultati della ricerca scientifica nelle due GSA con il mare ionio più soggetto a giornate di fermo aggiuntivo obbligatorio rispetto al mare tirreno». (rcz)