di PINO APRILE – L’Intergruppo parlamentare per il Sud, le aree fragili e le piccole isole, presieduto dall’onorevole Alessandro Caramiello, che ne è stato promotore, e cui aderiscono già 41 deputati e senatori di tutti i partiti (con prevalenza dei cinquestelle), è stato completato ieri, durante la presentazione a Roma, nei locali della Camera, con l’elezione degli otto membri del Tavolo Tecnico, con il quale lavorerò quale presidente onorario (non sono parlamentare, come è noto) dell’Intergruppo.
A giudicare dalla quantità e dal tenore delle reazioni, da questo organismo ci si attende davvero tanto; il che carica tutti di responsabilità molto serie, che l’Intergruppo non potrà reggere da solo. Per questo, è bene chiarire subito che sua l’azione in parlamento sarà accompagnata e nutrita da incontri che verranno organizzati con i rappresentanti dei territori e chiunque potrà esporre progetti, questioni, suggerire iniziative.
Un programma forse ambizioso (ma, per i greci, offendeva gli dei chi chiedeva troppo poco), che si cercherà di onorare coinvolgendo più risorse locali. L’ex presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, è intervenuto per assicurare sostegno all’Intergruppo e l’impegno del M5S contro “lo scellerato progetto” dell’Autonomia differenziata che danneggia sia il Sud che il Nord.
Un tentativo di costituire un efficiente Intergruppo per il Mezzogiorno c’era già stato la scorsa legislatura, a opera dell’allora senatrice Sabrina Ricciardi, ma per convulsioni politiche, il cambio di governo, l’arrivo del nuovo presidente Draghi, l’iniziativa non decollò. Il bandolo è stato ripreso dall’on. Caramiello, di Portici, eletto con il M5S. E, dal momento che non si vede, salvo sorprese, la possibile fine anticipata del governo o della legislatura, tempi e condizioni per avviare un’azione non effimera ora ci sono. Caramiello è un giovane con ottime capacità organizzative, sperimentate in anni di eventi politici e culturali, identitari, specie a Portici (è così che lo conobbi, coinvolto in alcuni di quelli).
Dell’Intergruppo fanno già parte pure rappresentanti di categorie professionali (dalle associazioni dei medici a quelle di imprenditori, docenti, manager, ingegneri, giuristi) e di enti territoriali, specie delle piccole isole e dei borghi delle aree interne. Alla presentazione erano presenti in oltre un centinaio (parlamentari a parte) e se ne ha un’idea scorrendo i nomi degli otto eletti al Tavolo Tecnico: Giovanni Barretta, economista, vice direttore della testata CentroSud24; Domenico Alessandro De Rossi, docente, progettista, direttore dei lavori e collaudatore di grandi opere pubbliche; Pasquale Lampugnale, imprenditore, vice presidente di Confindustria; Paola Marone, imprenditrice, presidente di Fedecostruzioni; Angelo Melone, fondatore dell’omonimo studio legale e della società di consulenza International Consulting, console della Repubblica del Congo; Ettore Nardi, manager pubblico, editorialista de Il Denaro, segretario dell’Ordine degli ingegneri; Giacomo Pascale, sindaco di Lacco Ameno e membro dell’Associazione Comuni delle isole minori, Ancim; Vito Umberto Vavalli, docente universitario, inventore del Rid bancario, già direttore di tesoreria all’Eni.
Il prossimo passo dell’Intergruppo parlamentare sarà il raccordo con l’Assi, l’associazione dei sindaci del Sud Italia. A questo mi dedicherò personalmente, d’intesa con il presidente Caramiello e il Tavolo Tecnico, dal momento che fui promotore dell’associazione poi ben coordinata e diretta dall’ex sindaco di Acquaviva delle Fonti, Davide Carlucci, che raccolse centinaia di adesioni, sino a far divenire Assi interlocutore diretto delle istituzioni di Bruxelles (tramite il parlamentare europeo Piernicola Pedicini, segretario nazionale del Movimento per l’Equità Territoriale), di ministri e della Conferenza Stato-Regioni.
Si tratta di una possibilità unica, per il Mezzogiorno, di far sentire la sua voce, perché, in tutta la storia dell’Italia unificata, non erano mai esistite iniziative così strutturate politicamente, come Intergruppo e Assi, a tutela degli interessi e dei diritti del Mezzogiorno e delle aree più deboli e discriminate.
Un ulteriore aiuto all’Intergruppo potrà venire dall’incontro con circa cento (per ora) imprenditori del Ris (rete imprenditori Sud), sorta più di un anno fa in seguito a un mio invito.
Tutto questo, comunque evolva (ma le intenzioni sono chiare e il progetto efficiente), è prova di una presa di coscienza dilagante nella parte d’Italia (non solo Sud, ma anche aree interne) sacrificata ai privilegi di poche grandi città e di una presunta locomotiva. Il bisogno di equità diviene sempre più forte e ineludibile. Tanto che, per la prima volta, l’Italia degli ultimi si organizza in forme anche istituzionali, superando le divisioni ideologiche, partitiche. Questo, al Nord avviene già: se si tratta di attingere a sbafo dalla cassa comune, i rappresentanti delle regioni e delle maggiori città settentrionali parlano a una sola voce, dalla Lega al Pd (il famoso Pun, partito unico del Nord), per la voce del verbo “arraffare”. Il Sud, invece, si divide ideologicamente, su temi che, alla fine, portano vantaggio solo ad altri e, quindi, così perde sempre.
Ora dovremo solo attendere i parlamentari dell’Intergruppo alla prima votazione: sosterranno le ragioni del Mezzogiorno “nonostante” le scelte dei propri partiti, quali che siano? E comunque, ognuno di loro (ma altre adesioni già arrivano) potrà far valere all’interno del proprio partito e gruppo parlamentare le ragioni degli italiani fin qui troppo dimenticati, salvo che dal fisco. (pa)